L’esecuzione dello sbiancamento dei denti deve sempre essere affidata all’odontoiatra (dentista) o all’igienista dentale diplomata, perché in grado di valutare e selezionare in maniera attenta il paziente da sottoporre al trattamento sbiancante. Non tutti i pazienti che fanno richiesta di sbiancamento dentale sono idonei e non tutte le discromie dei denti (variazioni di colore) possono essere sbiancate. Esistono precisi parametri di riferimento ed indicazioni che devono essere rispettati per prevenire effetti collaterali e non inficiare il successo dello sbiancamento.
Parlare di sbiancamento dentale vuole dire intervenire sulla discromia del dente (cambiamento del colore) per eliminarla o attenuarla.
I fattori che possono alterare il colore dei denti aderendo alla superficie del dente, al tartaro o alla placca batterica sono noti come pigmenti o macchie, sono cioè delle sostanze coloranti di varia natura (batteri cromogeni, pigmenti presenti in cibi, bevande o medicinali). Gli esempi più noti sono costituiti da tè, caffè, vino rosso, tabacco, liquirizia, colluttori con clorexidina. Un’ alta acidità del cavo orale favorisce l’accumulo di pigmenti. Questo tipo di colorazioni del dente sono tutte facilmente asportabili con l’Igiene professionale.
Si parla, invece, di Discromie Intrinseche (Intrinsic Discoloretion) quando il cambiamento di colore avviene per il cambiamento strutturale dei tessuti dentali o per l’accumulo nella parte interna del dente di sostanze cromoattive (coloranti).
Le cause di cambiamento di colore più frequenti sono:
Invecchiamento: i denti assumono un aspetto grigio o giallastro
Amelogenesi imperfetta: i denti a causa di difetti nella formazione o nella maturazione dello smalto assumono una colorazione che varia dal giallo al marrone.
Dentinogenesi imperfetta: colorazione dal rosso-marrone al grigio, dovuta all’obliterazione della camera pulpare di dentina fluorescente.
Fluorosi: smalto ipermineralizzato e poroso: il colore varia da bianco-grigio, marroncino o scuro.
Malattie ematologiche: eritroblastosi fetale, talassemia, anemia falciforme, porfiria.
Anomalie post traumatiche.
Amalgama d’argento.
Particolari Cementi endodontici.
Malattie sistemiche: epatiti.
Tetracicline: discolorazioni giallomarroni o grigiastre causate da somministrazioni di questo antibiotico prima dell’ottavo anno di età. L’intensità della colorazione appare maggiormente legata ad un fattore dose dipendente piuttosto che al tempo di somministrazione.
Traumatismi e necrosi pulpare.
Lo sbiancamento può essere:
Sbiancamento interno ( dente non vitale): la sostanza attiva è inserita all’interno della camera pulpare del dente e può essere fatta agire sia dal dentista in studio o lasciata in situ tra una seduta e l’altra.
Sbiancamento esterno (dente vitale): la sostanza attiva è posta a contatto con la superficie esterna del dente. Questo può essere distinto in "sbiancamento domiciliare" (autoapplicazione del gel attivo da parte del paziente su istruzione dell’odontoiatra) e "sbiancamento in studio"(il team odontoiatrico provvede allo sbiancamento direttamente alla poltrona.)
Le sostanze utilizzate per lo sbiancamento domiciliare sono ovviamente molto meno concentrate ed energiche (soft bleaching) rispetto a quelle usate in studio dal dentista (power bleaching).
Lo sbiancamento dei denti deve sempre essere preceduto da una seduta di igiene orale professionale per la rimozione di placca, tartaro e pigmentazioni, per l’istruzione e la motivazione del paziente, da cui dipenderà la durata nel tempo dello sbiancamento ottenuto (non meno di un anno, mediamente due).
L’ Home bleaching prevede l’utilizzo di una mascherina individuale termoformata e gel a base di perossido di idrogeno al 10% o perossido di carbammide al 10%,15%,20%, a seconda delle necessità del paziente. Le differenze tra le diverse metodiche domiciliari consistono nella percentuale dell’ingrediente attivo da cui dipendono il tempo di contatto (da 2 ore a 8 ore) e nel numero di applicazioni (da 5 a 12).
Lo Sbiancamento alla poltrona, invece, ha come obiettivo lo sbiancamento in tempi molto rapidi, in un'unica seduta per soddisfare i pazienti più esigenti che:
Non vogliono avere incombenze domiciliari
Vogliono fare tutto in fretta
Vogliono tutelare la loro privacy
Si effettua sempre con perossidi ad alta concentrazione (perossido di carbammide al 45% o perossido di idrogeno al 38%) con o senza fotoattivazione e spesso in un'unica seduta di circa 40 minuti.
EFFETTI COLLATERALI
Gli agenti sbiancanti non provocano significativi cambiamenti micromorfologici e strutturali sulla superficie dello smalto e della dentina; le eventuali alterazioni di superficie sono reversibili grazie all’immediato ed efficace meccanismo di rimineralizzazione dello smalto.
Uno dei più noti effetti collaterali è la possibilità di insorgenza di ipersensibilità dentinale, che però non si verifica spesso e comunque si tratta di un disturbo temporaneo (regredisce completamente entro 8 ore) facilmente eliminabile con l’utilizzo di sostanze desensibilizzanti e rimineralizzanti quali il fluoruro di sodio neutro, il nitrato di potassio, il fosfato di calcio amorfo.
Può talvolta provocare piccolissime alterazioni da contatto sulle gengive che guariscono spontaneamente nel giro di poche ore e senza nessuna conseguenza.
Dentista Sicilia, Siracusa
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Dentista Emilia Romagna, Rimini
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