Nel nostro lavoro è sempre più frequente trovarsi a contatto con persone che, magari a loro insaputa, sono portatrici di malattie infettive. Per questo motivo, con l’intento di tutelare tutti i pazienti ma anche tutti gli operatori che lavorano nello studio, è necessario utilizzare rigorose misure di prevenzione delle infezioni crociate (quelle in pratica trasmesse da un paziente agli strumenti e, da questi, al personale o ad altri pazienti). Per ottenere questo risultato occorre adottare diverse strategie:
1. Largo utilizzo di materiale monouso (tovaglioli, bicchierini, aspirasaliva flessibili, guanti, mascherine, puntali della siringa aria/acqua, vassoi, pennellini…): all’uscita del paziente dallo studio deve “uscire” tutto il kit monouso utilizzato, che dovrà poi essere ritirato e smaltito, insieme agli altri “rifiuti speciali”, da una ditta specializzata.
2. Utilizzo di kit di strumenti preimbustati per ciascuna procedura: per ogni prestazione va preparata una busta con gli strumenti sterili necessari; al termine della prestazione tutti gli strumenti ivi contenuti, anche se non utilizzati, devono essere riavviati al ciclo di sterilizzazione. Quest’ultimo, per essere efficace, deve prevedere dei protocolli codificati che devono essere eseguiti, passo passo, in maniera rigorosa; saltare anche un solo passaggio può creare dei pericoli o, addirittura, rendere vana tutta la procedura di sterilizzazione. I passaggi fondamentali sono i seguenti:
• Un prelavaggio in vasca ad ultrasuoni con liquidi disinfettanti e detergenti specifici
• Lavaggio manuale individualizzato
• Asciugatura
• Imbustamento
• Ciclo in autoclave
• Stoccaggio dello strumentario nei modi e tempi stabiliti dal protocollo.
• A intervalli stabiliti occorre valutare l’efficacia del ciclo di sterilizzazione con appositi test. La sterilizzazione di tutti gli strumenti non monouso che vengono in contatto col paziente va effettuata mediante l’utilizzo di un’autoclave omologata, il cui funzionamento è il seguente: all’interno della camera della sterilizzatrice lo strumentario (imbustato in apposita carta-pellicola per mantenere la sterilità all’uscita dall’autoclave) viene esposto a vapore acqueo a 135° sotto pressione di circa due atmosfere per almeno 15 minuti, previa esecuzione del vuoto, cosicché il vapore possa raggiungere anche gli anfratti più sottili degli strumenti. Questo trattamento, come dimostrano le ricerche effettuate da vari istituti, da la certezza dell’eliminazione di tutti i batteri, i virus e le spore. A queste misure, riguardanti lo strumentario minuto, occorre affiancare altre misure riguardanti le grandi attrezzature e tutto l’ambiente di lavoro.
Le principali sono:
a. Disinfezione delle superfici d’appoggio, delle parti non rimovibili e delle componenti idriche del riunito odontoiatrico mediante appositi liquidi ad ogni cambio di paziente.
b. Isolamento delle parti che vengono a contatto con gli operatori (maniglie lampada e riunito, manico del radiografico, tastiere della poltrona) mediante pellicola trasparente, che verrà rimossa e sostituita ad ogni cambio paziente (questo fa si che gli operatori non “tocchino” mai superfici contaminate da altri pazienti).
Inoltre i riuniti odontoiatrici moderni dispongono di un sistema di disinfezione dei condotti idrici che consente di abbattere anche la proliferazione della flora batterica presente nella normale acqua di rete; è normalmente prevista anche la possibilità di utilizzare un’alimentazione separata con acqua sterile o soluzioni medicate. L’applicazione rigorosa di tutte queste “regole” consente il raggiungimento di elevati livelli di sicurezza, in grado di proteggere efficacemente i pazienti e gli operatori.
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