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Sfatare le vecchie credenze sulle modalita' di cura dei denti

Molte e curiose sono le credenze che i pazienti riferiscono riguardo l'odontoiatria. A mio avviso, queste sono fra le più significative

by Dott. Orazio Ischia 25-04-2010 6144 visualizzazioni

Affinchè le cure odontoiatriche conservative siano effettivamente in linea con i migliori parametri dell'evidenza scientifica è necessario considerare i seguenti punti:

 

  • Non si può procedere all'atto di cura di un organo intervenendo come se questo fosse inerte: le procedure di odontoiatria restaurativa, così come quelle di endodonzia, prevedono l'isolamento dell'elemento dentale in cura, al pari di qualunque parte del corpo umano sottoposto ad intervento chirurgico e lo si fa con la diga di gomma. Lo scopo finale è quello di isolare completamente la struttura dentale dalla contaminazione batterica con l'ottenimento del sigillo nei confronti dell'ambiente orale e mantenendolo, quindi in seguito, con le nostre terapie ricostruttive. Questo discende dalla conoscenza dalla fisiologia della polpa dentale, un organo che, per via della sua condizione di confinamento all'interno dello spazio endodontico, mal sopporta gli insulti di qualsivoglia natura potendo opporre ad essi solo una limitata capacità di difesa fortemente condizionata dall'irrorazione sanguigna che la perfonde attraverso lo stretto forame apicale ed in piccola parte dal legamento parodontale. Inoltre, la struttura microscopica del dente presenta una moltitudine di canali che dallo spazio endodontico si allontanano verso la sua periferia consentendo alle propaggini delle cellule pulpari di permeare la dentina sì da poter in primis deporla e, successivamente, adempiere alla funzione di mantenimento e di rimodellamento dell'elemento dentale, opponendosi all'attacco di una possibile lesione cariosa con la creazione di uno strato di dentina di reazione, ma allo stesso tempo dando a questa la possibilità di avanzare velocemente con dei germi pionieri all'interno di essi giungendo ad interessare più profondamente la struttura dentale ed infettando in porzioni sempre più ampie la polpa. Si intuisce quindi che la cura di una carie non trova alcun razionale frazionamento in molteplici e distanti piccole sedute che, oltre ad essere un grosso impegno per il paziente rischiano di essere esse stesse la causa di una più veloce progressione dell'infezione cariosa nella struttura sana che di volta in volta viene ad essere esposta all'infiltrazione di germi pionieri che incuranti di qualsiasi medicazione presunta sterilizzante si trovano comodamente all'interno dei canalicoli dentinali appena più in là del raggio di azione di qualsiasi sostanza chimica si possa utilizzare.

 

  • Stesso discorso vale per le medicazioni endodontiche. Non saranno mai in grado di eradicare un'infezione presente all'interno di un canale radicolare, specie se sostenuta dalla specie streptococco faecalis. L'evidenza scientifica non da alcun conforto alla pratica in uso di medicazioni intermedie con idrossido di calcio, pasta iodoformica o qualunque altro medicamento preso in considerazione.

 

  • L'anestesia non serve per la cura di un dente. Questo è quello che normalmente si pensa e non ha alcuna motivazione di esistere. E' il retaggio di una vecchia formazione culturale di moltissimi dentisti, che agiscono ancora con modalità che prevedono un numero di sedute alto e di breve durata per l'esecuzione delle cure. A che serve l'anestesia? Ad ottenere la completa eliminazione dei tessuti infetti siano essi duri o molli. Senza di essa le cure dentali efficaci e veloci sarebbero una tortura.

 

  • OTTURAZIONI IN AMALGAMA D'ARGENTO VERSUS COMPOSITI L'amalgama d'argento, usata con soddisfazione da generazioni di dentisti, rispondendo a requisiti di efficacia, resistenza, economicità, ridotta tendenza all'infiltrazione marginale, a condizione di una corretta metodica operativa è ormai da diversi anni sempre più scarsamente utilizzata nella moderna odontoiatria. I motivi di tale abbandono sono da ricercarsi nella necessità, che ha l'amalgama, di ottenere una cavità che risponda a principi di preparazione rigorosi che vogliono la completa eliminazione della sostanza dentale cariata e la creazione di incastri a coda di rondine in dente sano. Richiede inoltre l'estensione preventiva e ciò porta inevitabilmente a sacrificare porzioni, anche importanti, di dente sano. Inoltre la presenza di mercurio all'interno della miscela è oggetto di aspre critiche nella letteratura scientifica degli ultimi anni. Infine, la sempre più pressante richiesta estetica, unitamente al miglioramento delle performance dei materiali compositi, l'hanno quasi fatta sparire dagli studi. In pochi decenni i compositi hanno conquistato sempre più ampi campi di applicazione, grazie alla loro grande capacità di essere sia estetici che sicuri, per la tossicità ridotta, la resistenza all'infiltrazione marginale, la possibilità di ridurre l'estensione dell' otturazione alla sola sostituzione della parte di dente cariato con un notevole risparmio di sostanza sana, sia per le notevoli possibilità che le moderne tecniche di adesione ci offrono. Un punto fondamentale a favore dei compositi è segnato dalle tecniche adesive, con la possibilità di ottenere una ricostruzione dell'elemento dentale che si comporta meccanicamente con un modulo di elasticità molto più vicino a quello del dente sano, riducendo quindi l'evento frattura, anche per via della possibile ricostruzione senza mutilazioni della corona. In ultimo, la ricostruzione di un elemento dentale trattato endodonticamente è ormai da vari studi accertato essere ottenuta nel miglior modo con la cementazione intra canalare di un perno in fibra di vetro con un cemento composito.Tutte queste motivazioni hanno ormai relegato l'amalgama all'interno di campi di applicazione sempre più ristretti ed all'interno di terapie sociali, per via del costo operativo estremamente basso.

 

  • Altra credenza da sfatare è quella secondo cui un dente infiammato e dolente non possa essere né curato né estratto prima di una terapia antibiotica ed antinfiammatoria. Questa è talmente diffusa che spesso si vedono arrivare in studio pazienti che avrebbero potuto risolvere già da qualche giorno i propri problemi e che invece hanno continuato a soffrire inutilmente nell'attesa del miracoloso effetto dei farmaci autoprescritti. E' bene che sia chiaro questa è frutto dell'ignoranza di ampi strati della popolazione e della comoda soluzione che essa dà a molti dentisti e pseudo tali di agire non su un caso acuto difficile, da gestire sotto il profilo anestesiologico, ma non per questo non trattabile. Un abile odontoiatra riesce a fermare gli accessi di dolore trattandoli nella quasi totalità dei casi. Chi non lo fa, accampando come pretesto l'impossibilità di farlo, sfruttando la credenza popolare quasi sempre non vuole rischiare di perdere tanto tempo nella gestione del paziente difficile o, semplicemente, non ne è all'altezza.

 

  • I denti da latte cadono ed allora non serve curarli! Quante volte ci sentiamo dire questo che è un non senso evidente,i denti da latte fanno male anche loro!Inoltre lasciarli distruggere da grosse carie apre la porta dell'organismo a ben più insidiose patologie,come endocarditi,nefriti,febbre reumatica,il quadro della malattia focale quella per cui ves e tas sono sempre alterate.

 

Molte sono le cose da sfatare in Odontoiatria, perchè molto ancora c'è da fare per informare i pazienti sulle reali possibilità che essa offre oggi se viene praticata a livelli tecnici, tecnologici e di conoscenza, semplicemente  impensabili fino a pochi anni fa.

Scritto da Dott. Orazio Ischia
Lipari (ME)

TAG: cura denti