.... nel confezionamento di protesi rimovibili in pazienti portatori di lesioni potenzialmente precancerose.
La paziente è giunta alla mia osservazione per risolvere i suoi problemi legati all’impossibilità di portare la vecchia protesi per notevole instabilità e dolore durante la masticazione. All’ispezione del cavo orale risaltava immediatamente una lesione bianca della superficie inferiore della lingua, area non cheratinizzata e quindi a rischio più elevato.
- FOTO 1: COME SI PRESENTAVA LA LESIONE ALL’ISPEZIONE DEL CAVO ORALE
La paziente, inviata immediatamente, tramite il suo medico curante, dall’anatomo-patologo, che leconsigliava di rinviare la biopsia a dopo il trattamento protesico se la lesione non fosse scomparsa.
Infatti, circa l’80% delle lesioni orali, genericamente diagnosticate nella prassi clinica come lesioni bianche, sono rappresentate da leucocheratosi da trauma od irritazione cronica Il termine leucocheratosi implica l’assenza di atipie cellulari ed implica un giudizio istologico e prognostico di benignità, al contrario della leucoplachia che presenta cheratinociti atipici ed è una precancerosi a tutti gli effetti, con vari gradi di displasia sino al carcinoma in situ. La confusione terminologica nasce dal fatto che alcuni clinici indicano qualsiasi papula bianca non eliminabile con lo sfregamento con il termine di leucoplachia.
Nel caso della paziente in esame era presente una irritazione meccanica cronica locale dovuta sia ai bordi taglienti, ma soprattutto ad invasione dello spazio linguale da parte dei denti della vecchia protesi. Necessitava quindi un trattamento protesico rispettoso delle determinanti dinamiche del sistema stomatognatico della paziente. Il piano riabilitativo comprendeva la realizzazione di una protesi completa inferiore, e, essendo presenti il 22-23-25-26, una protesi parziale superiore con ganci fusi su 25-26 ed appoggio sul 23.
Ho quindi proceduto alla rilevazione di impronte in alginato sotto TENS utilizzando portaimpronta del commercio che hanno portato alla realizzazione di portaimpronta individuali in resina secondo la metodica neuromuscolare (bordi leggermente più corti rispetto ai margini di inserzione muscolare rilevati con la prima impronta).
- FOTO 2: MODELLO IN GESSO RISULTANTE DALLA PRIMA IMPRONTA IN ALGINATO E PORTAIMPRONTE INDIVIDUALE IN RESINA SU QUESTO REALIZZATO
Per la seconda impronta ho preferito usare il permlastic al posto della resina Sapphire. Questo perché la paziente non era molto collaborante a causa dello stato ansioso che tutto ciò le aveva provocato e in questo modo la presa dell’impronta risulta più semplice.
(Rilevazione del primo confine, punto di passaggio fra gengiva aderente e mucosa alveolare, individuato mediante le contrazioni muscolari indotte dalla TENS. E’ questa la zona nella quale il tecnico dovrà posizionare i bordi della protesi).
Segue la realizzazione delle basi in resina con valli in cera intercambiabili per la determinazione del rapporto mandibolo-cranico.
- FOTO 3: PRESA DELLA SECONDA IMPRONTA IN PERMLASTIC SOTTO TENS
- FOTO 4: L’IMPRONTA RISULTANTE
- FOTO 5: MODELLO SVILUPPATO DALL’IMPRONTA, BASE IN RESINA REALIZZATA SU QUEL MODELLO CON VALLO IN CERA (PER LA DETERMINAZIONE DEL RAPPORTO MANDIBOLO-CRANICO) RIMOVIBILE PER POTER ESEGUIRE LA PIEZZOGRAFIA
- FOTO 6: MODELLO INFERIORE MONTATO SU TERMINUS CON BASE IN RESINA E VALLO IN CERA FOTO
- 7:MODELLI INFERIORE E SUPERIORE CON BASI E VALLI
- FOTO 8 E 9: MODELLI MONTATI SU TERMINUS SECONDO IL RAPPORTO MANDIBOLO-CRANICO DELLA PAZIENTE, RILEVATO CON RESINA SAPPHIRE SOPRA I VALLI DURANTE STIMOLAZIONE TENS
Segue la rilevazione, mediante piezzografia, dello spazio di conflitto tra lingua e guance. Ciò è particolarmente importante specialmente in casi come questo in cui bisogna assolutamente evitare una interferenza traumatizzante dei denti nei confronti della lingua.
- FOTO 10 E 11: COME RISULTA LA PIEZZOGRAFIA, ESEGUITA CON RESINA SAPPHIRE POSTA SULLE STESSE BASI IN RESINA UTILIZZATE PER LA REGISTRAZIONE DEL RAPPORTO MANDIBOLO-CRANICO
Nel frattempo è stata preparata la parte fusa e quindi completato il montaggio.
- FOTO 12: LA PARTE FUSA PER ANCORARE LA PROTESI SUPERIORE SUI DENTI RESIDUI
- FOTO 13: IL MONTAGGIO COMPLETATO
- FOTO 14: PARTICOLARE DEL MONTAGGIO INFERIORE
- FOTO 15: PARTICOLARE DEL MONTAGGIO SUPERIORE
Nella foto che segue il risultato dopo tre mesi di applicazione delle nuove protesi. La lesione è completamente guarita e ciò ha evitato alla paziente la necessità di sottoporsi a prelievo bioptico e successivo esame istologico, con tutte le implicazioni psicologiche che questo comporta.
BIBLIOGRAFIA:
1) Cattaneo Ruggero: Appunti del corso teorico-pratico di “Protesi Mobile Totale Neuromuscolare.
2) Alessandri T.: Aspetti funzionali della deglutizione in protesi totale, IAPNOR 2001 N°1, pag.25-36.
3) Alessandri T.: Utilizzo della piezzografia come piano di occlusione e spazio libero di funzione in protesi totale, IAPNOR 2001, N°2, pag.23-29.
4) Montagna F., Ferronato G., Martinelli F.: Patologia orale orientata per problemi, edizioni Promoass.
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