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Il turismo dentale

Analisi di un fenomeno alla moda come il gioco d'azzardo. Il turismo dentale, apparente clamorosa novità degli ultimi mesi, a dire il vero novità non .

by Dott. Maurizio Pedone 30-03-2008 14312 visualizzazioni
Cure odontoiatriche

Già ai tempi del blocco sovietico, liberi cittadini occidentali, soprattutto tedeschi, trascorrevano vacanze a Budapest, detta la Parigi dell'est, per dedicarsi alle attività termali e, con l'occasione, rimettersi a posto i denti. Il Thermal Hotel, per citarne uno, edificato sulla fluviale isola Margherita, oltre che ospitare, naturalmente, un centro termale, disponeva di una clinica odontoiatrica, dedicata solo ai turisti, aperta 24 ore su 24. Dedicata solo agli stranieri, perché l'accesso alle terapie odontoiatriche di tipo occidentale, in Ungheria, come in tutto il blocco dell'est, era, per i prezzi praticati, assolutamente proscritto al comune cittadino, il quale doveva accontentarsi di cure, nella migliore delle occasioni, senza anestesia e, sul versante della protesica, di dentiere in resina o di “stampate” in acciaio (protesi utilizzate, in occidente, solo in ambito veterinario) mancando la possibilità di approvvigionarsi di leghe auree utilizzabili nella costruzione di protesi dentali, oltre che le conoscenze e le tecnologie per realizzarle. Negli anni 80, dall'Italia, si organizzarono pullman per l'Olanda dove sistemare i problemi ai denti in modo definitivo ed estremamente economico. Tanto definitivo che, più d'uno, partì, più per curiosità che altro, con qualche carietta tornando con la dentiera. Su pressioni della Comunità Europea, dopo pochi anni, il governo olandese pose fine a questa procedura criminale. L'era moderna del turismo odontoiatrico cominciò sul finire degli anni 90, dal Triveneto, verso la Croazia, grazie alla contiguità territoriale, ed ai buoni uffici di terzi, soprattutto organizzazioni sindacali. La diffusione dei voli low cost, ha poi facilitato l'accesso a tutti coloro che, essenzialmente abitanti nelle regioni sedi degli aeroporti serviti da questi voli, volessero rincorrere il mito dei denti a basso costo. I paesi verso cui si dirigono i turisti dentali sono, in Europa: Croazia, Slovenia, Serbia, poi, ancor oggi Ungheria, ma anche Bulgaria e Romania; in Africa, si va in Tunisia e Marocco. Davvero lontane, il che aumenta le possibilità si generino dei problemi, sono Brasile ed India. Paesi tutti, questi, in cui l'odontoiatria occidentale è una recente acquisizione, ed, anzi, è una acquisizione indotta e sostenuta dal turismo, perché i prezzi che appaiono economici agli occidentali, sono ancora, spesso, proibitivi per la popolazione locale. Per esprimere una critica obiettiva a queste strutture, bisogna definire alcuni concetti fondamentali. L'odontoiatria, è costituita da procedure, per cui si adoperano delle attrezzature, e dei materiali, che, nelle procedure, vengono utilizzati e consumati. Il trinomio per ottenere il risultato eccellente è quindi: ottime PROCEDURE, ottime ATTREZZATURE, ottimi MATERIALI.

 

Le PROCEDURE

L'operatore le fa proprie con una curva di apprendimento che parte dal termine dei suoi studi universitari e si conclude solo il giorno in cui cessa di lavorare, per pensione, decesso o saturazione. Ci si forma frequentando congressi, corsi d'aggiornamento (sempre a pagamento), documentandosi sulle riviste specializzate, ma anche, e questo fa la differenza fra i bravi e gli altri, ci si confronta quotidianamente con la realtà, imparando qualcosa ad ogni intervento e costruendo, mattone su mattone, la propria esperienza; della passione non c'è molto da dire se non che se non si ha passione, si dovrebbe fare un altro mestiere. Quindi, riassumendo: le PROCEDURE derivano dall' ESPERIENZA alimentata da una continua e costosa FORMAZIONE. Per quanto siano di buoni studi e volontà, gli operatori dell'est, odontoiatri, odontotecnici e personale sanitario tutto, si confrontano con procedure in cui sono solo all'inizio della curva di apprendimento, di cui hanno un esperienza limitatissima, di cui sovente hanno solo letto qualcosa sulle riviste occidentali; il che trasforma i loro clienti in inconsapevoli cavie da esperimento. Sempre a proposito di procedure, oltre a quelle cliniche evidenti, vi sono altri tipi di procedure, talvolta non apparenti, ma non per questo meno costose, che formano il percorso di qualità. Una di queste è la procedura di disinfezione e sterilizzazione. Senza dilungarsi nelle sue fasi, essa rappresenta un onere economico, in ore lavoro del personale, attrezzature e materiali, tale da incidere in maniera rilevante sul costo finale della prestazione. Solo che, il Cliente/Paziente non se ne può rendere conto e, nella mancata osservanza della loro applicazione, gli effetti non è detto che siano immediati, ma non per questo meno gravi.

