Una ragazza di 17 anni arriva nel mio studio con l’indicazione da parte dell’ortodontista di estrarre il germe dell’ottavo dente inferiore di destra per ottimizzare la cura ortodontica che prevedeva la distalizzazione dei molari inferiori. In realtà, dal mio punto di vista, l’estrazione, oltre che per questo valido motivo, andava fatta perché nel tempo le radici avrebbero avuto un rapporto troppo prossimo al canale alveolare inferiore che contiene l’omonimo nervo.
Dopo un’adeguata anestesia sia tronculare che plessica per il nervo buccinatore, scollo il lembo cercando di essere il più conservativo possibile in modo da avere poi tempi di guarigione più rapidi e con minor fastidio per la paziente. Espongo l’osso mandibolare e subito si intravede il germe dell’ottavo. Questi germi sono rotondi e quando si cerca di estrarli cominciano a rotolare su se stessi rendendo il lavoro più difficile e lungo. Per evitare questo decido subito di fare delle incisure sul germe e, con una leva diritta, di fratturare in più punti il germe ed estrarlo a pezzi. Questa tecnica rende l’estrazione più rapida ed evita ”l’effetto rotolamento” del germe.
Dall’inizio dell’anestesia alla sutura sono trascorsi 30 minuti.
La paziente, monitorata con un pulsussimetro durante l’intervento, abbisogna ora solo di ghiaccio e di un antidolorifico per os già assunto prima dell’inizio della seduta. In questo caso non ho prescritto antibioticoterapia forte del breve tempo dell’intervento e per l’aspetto particolarmente “pulito” della ferita. Infatti non è stato necessario nemmeno successivamente prescrivere antibiotici. Diverso sarebbe stato se avessi impiegato più tempo o ci fosse stata una qualche forma di infezione locale.
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