La terapia endodontica (devitalizzazione) è un processo irreversibile che prevede lo svuotamento dello spazio endodontico: la camera pulpare e i canali radicolari. Tale spazio contiene la polpa, che è il tessuto molle interno al dente chiamato volgarmente "nervo". In realtà le terminazioni nervose sono solo una delle componenti che compongono la polpa oltre ai vasi sanguigni e lo stroma connettivale (matrice nella quale sono ospitati vasi e nervi).
I motivi che possono portare il dentista a programmare un trattamento endodontico sono fondamentalmente 3:
- pulpite irreversibile (infiammazione della polpa e del nervo)
- necrosi pulpare (morte della polpa)
- necessità protesiche
Un dente privato della propria polpa si disidrata, analogamente ad un ramo separato dal tronco dell'albero. Quindi il dente devitalizzato perde elasticità, aumenta il modulo di elasticità e diventa sostanzialmente più rigido. Un corpo rigido perde la capacità di assorbire energia e, di fronte a stimoli importanti (come i carichi masticatori), si frattura.
La modalità più sicura per la preservazione del dente è la copertura con una corona protesica. La corona protesica "abbraccia" le pareti residue del dente riducendo il rischio di frattura. Anche intarsi o ricostruzioni che prevedano una copertura delle cuspidi possono fornire una certa sicurezza. Infatti, in questo caso, l'intera superficie masticante viene protetta evitando di avere una serie di interfacce tra dente e materiale da otturazione. Le uniche eccezioni sono:
- I denti che abbiano conservato un adeguato spessore delle pareti, le quali devono essere tutte rappresentate circonferenzialmente (evento poco frequente)
- I denti anteriori
In questi casi anche una semplice otturazione (meglio se in composito per le sue proprietà leganti) può essere sufficiente per ripristinare l'integrità del dente. In tutte le altre situazioni è fortemente consigliato provvedere ad una copertura della superficie occlusale, meglio se attuata tramite la realizzazione di una corona protesica.
I denti devitalizzati, ma non ricoperti, che maggiormente si fratturano sono i primi premolari superiori, seguiti dai molari inferiori e dai molari superiori. Nessun dente devitalizzato è, comunque, indenne dal rischio di frattura.
Quando un dente subisce una frattura esistono fondalmente 3 situazioni:
- frattura esterna o pari al bordo della gengiva;
- frattura sotto al bordo gengivale o alla cresta ossea, ma che non si spinge troppo al di sotto di quest'ultima;
- frattura verticale.
Nel primo caso il dente può essere recuperato facilmente, magari ricorrendo alla ricopertura protesica evitata precedentemente.
Nel secondo caso spesso si riesce a recuperare il dente, ma è necessario esporre il margine della frattura tramite un intervento chirurgico chiamato "allungamento di corona clinica" o tramite " estrusione ortodontica".
Nel terzo caso l'unica terapia è l'estrazione.
Poiché non è possibile stabilire se, o come, si potrà rompere un dente devitalizzato, è opportuno prevenire la frattura tramite la ricopertura del dente.
Dentista Puglia, Brindisi
Vedi la scheda
Dentista Lazio, Roma
Vedi la scheda
Dentista Abruzzo, L'Aquila
Vedi la scheda
Dentista Campania, Napoli
Vedi la scheda
Dentista Lazio, Roma
Vedi la scheda