Nonostante la diffusione sempre maggiore dell’implantologia osteointegrata, che permette la sostituzione della perduta dentatura naturale con elementi protesici fissi, una grande parte della popolazione, per lo più anziana, è portatrice di protesi totali rimovibili, comunemente dette “dentiere”.
Per quanto ben progettate dal dentista ed allestite dall’odontotecnico, esse hanno insiti limiti e difetti: mai una “dentiera” potrà restituire al paziente la sensazione di naturalezza e la sicurezza nella masticazione
Col passare degli anni, poi, la stabilità della dentiera può peggiorare: il contatto della dentiera sulla gengiva determina un progressivo rimodellamento dell’osso che comporta la necessità di continue modifiche e adattamenti della dentiera (i cosiddetti ribasamenti); quando l’atrofia ossea peggiora, diventa necessario l’utilizzo di paste adesive che migliorino la tenuta della protesi, che possono comportare irritazioni ed alterare la percezione dei sapori. La mancata stabilità può portare a tensioni muscolari del volto e dei muscoli masticatori, lesioni dolorose da contatto incongruo sulle gengive (i cosiddetti decubiti), fastidiosi rumori di contatto tra i denti mentre si parla. In genere la prima cosa che si nota è che chi soffre di questi imbarazzi tende a sorridere a bocca chiusa o a coprirsela con la mano. Ma anche la capacità masticatoria è ben diversa rispetto a una protesi fissa su impianti o denti naturali. Non solo l’efficienza masticatoria è inferiore: soprattutto è particolarmente difficile masticare cibi duri o dare morsi a frutta o panini.
Da anni ormai gli odontoiatri consigliano ai portatori di dentiera la “stabilizzazione” della stessa con impianti, maggiormente per la protesi inferiore, che è quella più sollecitata nella masticazione e più mobile.
Classicamente si inseriscono due impianti tradizionali nella mandibola là dove erano i canini, poi connessi con varie sistematiche alla protesi, che viene ancorata. Ma questa metodica comporta costi biologici e tempi di attesa che non molte persone, specie anziane sono disposte ad accettare. Oggi un’alternativa efficace è rappresentata dai cosiddetti “mini-impianti”. Con questi si può ottenere la stabilizzazione della dentiera con tecnica chirurgica e protesica molto semplificata e in una sola seduta. Quando le condizioni dell’osso lo consentano, il dentista potrà decidere di inserire i mini-impianti con tecnica trans-mucosa senza incidere la gengiva, virtualmente azzerando il sanguinamento e l’eventuale gonfiore post-operatorio, che comunque sono molto limitati anche nel caso in cui l’incisione sia necessaria.
I mini-impianti dentali risolvono praticamente tutti i problemi connessi alla protesi mobile, rendendola stabile e salda ma facile da rimuovere per tutte le operazioni della normale igiene quotidiana.
Come accennato, con i mini-impianti la stabilizzazione della dentiera può essere ottenuta in poche ore perché la ridotta dimensione delle viti comporta chirurgia mini-invasiva, offrendo una stabilizzazione immediata e duratura alle le persone che non sono in grado, per varie ragioni, di tollerare un impianto convenzionale. In genere, per stabilizzare una intera dentiera sono sufficienti 4 viti. La vecchia dentiera, se congrua, può essere adattata al nuovo mini-impianto e il paziente può usarla subito, senza dover aspettare mesi perché si completi la osteointegrazione.
La procedura è molto veloce ed i risultati possono essere davvero sorprendenti. Da subito, si parla meglio, si mangia meglio, si ride e si sorride senza timori. Di colpo scompaiono tutti i problemi imbarazzanti: le particelle di cibo che finiscono intrappolate nella dentiera, il cosiddetto “alito da dentiera” , i rumori “sospetti”.
Con una corretta igiene e gli usuali controlli periodici dal dentista, i mini-impianti garantiscono vantaggi e durata analoghi agli impianti tradizionali, a fronte di minori rischi biologici, tempi di attesa e costi economici.
Per quanto ben progettate dal dentista ed allestite dall’odontotecnico, esse hanno insiti limiti e difetti: mai una “dentiera” potrà restituire al paziente la sensazione di naturalezza e la sicurezza nella masticazione
Col passare degli anni, poi, la stabilità della dentiera può peggiorare: il contatto della dentiera sulla gengiva determina un progressivo rimodellamento dell’osso che comporta la necessità di continue modifiche e adattamenti della dentiera (i cosiddetti ribasamenti); quando l’atrofia ossea peggiora, diventa necessario l’utilizzo di paste adesive che migliorino la tenuta della protesi, che possono comportare irritazioni ed alterare la percezione dei sapori. La mancata stabilità può portare a tensioni muscolari del volto e dei muscoli masticatori, lesioni dolorose da contatto incongruo sulle gengive (i cosiddetti decubiti), fastidiosi rumori di contatto tra i denti mentre si parla. In genere la prima cosa che si nota è che chi soffre di questi imbarazzi tende a sorridere a bocca chiusa o a coprirsela con la mano. Ma anche la capacità masticatoria è ben diversa rispetto a una protesi fissa su impianti o denti naturali. Non solo l’efficienza masticatoria è inferiore: soprattutto è particolarmente difficile masticare cibi duri o dare morsi a frutta o panini.
Da anni ormai gli odontoiatri consigliano ai portatori di dentiera la “stabilizzazione” della stessa con impianti, maggiormente per la protesi inferiore, che è quella più sollecitata nella masticazione e più mobile.
Classicamente si inseriscono due impianti tradizionali nella mandibola là dove erano i canini, poi connessi con varie sistematiche alla protesi, che viene ancorata. Ma questa metodica comporta costi biologici e tempi di attesa che non molte persone, specie anziane sono disposte ad accettare. Oggi un’alternativa efficace è rappresentata dai cosiddetti “mini-impianti”. Con questi si può ottenere la stabilizzazione della dentiera con tecnica chirurgica e protesica molto semplificata e in una sola seduta. Quando le condizioni dell’osso lo consentano, il dentista potrà decidere di inserire i mini-impianti con tecnica trans-mucosa senza incidere la gengiva, virtualmente azzerando il sanguinamento e l’eventuale gonfiore post-operatorio, che comunque sono molto limitati anche nel caso in cui l’incisione sia necessaria.
I mini-impianti dentali risolvono praticamente tutti i problemi connessi alla protesi mobile, rendendola stabile e salda ma facile da rimuovere per tutte le operazioni della normale igiene quotidiana.
Come accennato, con i mini-impianti la stabilizzazione della dentiera può essere ottenuta in poche ore perché la ridotta dimensione delle viti comporta chirurgia mini-invasiva, offrendo una stabilizzazione immediata e duratura alle le persone che non sono in grado, per varie ragioni, di tollerare un impianto convenzionale. In genere, per stabilizzare una intera dentiera sono sufficienti 4 viti. La vecchia dentiera, se congrua, può essere adattata al nuovo mini-impianto e il paziente può usarla subito, senza dover aspettare mesi perché si completi la osteointegrazione.
La procedura è molto veloce ed i risultati possono essere davvero sorprendenti. Da subito, si parla meglio, si mangia meglio, si ride e si sorride senza timori. Di colpo scompaiono tutti i problemi imbarazzanti: le particelle di cibo che finiscono intrappolate nella dentiera, il cosiddetto “alito da dentiera” , i rumori “sospetti”.
Con una corretta igiene e gli usuali controlli periodici dal dentista, i mini-impianti garantiscono vantaggi e durata analoghi agli impianti tradizionali, a fronte di minori rischi biologici, tempi di attesa e costi economici.
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