Si definiscono impianti post-estrattivi immediati gli impianti endossei che vengono posizionati subito dopo l'estrazione di un elemento dentario.
Nell'impianto post-estrattivo immediato, dopo l'estrazione si procede nella stessa seduta all'inserimento della vite implantare se le condizioni locali lo permettono. Imprescindibile è l'assenza di infezione locale. Occorre eseguire poi un'estrazione il più atraumatica possibile in modo da non compromettere le pareti dell'alveolo che dovrà ricevere l'impianto; in seguito si misura accuratamente la profondità dell'alveolo per poter scegliere lunghezza e diametro più appropriati, anche valutando la posizione dell'elemento da sostituire, tenendo quindi conto dei carichi masticatori a cui l'impianto sarà sottoposto.
Volendo semplificare, più il dente da sostituire è posteriore, più il diametro dell'impianto dovrà essere largo, anche la profondità di inserzione è importante, in quanto una profondità maggiore darà più garanzie di stabilità e durata, anche se oggi esistono impianti "corti" ma di grosso diametro che consentono ottimi risultati. Di notevole importanza è anche la valutazione corretta della stabilità dell'impianto, la stabilità cosiddetta primaria, cioè appena inserito l'impianto: più sarà buona, più probabilità di successo ci saranno.
Bisogna inoltre prestare attenzione ad eventuali spazi vuoti fra l'impianto e le pareti dell’osso alveolare che andranno riempiti con sostituti autologhi, ovvero osso dello stesso paziente, che andranno prelevati da altre zone diverse da quella implantare, oppure con sostituti artificiali che potranno essere di origine naturale o sintetica. Potrebbe essere necessario inoltre il posizionamento di una membrana che isoli il materiale di riempimento dalla mucosa circostante.
I tempi di attesa sono abbastanza variabili e dipendono da molti fattori, tra cui età del paziente, presenza o meno di patologie che possano rallentare la guarigione vedi diabete, dal fatto che il paziente sia o meno un fumatore; nel caso in cui sia un fumatore, la percentuale di successo si abbassa abbastanza sensibilmente ed i processi di guarigione risultano rallentati. Anche la posizione ha importanza, mandibolare o mascellare, il tipo di osso, etc.
Nel tempo di qualche mese l'impianto è pronto per essere caricato e di svolgere la sua funzione.
Negli impianti post-estrattivi immediati che dovranno sostituire dei denti monoradicolati, cioè con una sola radice tipo incisivi, canini, premolari inferiori, l'intervento è in realtà piuttosto semplice, perchè l'impianto prenderà il posto della radice del dente estratto; nel caso di denti pluriradicolati bisogna invece valutare molto attentamente la posizione dell'impianto e sfruttare l'osso inter-radicolare, cioè l'osso presente fra le radici. Anche in questo caso però l'intervento non presenta particolari difficoltà a patto però di aver valutato correttamente tutti gli elementi, Rx endorale, panoramica ed eventualmente altri tipi più sofisticati di indagini radiologiche.
Attenzione che impianto post estrattivo immediato non significa necessariamente "carico immediato" : non è consigliabile sottoporre a carico immediato un impianto post-estrattivo immediato soprattutto nella zona posteriore del cavo orale; in alcune condizioni particolari potrà essere possibile sostituire e sottoporre a carico immediato gli elementi dentari anteriori, ovvero nella zona del sorriso, ma deve sempre essere il Medico a valutare tale opportunità e non sottostare alle richieste a volte anche pressanti del paziente. Un'attenta valutazione ed una corretta esecuzione forniscono ottimi risultati nella grande maggioranza dei casi.
Nell'impianto post-estrattivo immediato, dopo l'estrazione si procede nella stessa seduta all'inserimento della vite implantare se le condizioni locali lo permettono. Imprescindibile è l'assenza di infezione locale. Occorre eseguire poi un'estrazione il più atraumatica possibile in modo da non compromettere le pareti dell'alveolo che dovrà ricevere l'impianto; in seguito si misura accuratamente la profondità dell'alveolo per poter scegliere lunghezza e diametro più appropriati, anche valutando la posizione dell'elemento da sostituire, tenendo quindi conto dei carichi masticatori a cui l'impianto sarà sottoposto.
Volendo semplificare, più il dente da sostituire è posteriore, più il diametro dell'impianto dovrà essere largo, anche la profondità di inserzione è importante, in quanto una profondità maggiore darà più garanzie di stabilità e durata, anche se oggi esistono impianti "corti" ma di grosso diametro che consentono ottimi risultati. Di notevole importanza è anche la valutazione corretta della stabilità dell'impianto, la stabilità cosiddetta primaria, cioè appena inserito l'impianto: più sarà buona, più probabilità di successo ci saranno.
Bisogna inoltre prestare attenzione ad eventuali spazi vuoti fra l'impianto e le pareti dell’osso alveolare che andranno riempiti con sostituti autologhi, ovvero osso dello stesso paziente, che andranno prelevati da altre zone diverse da quella implantare, oppure con sostituti artificiali che potranno essere di origine naturale o sintetica. Potrebbe essere necessario inoltre il posizionamento di una membrana che isoli il materiale di riempimento dalla mucosa circostante.
I tempi di attesa sono abbastanza variabili e dipendono da molti fattori, tra cui età del paziente, presenza o meno di patologie che possano rallentare la guarigione vedi diabete, dal fatto che il paziente sia o meno un fumatore; nel caso in cui sia un fumatore, la percentuale di successo si abbassa abbastanza sensibilmente ed i processi di guarigione risultano rallentati. Anche la posizione ha importanza, mandibolare o mascellare, il tipo di osso, etc.
Nel tempo di qualche mese l'impianto è pronto per essere caricato e di svolgere la sua funzione.
Negli impianti post-estrattivi immediati che dovranno sostituire dei denti monoradicolati, cioè con una sola radice tipo incisivi, canini, premolari inferiori, l'intervento è in realtà piuttosto semplice, perchè l'impianto prenderà il posto della radice del dente estratto; nel caso di denti pluriradicolati bisogna invece valutare molto attentamente la posizione dell'impianto e sfruttare l'osso inter-radicolare, cioè l'osso presente fra le radici. Anche in questo caso però l'intervento non presenta particolari difficoltà a patto però di aver valutato correttamente tutti gli elementi, Rx endorale, panoramica ed eventualmente altri tipi più sofisticati di indagini radiologiche.
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