I denti del giudizio sono i terzi molari permanenti. Sono chiamati così perché dovrebbero erompere concomitantemente al raggiungimento della maturità. In realtà questi denti presentano molteplici variabilità e non ultima l’età di eruzione. Non è infrequente vederli spuntare anche oltre il 70 anni, magari in pazienti portatori di protesi totali!
Intorno ai denti del giudizio si odono racconti quasi leggendari: tremendi dolori nello spuntare e feroci agonie in caso di loro estrazione. Ma è questa la regola?
In effetti, in virtù della conformazione scheletrica degli individui di razza caucasica, i denti del giudizio sono sostanzialmente "in più". Le arcate dentarie di popolazioni originarie di altre razze, soprattutto africane, hanno maggiore disponibilità di spazio per poter alloggiare correttamente anche il dente del giudizio. Quando lo spazio è assente allora possono verificarsi anche situazioni che portano allo sviluppo di patologie per le quali l’estrazione è spesso indicata.
In caso di mancanza di spazio è possibile che il dente del giudizio rimanga incluso, ossia che non compaia in arcata. Spesso nella sua inclusione assume una posizione orizzontale. L’inclusione del dente non è di per se stessa un problema per il quale si renda necessaria l’estrazione e un dente incluso può rimanere tale per tutta la vita. Diventa necessaria se si crea una continuità con l’ambiente orale, poiché, a questo punto, i batteri hanno una strada per colonizzare il dente sepolto. Questo fatto determina facilmente ascessi ripetuti che possono essere curati con antibiotici nella fase acuta, ma che per essere eradicati completamente costringono all’estrazione. In tal caso si parla di "pericoronarite" (ossia infiammazione dei tessuti intorno alla corona del dente) e con l’aggiunta della sintomatologia dolorosa, dell’edema, e del trisma si configura un quadro di "disodontiasi".
Un'altra causa di estrazione è se il dente del giudizio si prevede che possa indurre patologie nel dente che lo precede. Alcuni denti del giudizio, infatti, riescono a favorire processi cariosi, parodontali o riassorbimenti radicolari in virtù di un loro mal posizionamento.
L’estrazione può essere indicata anche per lesioni cariose importanti. Tali denti sono difficili da pulire e per questo sono più facilmente soggetti a carie. Anche il fatto che la loro eruzione sia spesso lenta, con lembi di gengiva mobile che li ricoprono parzialmente, favorisce l’annidamento di batteri cariogeni in zone non detergibili. Quando il dente del giudizio si caria è spesso difficile da curare correttamente e perciò talvolta viene eliminato.
Frequentemente i denti del giudizio superiori sono costretti ad assumere una posizione inclinata verso la guancia e, nei movimenti di lateralità, finiscono per determinare lesioni mucose. Anche questa è una evenienza per la quale si possa ricorrere all’estrazione. Altra causa di estrazione può essere un’interferenza con un trattamento di ortodonzia.
In merito al fatto che i denti del giudizio, durante la loro spinta eruttiva, spostino gli incisivi è necessario fare una precisazione. Uno studio londinese ha dimostrato che in bambini ai quali erano stati estratti precocemente i denti del giudizio si verificavano affollamenti in maniera sovrapponibile a bambini ai quali i denti erano stati mantenuti. Pertanto i denti del giudizio non determinerebbero affollamenti. L’estrazione del dente del giudizio può essere presa in considerazione anche in caso di "autotrapianto". Con questa modalità il dente si trapianta al posto di un altro ormai irrecuperabile. In tal modo assume la funzione di una "ruota di scorta".
Se il dente del giudizio è posto correttamente in arcata e non determina problemi non va assolutamente tolto. E’ da considerarsi un dente come un altro.
E quando fosse necessario ricorrere all’estrazione c’è da preoccuparsi?
I denti del giudizio superiori sono generalmente semplici da togliere e difficilmente danno complicazioni. Anche per molti denti inferiori vale la stessa regola, sebbene le complicanze siano più frequenti. Come si accennava precedentemente i denti del giudizio presentano spesso variabilità. Alcune di queste semplificano le procedure estrattive (gli elementi monoradicolati si gestiscono più semplicemente degli elementi pluriradicolati) altre le complicano (radici contorte ancorano spesso questi denti saldamente al supporto osseo).
Quando i denti sono completamente estrusi sono più semplici da eliminare rispetto agli inclusi. Nell’ambito degli inclusi i germi e i denti immaturi sono più semplici da estrarre rispetto a denti completamente formati. Anche l’età del paziente influisce: all’aumentare dell’età aumenta la difficoltà. La presenza di strutture anatomiche importanti in continuità con il dente può ulteriormente complicare l’estrazione. Fortunatamente le attuali procedure diagnostiche consentono di limitare al minimo i rischi connessi a questo intervento.
Pertanto, anche l’estrazione di elementi inclusi non determina necessariamente un post-operatorio così terribile come si è spesso portati a pensare, soprattutto se si seguono meticolosamente le indicazioni fornite dal proprio dentista di fiducia.
Le complicanze più frequenti all’estrazione dei casi complessi sono il gonfiore e il dolore. Il gonfiore spesso è fastidioso perché limita l’apertura della bocca a pochi millimetri. Il dolore invece è generalmente ben controllabile con la terapia medica fornita dal proprio dentista. Complicanze molto meno frequenti sono una alterazione della sensibilità (parestesia) transitoria all’emi-labbro. Tale parestesia può arrivare a durare fino ad un massimo di 6 mesi. Complicanze ancora più rare sono una parestesia permanente all’emi-labbro ed ancor più rara una parestesia della lingua.
Purtroppo, come spesso accade, fa molto più clamore la disgrazia rispetto alla normale routine quotidiana. E presumibilmente per questo sono nate mirabili leggende sui denti del giudizio e sulle loro estrazioni. Ovviamente ogni terapia contempla delle complicanze, ma queste non debbono essere considerate una regola. Sicuramente il dentista di fiducia saprà dare le migliori informazioni in merito ad ogni singolo caso e, quando mostrerà una realtà più semplice rispetto a quella presunta, "non ci starà tendendo una trappola", ma semplicemente ci starà riportando con i piedi per terra.
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