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Problemi vertebrali, scoliosi: andiamo dal dentista!

Nel caso di una Disfunzione Cranio-Cervico-Mandibolare Discendente, l'Odontoiatra indirettamente puo' concorrere con le sole terapie gnatologiche a ridurre o risolvere i sovraccarichi o le deviazioni posturali della colonna vertebrale .

by Dott. Sergio Audino 24-01-2009 9212 visualizzazioni

Fin dalla più tenera età possono presentarsi cause con eziopatogenesi posturale, che esibiscono la potenzialità di generare delle Disfunzioni Cranio-Cervico-Mandibolari, che in questo specifico caso vengono definite “Ascendenti“. A queste concorrono causalmente -con alto indice statistico- tutte quelle condizioni di cattiva postura, che possiamo notare frequentemente nei nostri bambini, in cui la colonna vertebrale e tutta la muscolatura del dispositivo assile posturale, vengono deviate rispetto alla norma e sottoposte a continui fattori tensivi.

 

Queste condizioni, soprattutto in età di crescita, rappresentano un fattore notevolmente modificante, sul corretto sviluppo del dispositivo posturale e distretto cranio-cervico-mandibolare.

 

Le cause che possono comportare una turba posturale del bambino, sono numerose.

 

  • Un precoce inizio della deambulazione, può comportare deviazioni dell’arco plantare, cioè quella curva fisiologica che ha il piede, per garantire un carico equilibrato e ben distribuito di tutto il peso corporeo in stazione eretta.
  • Lo stesso vale per le dismetrie degli arti inferiori che possono insorgere in età infantile o adolescenziale a seguito, per esempio, di fratture degli arti inferiori soprattutto se curate con lunghi periodi di contenzione con gesso.

 

Qualunque evento che influisca negativamente sulla postura e sull’appoggio plantare, comporterà un asimmetrico tensionamento dei muscoli di un lato del corpo rispetto al controlaterale, dando luogo nel tempo, e soprattutto con il permanere dei fattori causali non corretti, ad uno squilibrio posturale dei distretti superiori.

 

La prima importante stazione posturale che può venire interessata nel caso di una dismetria degli arti inferiori o di un’alterazione dell’arco plantare del giovane Paziente è il bacino. Esso può presentarsi asimmetrico o spazialmente mal posizionato (squilibrio della linea bi-spino iliaca). Questo evento parafunzionale o disfunzionale, può coinvolgere anche la colonna vertebrale che, con una curva di compenso, può annullare o ridurre nei distretti più alti gli squilibri esistenti nei distretti inferiori.
Questo compenso però può avvenire in maniera eccessiva, compensando lo squilibrio, ma generando un ipercompenso, che diverrà causa di un nuovo scompenso posturale del dispositivo osseo e muscolare posto a monte del distretto pregressamente interessato.
Tali effetti possono trasmettersi sempre più in alto, fino a coinvolgere il cingolo scapolare, che è un’altra stazione intermedia, ove possono compensarsi od esaurirsi squilibri ascendenti a partenza dalle porzioni più inferiori del sistema posturale.
Successivamente, verrà interessato il distretto cranio - cervico - mandibolare, che è quello di nostra competenza specialistica.

 

E’ cosi che si genera una Disfunzione Cranio-Cervico-Mandibolare Ascendente, cioè quel tipo di patologia disfunzionale, che ha come causa etiologica uno squilibrio posturale, che può presentarsi -come già detto-  a causa di una alterazione dell’arco plantare, una dismetria degli arti, degli squilibri vertebrali con cifosi, lordosi, scoliosi patologiche, così frequenti nei giovani d’oggi, fino a manifestarsi con un sovraccarico disfunzionale delle strutture osteo-mio-articolari del distretto cranio - cervico - mandibolare, con la relativa polisintomatologia specifica.

 

Oggi tanti vizi di postura si notano in ragazzi o adolescenti, che frequentemente sia nello studio che nel tempo libero ed in varie altre occasioni di vita, assumono posizioni viziate, errate e non fisiologiche.

 

Il motivo per cui le deviazioni del “dispositivo assile” -di cui arti inferiori, bacino e colonna vertebrale fanno parte - si trasmettono al distretto cranio-mandibolare causando anche disfunzioni delle articolazioni temporo-mandibolari, è dovuto al fatto che tutte le ossa sono “immerse” in masse muscolari. Nel caso in cui un segmento osseo sia deviato, i segmenti a monte vengono tensionati dalle masse muscolari, come farebbero degli elastici in tensione, causando sui segmenti ossei a monte ulteriori tensionamenti e interessando, in ultima analisi, anche la mandibola, che è collegata indirettamente alla colonna vertebrale tramite alcuni muscoli che la ancorano al cranio, all’osso joide, etc.

 

Quindi, nel caso di una Disfunzione delle Articolazioni Temporo Mandibolari (A.T.M.),-che rappresenta una delle forme di Disfunzione Cranio-Cervico-Mandibolare (D.C.C.M.) , -se è provata una caratteristica “ascendente”-, pur essendo presenti tutti i sintomi classici della disfunzione in oggetto: limitazione di apertura della bocca, rumori articolari , cefalea, cervicalgia, capogiri, acufeni, abbassamento dell’udito, etc.), l’intervento iniziale non dovrà essere Gnatologico, ma prettamente Ortopedico-Fisiatrico, cioè finalizzato alla soluzione delle cause etiopatogenetiche, onde evitare delle recidive. Solo successivamente a questo primo momento terapeutico, andrà effettuata una rivalutazione Gnatologica, finalizzata ad effettuare eventuali ulteriori interventi terapeutici specifici.

 

La Terapia, come in qualsivoglia branca medica, và sempre effettuata dopo la identificazione della causa (o le cause) di una patologia ed è finalizzata a curare la causa (o le cause) e non gli effetti!

 

Ma si può verificare anche l’evento opposto, cioè che una scoliosi, una cifosi o una lordosi patologiche, possano essere ricollegabili etiopatogeneticamente ad una Disfunzione delle Articolazioni Temporo Mandibolari con caretteristica “discendente”, in cui la“disfunzione delle A.T.M.”, per il solito coinvolgimento e tensionamento muscolare di cui già si è già parlato, possa coinvolgere i distretti vertebrali sottostanti. Ciò può avvenire soprattutto in età giovanile e può causare deviazioni della colonna vetebrale, che non devono essere trattate dall’Ortopedico o dal Fisiatra, perché darebbero sicuramente una recidiva, in quanto non verrebbe annullata la causa. In questi casi, l’intervento può essere condotto solo da uno Gnatologo Clinico, dopo una diagnosi specifica. Tale intervento durante l’itinerario terapeurico indirettamente correggerà ( in soggetti giovani ), anche le deviazioni esistenti nella colonna vertebrale. La “diagnostica differenziale” in questi casi, rappresenta un elemento diagnostico di fondamentale importanza. Ciò permette di evitare, soprattutto in età giovanile, inutili trattamenti terapeutici “non mirati”, con alto indice di recidiva.

 

La Intercettazione Diagnostica di questi Casi Clinici è deputata non solo agli Odontoiatri ed ai Gnatologi Clinici, ma anche agli Ortopedici ed ai Fisiatri, nonché ai Pediatri ed ai Medici di Base.

Scritto da Dott. Sergio Audino
Palermo (PA)

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