Gli attuali LASER a diodi permettono di trattare chirurgicamente i tessuti molli con estrema facilità, con i seguenti vantaggi: minimo sanguinamento, controllo della profondità di taglio, limitazione del dolore post operatorio, assenza di suture con guarigione per seconda intenzione; nel classico prelievo a lama fredda riscontriamo invece: difficoltà di controllo dell’emostasi, difficoltà di controllo della profondità di taglio, dolore post operatorio non sempre controllabile e la presenza suture con relative complicanze di guarigione ed eventuale disseminazione.
Nel nostro caso, dopo accurata anamnesi, concludiamo per una diagnosi clinica di fibroma traumatico del vestibolo inferiore destro e, viste le condizioni psicologiche della paziente, si opta per una rimozione chirurgica della lesione con LASER .
Dopo l’infiltrazione di anestetico locale, si procede all’intervento in un campo operatorio asciutto, ben visibile, privo di sangue. Si enuclea totalmente la lesione e la si invia al reparto di Anatomia patologica per ottenere un esame istopatologico. Il letto operatorio viene terminato con la cauterizzazione laser di tutti i vasi presenti e non si applicano suture. Si otterrà quindi la guarigione con completa restitutio ad integrum nell’arco di 3 settimane; la paziente non riferirà particolari momenti algici. (FOTO 1,2,3,4,)
I risultati dell’esame istologico confermano la diagnosi clinica, ma, nelle note, ritroviamo la presenza di marcate alterazioni tissutali da prelievo che sono date dagli insulti provocati dal LASER . (FOTO 5)
Vediamo ora un confronto istologico di un quadro classico di fibroma prelevato a lama fredda (FOTO 6) e il nostro caso di prelievo a mezzo LASER (FOTO 7) come possiamo osservare, notiamo presenza di artefatti di natura fisica dovuti ad effetti termici LASER indotti che non sono presenti nel prelievo a lama fredda.
La possibilità di confermare la diagnosi clinica è stata ottenuta isolando un’ area che è stata portata a maggior ingrandimento (FOTO 7,8) ; qui abbiamo riscontrato un quadro con architettura sovrapponibile al classico prelievo a lama fredda, che ci ha permesso di redigere una diagnosi istopatologia.
Conclusione: Il prelievo a mezzo LASER, a differenza della lama fredda, non sempre consente una conferma diagnostica istologica, per cui si consiglia l’utilizzo del laser solo dove la diagnosi clinica è chiara e sicura di benignità, riservandosi la possibilità di intervento chirurgico laser assistito, dove il prelievo avviene a lama fredda con la cauterizzazione della ferita a mezzo LASER; in questo caso sarà d’importanza fondamentale una documentazione fotografica perché, ottenuta la Restitutio ad integrum, sarà solo la foto che potrà dare la corretta localizzazione iniziale della lesione per consentire un ampliamento dell’intervento in caso di malignità.
Bibliografia:
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2) Goldman L, Blaney DJ, Kindel DJ et al: Pathology of the effect of the laser beam on te skin . Nature 1963 , 197:912
3) Gandolfo S. ed al.:Technics Biopsia in oncologia orale: biopsia escissionale o incisionale? Una revisione critica della letteratura e del contributo personale degli autori Min Stomatol 1993,(3) : 69-75
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