La diagnosi per questi pazienti viene fatta a seguito di una visita e una serie di esami dagli specialisti dei Centri di medicina del sonno, "ma spesso il primo ad averne il sospetto è il dentista - osserva Polimeni - Nei casi lievi o moderati l'odontoiatra può effettuare la terapia delle apnee ostruttive, realizzando dispositivi orali su misura per il proprio paziente in grado di mantenere la mandibola e la lingua spostate in avanti durante la notte, così da creare più spazio nella parte posteriore della bocca ed evitare l'ostruzione delle vie aeree".
"Si tratta di dispositivi comodi e facili da indossare - precisa - che possono essere facilmente portati con sé in viaggio; inoltre, il trattamento è poco invasivo e reversibile, perché può essere sospeso in qualsiasi momento. Utile anche per eliminare il semplice russamento, la terapia odontoiatrica per le apnee è in grado di diminuire i sintomi nei casi meno gravi e nel russamento semplice, scongiurando il ricorso a forme più complesse di cura come la ventiloterapia, nella quale si applica una pressione positiva continua alle vie aeree del paziente facendolo respirare da una mascherina quando dorme. La ventiloterapia - aggiunge la specialista - è una terapia efficace ma molto fastidiosa, che infatti comporta una scarsa adesione alla cura visto che la percentuale di chi indossa la mascherina per meno di 4 ore a notte oscilla fra il 46 e l'83%. I dispositivi orali, molto più 'discreti' e poco o per nulla fastidiosi - conclude - vengono invece portati tutta la notte da più dell'80 % dei pazienti".
Fonte: Adnkronos Salute