La Corte europa di giustizia dovrà decidere se i dentisti debbano pagare o meno i diritti d'autore agli artisti per la musica che viene diffusa all'interno degli studi professionali. La Corte di Appello di Torino ha infatti accolto la richiesta di Scf Consorzio Fonografici, formulata nell'ambito di un contenzioso contro un dentista, di sospendere il giudizio e di sottoporre la questione proprio alla Corte europea.
La Corte sarà chiamata a decidere se la diffusione di musica all'interno di studi professionali privati, come quelli dentistici, nei quali l'accesso di clienti avviene di norma in maniera programmata, rappresenta una forma di 'comunicazione al pubblico di musica'. Si dovrà quindi stabilire, spiega Scf, se l'ambulatorio dentistico costituisce un 'luogo aperto al pubblico'. L'autorità europea dovrà, inoltre, chiarire se tale attività di diffusione dia diritto alla percezione di un compenso in favore di artisti e produttori discografici, così come previsto dalle direttive dell'Ue e dalla legge italiana sul diritto d'autore. Per Gianluigi Chiodaroli, presidente di Scf, "l'obiettivo auspicabile è ottenere in materia un'armonizzazione con quanto già da tempo avviene negli altri Paesi dell'Unione europea dove gli studi medici e dentistici riconoscono regolarmente il pagamento dei diritti discografici a fronte dell'utilizzo di musica d'ambiente, per offrire ai propri pazienti un ambiente più confortevole e rilassante".
Lo scopo, dunque, è scardinare il luogo comune che identifica la musica come un bene gratuito. "Registriamo sul tema una crescente maturità e consapevolezza da parte di operatori professionali, attivi nei più svariati settori, che fanno sempre più uso di musica riconoscendo i diritti discografici - osserva Chiodaroli - Anche il mondo no-profit ha dimostrato la medesima sensibilità. Persino la Chiesa, attraverso la Cei, ha da tempo in essere con Scf una convenzione a favore delle parrocchie. Ci domandiamo, a questo punto, per quale motivo i dentisti non dovrebbero pagare".
Fonte: Adnkronos