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Chirurgia rigenerativa e implantologica simultanea

Paziente con atrofia ossea trattato con impianti e chirurgia rigenerativa

Chirurgia rigenerativa e implantologica simultanea by Dott. Tersandro Savino 07-10-2016 1516 visualizzazioni
~Il caso clinico presentato: si tratta di un paziente che necessitava di un ripristino della funzione masticatoria avendo delle edentulie, in particolare nella mandibola posteriore zona destra. Essendo il paziente uomo di media età in buone condizioni di salute ci ha chiesto di essere curato con terapia protesica fissa evitando in tutti i modi la protesi mobile. Per effettuare interventi di chirurgia implantologica la prima regola fondamentale è che ci siano le condizioni di idoneità sia generale (assenza di malattie generalizzate serie come quelle autoimmunitarie ,diabete scompensato etc.) sia locale ( adeguata presenza di spessore osseo). Il paziente non presentava problemi di carattere generale ma non c'era una sufficiente quantità e spessore osseo tale da garantire una lunga sopravvivenza degli impianti. Per tale motivo ,dopo accurata visita ed accurata analisi delle radiografie(CBCT) della zona destra della mandibola si è deciso di effettuare un intervento di chirurgia rigenerativa ed implantologica simultanea. Esistono diverse tecniche di chirurgia ossea rigenerativa che si avvalgono di osso autologo prelevato dallo stesso paziente in sede orale od extra orale oppure di osso eterologo (ad esempio osso suino deantigenato). In questo specifico caso si è preferito utilizzare osso eterologo suino deantigenato per vari motivi : per evitare un duplice intervento contemporaneo (prelievo ed innesto) ed anche perchè la zona da riabilitare e rigenerare era di modesta entità. L'intervento è stato eseguito scolpendo un lembo gengovale a tutto spessore  che è stato scollato e preparato dalla zona molare al canino e mobilizzato con l'incisione del periostio che ha fatto aumentare l'altezza del lembo di qualche millimetro,mentre dal lato linguale si è provveduto ad allungare il lembo stesso con lo scollamento dall'aponeuresi del muscolo miloioideo secondo la tecnica di Ronga.Questo ci ha permesso di aumentare considerevolmente la lunghezza dei lembi che debbono coprire perfettamente l'innesto osseo senza alcun tipo di trazione pena  la possibile deiscenza delle suture e la possibile infezione dell'innesto osseo che ne comprometterebbe l'attecchimento. Una volta scolpiti i lembi sono stati inseriti due impianti sommersi in titanio  di 4 mm di diametro e lunghezza 10mm.  Sono stati eseguiti dei piccoli fori della corticale ossea fino alla midollare per far fuoriuscire il sangue e cellule midollari che avrebbero dovuto colonizzare l'innesto. Quindi si è apposto intorno e sopra gli impianti l'osso eterologo in granuli mescolati con sangue del paziente.L'innesto è stato poi coperto con membrana in titanio fissata con viti di osteosintesi.I lembi sono stati suturati con punti staccati e a materassaio orizzontale.Tempo di attesa 6 mesi circa  dopo il quale si è è potuto eseguire il lavoro di laboratorio di finalizzazione con corone in ceramica.


Scritto da Dott. Tersandro Savino
Tivoli (RM)

Situazione iniziale
Impianti inseriti
Radiografia di controllo dopo inserimento impianti e membrana in titanio con viti di osteosintesi
Radiografia di controllo finale con corone in ceramica e caso terminato
Foto finale

TAG: chirurgia rigenerativa