Il sorriso è per l’essere umano la prima forma di comunicazione non verbale. Se nei neonati il sorriso è un semplice stiramento delle labbra, dopo la quinta settimana di vita è suscitato dalla visione di un volto familiare.
Il sorriso rappresenta i moti dell’animo umano e manifesta serenità, benessere ed apertura verso le altre persone. Per cui nasce, fin dall’antichità, il desiderio dei popoli di avere denti bianchi, tessuti sani e labbra pronunciate.
I denti, in particolare, rivestono un ruolo determinante: sono il biglietto da visita di una persona, non solo durante il sorriso, ma anche nell’eloquio, nella fonetica e nella mimica facciale.
Da tutto ciò nasce l’esigenza dei pazienti di avere denti ben allineati e bianchi, un bianco sempre più imponente, spesso suggerito da canoni dei divi di Hollywood. La società contemporanea, infatti, nutre per l’estetica un’elevata importanza: solo l’immagine è sufficiente per parlare di sé.
La branca che cura tale aspetto è, ovviamente, l’odontoiatria, in particolar modo quella estetica. Al giorno d'oggi i pazienti richiedono dai denti di più che la mera indisturbata funzionalità, forse l’ultimo dei motivi per recarsi dal dentista. Di conseguenza l'odontoiatria non si limita più ai trattamenti puramente curativi e ricostruttivi, bensì si focalizza anche sugli aspetti estetici dentali, poiché star bene con la propria bocca significa star bene con se stessi e con gli altri.
In quest'ottica la prima visita per la valutazione estetica, da parte di un professionista, assume un ruolo essenziale per definire un piano di trattamento personalizzato e ciò fa la differenza per un risultato eccellente e duraturo nel tempo. Dopo una prima parte anamnestica, la visita si effettua con occhialini ingranditori al fine di effettuare un'ispezione del cavo orale che sia la più attenta ed accurata possibile.
Si osservano tessuti (smalto e mucose), il livello di igiene orale, la presenza di ipersensibilità, la valutazione del flusso salivare e assunzione di farmaci che causano iposcialia, ossia la diminuzione della produzione di saliva. Inoltre è buona norma eseguire uno status radiografico per accertarsi del buono stato di salute endodontico e parodontale ed anche un set di fotografie iniziali per completare la documentazione.
Il colore del dente è determinato dall’interazione di molti fattori, in primis dalla natura dei tessuti che lo compongono: smalto, dentina e cemento radicolare che hanno caratteristiche proprie e differenti tra loro.
La sovrapposizione di questi tessuti in un dente fa sì che parte della luce sia assorbita e parte riflessa, dando perciò innumerevoli possibilità cromatiche.
La morfologia della superficie vestibolare di un dente è in grado di modulare la luce che viene riflessa. Generalmente, più la superficie è irregolare più la luce viene riflessa.
I denti dei soggetti più giovani appaiano più bianchi e luminosi per delle proprie caratteristiche insite.
Di contro, nell’arco della vita, il dente subisce patologie quali l’erosione o abrasione traumatica (da bruxismo o abitudini viziate) dello smalto tendendo sempre più a far trasparire lo strato più scuro di dentina sottostante.
In un primo momento è necessario quindi il rilevamento del colore, di fondamentale importanza per definire il risultato del trattamento: avendo un parametro cromatico fisso sarà possibile apprezzare al meglio il cambiamento. Per questo nei nostri ambulatori ci si avvale dello spectroshade, uno spettrofotometro basato su tecnologia a LED che analizza più di 2 000000 di punti di riferimento acquisiti ad ogni immagine funzionando come un vero e proprio computer.
Le discromie possono essere intese come una discrepanza di un determinato colore che noi reputiamo ottimale ma, in base all’eziologia ed alla localizzazione dei fattori cromogeni possiamo distinguerle in estrinseche ed intrinseche.
Le discromie estrinseche sono dovute ad agenti esterni, che si legano direttamente sulla superficie del dente oppure sulla placca batterica e sul tartaro.
Le discromie intrinseche sono dovute a pigmentazioni interne dei tessuti duri del dente che originano durante la formazione del dente e sono principalmente causate ad esempio da patologie sistemiche, assunzione di farmaci e fluorosi oppure successivamente all’eruzione possono essere causate da traumi, necrosi della polpa e decalcificazioni).
Saper riconoscere i diversi tipi di discromie, in base all’anamnesi ed all’esame obbiettivo, è fondamentale per la scelta del piano di trattamento più idoneo, dalla semplice seduta di igiene allo sbiancamento, fino ad una soluzione protesica definitiva.
Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica sempre più richiesta, semplice ed indolore, non dannosa se si utilizzano strumenti e materiali giusti; è un trattamento che rientra nella “cosmetic dentistry” o “odontoiatria cosmetica”, il cui obbiettivo è il cambiamento del colore dei denti per migliorare e ringiovanire il sorriso ed ottimizzare l’aspetto esteriore.
La tecnica ideale, per ottenere un buon risultato a livello estetico, è sicuramente una seduta di bleaching professionale associata ad un ottimo mantenimento domiciliare.
I materiali utilizzati per i trattamenti possono rispondere a molte richieste o esigenze diverse e difatti spaziano tra agenti chimici, l.a.s.e.r., sostanze naturali e faccette estetiche protesiche.
Oggi l’odontoiatria estetica, sicuramente risolve qualunque discromia ed ottiene dei risultati di assoluta gradevolezza ed armonia, ma non dimentica il concetto di salute e prevenzione.
L’esigenza di migliorare la propria immagine anche attraverso lo sbiancamento, come valore aggiunto, è gratificante, rinforza sicurezza e realizzazione sociale.
Concludendo non posso far altro che invitarvi a sorridere per ricordare a voi stessi che la sensazione di benessere viene dall’animo, e che regalare un sorriso non costa nulla ma dona molto.
Dott. Prof. Vincenzo Quinzi
Dott.ssa Federica Prosperi
Igienista dentale
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