Non è possibile descrivere una tecnica dettagliata per tutto ciò che riguarda la strumentazione sottogengivale. L’unico modo per imparare bene queste tecniche è l’addestramento clinico. Trovo tuttavia utile dare delle “istruzioni di base”. C’è molta confusione per quanto riguarda la terminologia.
Anzitutto la detartrasi mira a rimuovere la placca e il tartaro sopra e sotto gengivale. Può avvenire con una tecnica chiusa, ossia senza visione diretta o una tecnica aperta, ossia con esposizione dei tessuti da trattare, tramite lembi. La scelta dipende dalla gravità della malattia Parodontale, dalla situazione locale e la si può scegliere solo dopo accurata valutazione clinica-strumentale (sondaggio parodontale). Si usano curette, falcetti, zappette, scalpelli e lime.
Il termine Scaling (letteralmente, dall’inglese, significa togliere squame, concrezioni dure, residui) significa rimuovere tartaro.
Il termine Curettage indica il procedimento di levigatura o “raschiatura” che può avvenire sulla radice per rimuovere il cemento necrotico e allora si parla di Curettage radicolare, o sulla superficie sulculare della gengiva per rimuovere i tessuti molli, allora si parla di Curettage gengivale.
Il Termine Root Planing, come è ben evidente nella seguente immagine
indica proprio l’azione di “piallare” la radice, ossia di levigarla, renderla liscia e dura. È un termine Statunitense molto “colorito”. In pratica, più o meno sarebbe sinonimo di Curettage radicolare.
A questo punto semplificherei molto indicando con:
- Scaling: rimozione del tartaro molto duro “sfuggito alla Ablazione con ultrasuoni o altro”.
- Curettage gengivale: rimozione dei tessuti molli della tasca parodontale.
- Curettage radicolare: rimozione dei tessuti (cemento) necrotici della radice.
- Root Planing: esasperazione propria dell’ “American Slang”, del concetto di curettage radicolare.
La curetta viene inserita nella tasca con la parte tagliente quasi parallela alla superficie radicolare. Viene raggiunto il fondo in questa posizione.
A questo punto viene ruotata con la parte tagliente contro la radice e si rimuove il tartaro o il cemento necrotico, con colpi decisi e brevi in senso apico-coronale.
Strumentazione nell’arcata inferiore.Lo strumento è impugnato nella cosiddetta “presa modificata della penna”, in cui un dito funziona da appoggio per fare fulcro stabile e rendere possibile il movimento breve e secco del polso – avambraccio.
Strumentazione nell’arcata superiore, come in quella inferiore. Se il dente da trattare è molto mobile è consigliabile immobilizzarlo con la mano sinistra durante la strumentazione per assorbirne, almeno in parte, i traumi.
Consistenti depositi di tartaro (in colore rosso), prima e dopo la loro rimozione.
L’importanza del Curettage e Scaling e Root Planing è essenziale, insieme alla rimozione di tutti i fattori che favoriscono la ritenzione della placca batterica, nella terapia iniziale, ossia causale della malattia parodontale.
Solo dopo una accurata preparazione iniziale, è possibile infatti un’attenta rivalutazione delle condizioni gengivali, ossee, della profondità delle tasche parodontali, della mobilità dei denti, della “raggiunta motivazione” del paziente e della sua capacità e volontà nel mantenere con l’igiene la nuova condizione di salute. Il risultato di questa fase di preparazione iniziale, costituisce la base per chiarire e pianificare gli eventuali procedimenti terapeutici parodontali definitivi dei quali troviamo due esempi nelle seguenti immagini
Sondaggio di una tasca parodontale di 10 mm.
Scolpito un lembo mucoperiosteo vestibolare e linguale, notiamo la tasca circumferenziale a quattro pareti, mesiale e vestibolare con interessamento di 1° della forcazione, pulita, pronta a ricevere l’ innesto osseo o la membrana riassorbibile, dopo Currettage e Scaling che ha rimosso cemento necrotico e tessuto di granulazione che la riempiva.
Dentista Lombardia, Bergamo
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Dentista Sardegna, Cagliari
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Dentista Puglia, Bari
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Dentista Puglia, Lecce
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