Una direttiva della UE fissa il contenuto del periossido allo 0,1%
19-01-2008 Una direttiva dell'Unione Europea fissa il contenuto di perossido allo 0,1 %, ma in Italia le cose vanno diversamente. A chi non piacerebbe avere un sorriso smagliante, luminoso? Un sogno possibile per molti, grazie alle moderne tecniche di sbiancamento professionale effettuate in uno studio dentistico. Per gli altri è corsa ai metodi fai-da-te, dai dentifrici alle paste da applicare sino alle strisce. Prodotti a base di perossido che si possono acquistare in farmacia o nei supermercati. Secondo la direttiva Europea per prodotti cosmetici (76/7 68/EEC), la concentrazione di perossido di idrogeno nei prodotti per la cura orale non può superare lo O,1 %, quelli che possiedono una concentrazione maggiore non possono essere, quindi, venduti liberamente al pubblico. In Italia, però, per mancato recepimento di questa direttiva, i prodotti sono in vendita liberamente. La Commissione del comitato scientifico per i prodotti cosmetici (Sccp), un organo indipendente con funzione consultiva, ha più volte espresso parere negativo al riguardo richiedendo supervisione e autorizzazione (ricetta medica) del dentista e la Commissione ha emesso una direttiva che vincola la loro vendita. "Oggi la normativa europea", spiega il consulente scientifico del Dipartimento di Odontoiatria dell'Ospedale San Raffaele di Milano, indica che i prodotti sbiancanti con concentrazioni di perossido superiori allo 0,1 % sono da utilizzare sotto la supervisione di uno specialista.
In Italia invece è ormai accettato un loro utilizzo senza limitazioni o quasi. E in pochi conoscono le concentrazioni di perossido contenuto nei prodotti in commercio e le possibili conseguenze. Il dott. Roberto Callioni dell' Andi (Associazione Nazionale Medici Dentisti Italiani) aggiunge: "Avere denti bianchissimi è diventato un fenomeno di costume, ma non è la stessa cosa che avere denti sani, che invece è un diritto. lo sono favorevole alla vendita di questi prodotti dietro prescrizione.
L'uso indiscriminato di sostanze sbiancanti, che si somma all'utilizzo di dentifrici dall’effetto abrasivo "meccanico", di gomme da masticare, eccetera, mette a rischio lo smalto, lo consuma irreparabilmente". L'eccesso o l'uso cronico di sbiancanti ad alte dosi di perossido può provocare ipersensibilità, danneggiare lo smalto, indurre carie, gengiviti e, nei soggetti predisposti sviluppare fenomeni di sensibilizzazione. Ma come ci si può accorgere di aver esagerato? "Un consiglio è quello di andare dal dentista al primo accenno di sensibilità, uno dei primi effetti negativi che si riscontrano", spiega Callioni.
Una proposta è stata quella di subordinare l'uso di questi prodotti ad una prescrizione medica, in modo da evitarne l'uso indiscriminato. Ma la CE ha preferito una strada diversa, sia pure andando contro il parere del Comitato Scientifico: andare avanti per un periodo di "prova" di cinque anni per ottenere i dati di studio a lungo termine.
"In questo modo si usano i cittadini come cavie, bisognerebbe invece aspettare di mettere in commercio i prodotti solo dopo che abbiano dimostrato la loro innocuità anche a lungo termine". Nel dubbio, meglio affidarsi allo specialista.
Fonte: La Repubblica Salute
In Italia invece è ormai accettato un loro utilizzo senza limitazioni o quasi. E in pochi conoscono le concentrazioni di perossido contenuto nei prodotti in commercio e le possibili conseguenze. Il dott. Roberto Callioni dell' Andi (Associazione Nazionale Medici Dentisti Italiani) aggiunge: "Avere denti bianchissimi è diventato un fenomeno di costume, ma non è la stessa cosa che avere denti sani, che invece è un diritto. lo sono favorevole alla vendita di questi prodotti dietro prescrizione.
L'uso indiscriminato di sostanze sbiancanti, che si somma all'utilizzo di dentifrici dall’effetto abrasivo "meccanico", di gomme da masticare, eccetera, mette a rischio lo smalto, lo consuma irreparabilmente". L'eccesso o l'uso cronico di sbiancanti ad alte dosi di perossido può provocare ipersensibilità, danneggiare lo smalto, indurre carie, gengiviti e, nei soggetti predisposti sviluppare fenomeni di sensibilizzazione. Ma come ci si può accorgere di aver esagerato? "Un consiglio è quello di andare dal dentista al primo accenno di sensibilità, uno dei primi effetti negativi che si riscontrano", spiega Callioni.
Una proposta è stata quella di subordinare l'uso di questi prodotti ad una prescrizione medica, in modo da evitarne l'uso indiscriminato. Ma la CE ha preferito una strada diversa, sia pure andando contro il parere del Comitato Scientifico: andare avanti per un periodo di "prova" di cinque anni per ottenere i dati di studio a lungo termine.
"In questo modo si usano i cittadini come cavie, bisognerebbe invece aspettare di mettere in commercio i prodotti solo dopo che abbiano dimostrato la loro innocuità anche a lungo termine". Nel dubbio, meglio affidarsi allo specialista.
Fonte: La Repubblica Salute