Le mascherine ortodontiche vengono pubblicizzate nel mondo ortodontico e direttamente ai nostri pazienti con la classica marca “ INVISALIGN” tant’ è vero che molti pazienti non ci richiedono una tecnica estetica di tipo amovibile con mascherine ortodontiche, ma si rivolgono a noi con la richiesta di apparecchi INVISALIGN.
Non sempre possiamo accontentare il nostro paziente con questa tecnica; spesso si deve scendere a dei compromessi, dove purtroppo non verrà raggiunto il risultato desiderato. Risulta comunque fondamentale la selezione del caso che va studiato accuratamente; non è fondamentale invece la provenienza delle mascherine che possono essere anche di produzione nazionale sensibilmente più facili da gestire.
Per selezionare il caso occorre uno studio ortodontico ben preciso, con una base radiografica iniziale data dall’ortopantomografia e dalla latero-laterale cranio con tracciato cefalometrico (riservato ai pazienti in fase di crescita); importanti sono le impronte studio ottenute con sistemi digitali diretti, che permettono un analisi digitale dettagliata, conseguendo dati rigorosi e precisi che conducono a una soluzione matematica dell’obiettivo da raggiungere. L’anamnesi e le probabili cause del disallineamento dentale sono fondamentali.
Caso clinico:
Paziente femmina a fine crescita, già trattata precedentemente con apparecchi ortodontici e stabilizzata con contenzioni fisse.
All’ esame obiettivo locale presenta: postura linguale scorretta e grave recidiva ortodontica; la paziente richiede trattamento ortodontico il più estetico possibile rifiutando chirurgia ortognatica, avulsioni seriate e apparecchiature di tipo linguale che potrebbero dare problematiche nell’eloquio; esteticamente richiede l’allineamento del gruppo frontale superiore con una diminuzione significativa della biprotusione, cercando di correggere al meglio il diastema interincisale superiore.
Si propone uno studio del caso per la programmazione di cura ortodontica con mascherine trasparenti mobili.
In prima seduta vengono eseguite le foto del frontale di entrambe le arcate in occlusione, il particolare del diastema e la latero-laterale ( Foto 1,2,3 ), si rilevano poi le impronte con idrocolloide non reversibile, da cui vengono stati sviluppati i primi modelli studio in gesso; questi modelli indicativi permetteranno la realizzazione di porta impronte individuali che saranno poi ribasati con vinile-polisilossano nella seduta successiva.
Le seconde impronte consentono al laboratorio una lettura digitale, diretta creando dei precisi modelli virtuali elaborabili con programmi predefiniti. I modelli iniziali vengono posizionati in visione frontale, laterale, occlusale e antero posteriore ( Fig.1,2 ).
In prima fase viene calcolato digitalmente l’overbite e l’overjet degli incisivi centrali superiori di destra e sinistra in rapporto con gli antagonisti ( Fig. 3 ), successivamente viene elaborata l’analisi di Bolton Anteriore cioè del sestante frontale superiore e inferiore ( Fig. 4 ), poi esteso fino ai primi molari ( Fig. 5 ), calcolando la discrepanza. La valutazione dei diametri trasversi la si ottiene con indice Korkhaus che valuterà le differenze rispetto alla media ( Fig.6 ).
Ora digitalmente verranno elaborati i possibili movimenti ottenibili in setup, calcolando per ogni dente gli scompensi di rotazione da raggiungere per ottenere un buon allineamento, l’elaborazione degli angoli di torque e tip definiranno il deficit, i movimenti di intrusione se pur limitati sono possibili per cui il calcolo rientrerà i determinati parametri, saranno anche stabilite le posizioni interprossimali rispetto alla norma ( Fig. 7 ).
A livello occlusale otterremo l’occlusione iniziale da cui realizzeremo l’occlusione ideale in setup ( Fig. 8 ).
Con i dati ottenuti digitalmente ed elaborati, costruiremo il modello finale degli obiettivi da raggiungere ( Fig. 09 ), che nel nostro caso ha dei limiti dati dalle basi ossee, per cui si prevederà di ottenere un buon allineamento ma con solo una lieve diminuzione della biprotusione, ottenibile da una piccolissima intrusione del gruppo frontale anteriore e con minimo aumento della dimensione verticale che stabilizza l’occlusione come nello studio del setup occlusale, visibile nei modelli virtuali di fine trattamento che ipotizzano il risultato finale. Vista l’impossibilità di distalizzare il groppo diatorico per recuperare spazio si elaborerà anche uno stripping interprossimale, ( Fig 10 ).
Per l’intera cura ortodontica verranno realizzate 24 mascherine superiori e 15 inferiori, si prevede un periodo di cura di circa un anno e contenzione mobile in mascherine di resina a fine trattamento.
Come possiamo osservare dal confronto delle foto iniziali con le finali ( Foto 4 ) abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati; questo è dovuto alla buona programmazione del caso e alla collaborazione assidua della paziente che è il contributo fondamentale.
E’importante sottolineare che questi trattamenti eseguiti a questi livelli sono ben differenti da quelli pubblicizzati dai siti con vendita di buoni preacquistati per pochi euro; in tali casi infatti, spesso il tutto è limitato a 2 impronte con una serie di mascherine termo stampate senza approfondimento del caso specifico lasciando il paziente con la speranza di un risultato, che a volte rimane solo un illusione.
Oggi la nostra paziente sorride così. ( Foto 5 )
Bibliografía:
1) Echarri P. Clear Aligner. Ed. Madrid (España):Ripano Médica; 2012
2) Djeu G, Shelton C, Maganzini A. Outcome assessment of Invisalign and traditional orthodontic treatment compared with the American Board of Orthodontics objective grading system. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 2005.
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