 

Le ATTREZZATURE

Costituiscono un costo molto rilevante per uno studio. La rincorsa agli ultimi ritrovati della tecnologia ha un senso; è esperienza comune che, dopo aver imparato ad usare davvero una certa attrezzatura tecnologicamente avanzata, ci si chieda come si sia stato possibile, fino ad allora, poterne farne a meno. L'uso di attrezzature avanzate, contribuisce in maniera sensibile a migliorare la qualità delle prestazioni erogate e a diminuirne l'invasività; per fare un esempio, la radiografia digitale determina un'esposizione alle radiazioni molto più bassa di quella tradizionale. Le attrezzature da sole, tuttavia, non servono a niente; se non adeguatamente utilizzate sono solo un'attraente esca per i creduloni. Non si può dire, facendo un tour virtuale nei siti dei dentisti dell'est, che, in genere, manchino di attrezzature all'avanguardia, ma non è evidente che le sappiano usare.

 

I MATERIALI

Anche questi, da soli e non integrati in procedure conosciute, non consentono il raggiungimento di ottimi risultati. Ricordo che, alcuni anni fa, mi recai, assiema al team clinico, a mettere degli impianti, con tecnica molto sofisticata, presso lo studio di un collega. Durante l'intervento, il collega, armato di penna e taccuino, passò, febbrilmente da una domanda all'altra, infastidendoci non poco. Alla fine, terminato il tutto, pretendeva che gli riassumessi, per scritto, le caratteristiche di tutti i materiali usati. Contrariato, presi il sacchetto dei rifiuti e glielo porsi dicendo: “se frughi nella spazzatura vedrai che trovi le confezioni di tutto quello che abbiamo adoperato...”.

 

I COSTI

Come fanno gli odontoiatri dell'Est ad avere prezzi più bassi? I prezzi sono certamente concorrenziali per le otturazioni e le protesi, meno, molto meno o niente affatto, per l'implantologia. Ciò si spiega con il fatto che, queste organizzazioni, in preconcetto deficit di credibilità, debbano, di necessità, rivolgersi al top level degli impianti che pagano, peraltro, il 20% più dei dentisti italiani. Lo spazio per ridurre i costi dell'implantologia, al momento, quindi non c'è. Da rimarcare che, in media, anche il costo delle attrezzature e dei materiali è, per i colleghi dell'est, più alto del 20% rispetto agli occidentali. I prezzi più bassi, secondo loro, derivano dal minor costo del lavoro e dalla minore imposizione fiscale. Una analisi dei costi effettuata dall' Associazione Artigiani della provincia di Vicenza nel 2003 in Croazia, ha evidenziato come i conti non tornano, se non mettendo in conto un deficit qualitativo delle prestazioni. Il viaggio, o meglio i viaggi, sono sempre a carico del Paziente. Piuttosto ambiguo, e comunque non omogeneo, è il rapporto fra i costi espressi e le spese di soggiorno. Da più parti si indica come queste vadano considerate incluse, almeno parzialmente, ma non è mai specificato. Si concede, nei fatti, una notte (la prima) in albergo. Il Paziente, novello cliente invogliato dal preventivo allettante, decide di iniziare il viaggio, giusto per fare una vacanza, vedere e quindi rendersi conto, convinto com'è di poter recedere in qualsiasi momento; mentre, una volta inserito nell'ingranaggio, si rifugia nel “già che siamo qui.....” per giustificare una scelta di cui magari non è convinto. La connaturale buona educazione e cortesia dei popoli slavi fa il resto.

 

I mezzi di COMUNICAZIONE

Quali sono i media con cui i dentisti esteri comunicano con i loro potenziali clienti, come trasmettono il loro messaggio? Generalmente si tratta di Internet, del passaparola e dell'intervento di intermediari. I siti presenti sul web, in posizione facilmente raggiungibile (prima o seconda pagina dei principali motori di ricerca) o nei link sponsorizzati, cioè a pagamento, sono solo una dozzina, probabilmente la punta di un iceberg e, praticamente, sono solo vetrine, non veri e propri canali di conduzione per i potenziali clienti. Una caratteristica comune è che la maggior parte è redatta in un buffo ed improponibile italiano. Evidentemente, quindi, la comunicazione efficace si avvale di terzi intermediari posti sul territorio italiano e del passaparola. Una condizione necessaria, affinchè il passaparola possa dare i suoi frutti, è la soddisfazione degli interessati. Coloro che si sono sottoposti alle cure odontoiatriche all'estero sono evidentemente in larga misura soddisfatti tanto da suggerire agli amici e conoscenti l'emulazione del loro comportamento. Ciò significa che la qualità percepita, dall'insieme dei trattamenti ricevuti, è buona. Siccome buona, nei fatti non è, ancora una volta bisogna puntare il dito su chi, istituzionalmente deputato e pagato per farlo (Ordine dei Medici ed associazioni di categoria, come l'Andi) non si è ancora speso in modo efficace per chiarire al Paziente la differenza fra qualità reale e qualità percepita; la differenza, in sintesi, fra essere Paziente e Cliente. I terzi intermediari, salvo le rare agenzie di viaggi specializzate, sono figure estremamente ambigue: non si capisce chi siano, dove siano, come traggano utile dalla loro attività e che utile traggano, se siano odontoiatri, se siano abilitati alla ricezione delle informazioni cliniche dai pazienti e che uso ne facciano. Un' indagine delle competenti autorità sarebbe quanto mai auspicabile, senza dimenticare che la legge Bersani deputa proprio agli ordini dei medici e degli odontoiatri il dovere di sorveglianza sulla trasparenza e veridicità della pubblicità sanitaria. Ad ogni buon conto, questi intermediari, di cui spesso si ha solo un indirizzo email ed un numero di cellulare, invitano all'inoltro, via email o per posta ordinaria, della documentazione radiografica e fotografica a disposizione, nonché di un piano di cura con preventivo ottenuto da strutture cliniche italiane di prestigio. Questi, a loro volta, ritrasmettono la documentazione a studi “selezionati” che fanno il nuovo piano di cure ed il relativo preventivo basandosi solo sulla visione del materiale ricevuto e senza, è ovvio, aver effettuato alcuna visita. Oltre a questo nuovo piano di cura ne emettono uno che ricalca quello italiano con evidenziate le differenze di prezzo.

 

Le GARANZIE

Quella di seguito riportata è, testualmente, la limitazione di garanzia di uno studio ungherese. Ogni commento è superfluo. La garanzia decade:

· Se non vengono rispettati i consigli del dentista

· Se l'igiene della bocca viene trascurata (cura insufficiente dei denti)

· Se i controlli vengono trascurati (vanno fatti una volta all'anno)

· In caso di perdita o aumento di peso considerevole

· Per la rottura naturale dell'appoggio o dell'osso mandibolare

· In caso di malattie (diabete, epilessia, osteoporosi).

 

Eventuali CONTESTAZIONI

Se una cura odontoiatrica non va a buon fine può causare al paziente un danno. Tale danno porta il soggetto leso ad interrogarsi sulla responsabilità del medico che ha effettuato la cura e, a volte, dopo meditata riflessione, il paziente decide di intraprendere una causa per il risarcimento. In Italia a tale riflessione si giunge dopo avere sentito un altro specialista e dopo essersi consultati con un legale. In linea generale se il dentista che ha causato il danno è assicurato la questione si può risolvere con la Compagnia di Assicurazioni e, in caso di mancato accordo, si propone un’azione giudiziaria che si svolge secondo il rito e la legge italiana. Ma se il medico non è residente in Italia e ha lo studio all’estero tale procedura si complica. Infatti, in tale caso, sia la procedura arbitrale con la Compagnia di assicurazioni, sia la causa seguiranno la legge straniera. L' avvocato, in tale caso, dovrà verificare se per la legge il paziente/cliente sia tutelato come in Italia e dopo di che dovrà verificare se esistono convenzioni tra l’Italia e il paese straniero che disciplinano specificatamente la procedura da seguire, tenuto conto che: - se esiste una convenzione, gli atti introduttivi della controversia devono seguire la via diplomatica: l’Ufficiale giudiziario trasmetterà la documentazione direttamente all’Ambasciata competente che, a sua volta, ne curerà l’inoltro alle Autorità locali; - se non esiste una convenzione, la notifica deve essere richiesta a cura dell’Ufficiale giudiziario, mediante invio di due copie dell’atto (con traduzione giurata se il destinatario è straniero) direttamente alle Rappresentanze diplomatico-consolari territorialmente competenti. Le spese per sostenere la causa saranno quindi enormemente maggiori ed il risultato fortemente aleatorio.

 

Le CAUSE DEL FENOMENO

Quali sono, infine, le cause di questo fenomeno? La risposta che viene immediata è: la ricerca di un risparmio economico derivato dalla necessità di un trattamento odontoiatrico. Ma non è solo questo; sembra che, per alcuni, forse per molti, la terapia odontoiatrica non sia intesa come atto medico, ma come una sorta di wellness, di atto di “benessere fisico” non necessariamente sottoposto ai rigori dell'atto medico-chirurgico. Approccio simile a quello che si ha per il termalismo. A prescindere dai costi, nessuno si sognarebbe mai di andare a farsi operare un ginocchio, o per un tumore alla mammella, in strutture private croate o marocchine. C'è quindi da chiedersi , ancora una volta, perché le organizzazioni pubbliche ed associative, quali gli ordini dei medici o l'associazione dentisti italiani, ANDI, non abbiano costruito, per tempo, una campagna di comunicazione che spieghi in modo trasparente e chiaro che, l'atto odontoiatrico, se non vi è a monte una attenta e rigorosa osservanza dei protocolli igienici, costituisce la potenziale porta d'ingresso per gravi infezioni quali l'epatite e l'aids; che l'atto odontoiatrico è un vero e proprio atto chirurgico con tutti i delicati aspetti del caso.

 

(29 marzo 2008  A cura dott. Maurizio Pedone - Saronno)

Scritto da Dott. Maurizio Pedone
Caronno Pertusella (VA)

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