A tutti noi può capitare, in veste di genitori, educatori o semplici passanti, di assistere ad un evento traumatico durante il quale l’infortunato subisca un danno ai denti, ma anche di trovarsi con un congiunto o un amico che presenta un problema odontoiatrico e, per motivi vari, non può rivolgersi subito ad uno specialista.
Poche semplici procedure, eseguite correttamente e tempestivamente, possono cambiare la vita della persona coinvolta. Ho quindi elaborato un breve schema, ad uso (oltre che di genitori ed educatori) di chiunque per guidarlo ad intervenire nel migliore dei modi.
Nella prima colonna della tabella trovate il nome della “malattia”, nella seconda i sintomi e nella terza cosa fare. Ribadisco che questo “mini manuale” non può sostituirsi assolutamente alla visita di un odontoiatra, ma vuole solo aiutare, durante una emergenza, ad evitare il panico (e gli errori ad esso collegati) e a scegliere i comportamenti più corretti a prevenire danni e disagi ancora maggiori.
PATOLOGIA - SINTOMI - COSA FARE
Pulpite
È il “classico” mal di denti. Si ha dolore forte, spesso pulsante (si avverte cioè il “battito del cuore” nella zona dolente), spontaneo o provocato dall’assunzione di cibi (soprattutto caldi, infatti si prova sollievo tenendo in bocca dell’acqua fresca). Non si riesce ad indicare il dente responsabile, ma si individua il lato del volto e, spesso, si riesce a capire se si tratta dei denti superiori o inferiori. Non sono presenti ascessi o gonfiori, non è quindi utile l’utilizzo di antibiotici (che devono comunque essere sempre prescritti dall’odontoiatra o dal medico di base). Un forte antidolorifico può alleviare temporaneamente il dolore. È possibile che il male passi spontaneamente, dopo qualche ora o qualche giorno; ciò è dovuto al fatto che la polpa del dente va in necrosi (perde cioè la sua vitalità). Solo il trattamento endodontico (cioè la cura canalare effettuata dal dentista) è risolutivo e va effettuato anche se la sintomatologia è scomparsa, per prevenire lesioni periapicali (i granulomi) ed evitare l’antiestetico scurirsi del dente
Ascesso alveolare acuto - ascesso parodontale
Si nota un gonfiore in bocca, localizzato sulla gengiva nei pressi di un dente più o meno dolente e/o mobile. Talvolta può gonfiare notevolmente un lato del volto. Rivolgersi al proprio dentista. Se al momento ciò non è possibile, rivolgersi al medico di base che prescriverà una terapia antibiotica. In certe condizioni il medico potrà valutare l’incisione dell’ascesso per dare un sollievo immediato. Anche se l’ascesso scompare con la terapia antibiotica, occorre contattare comunque il proprio dentista per rimuovere la causa del problema e scongiurare il pericolo che succeda nuovamente.
Parodontite cronica
Uno o più denti si presentano allungati, mobili, in presenza o meno di gengive gonfie che sanguinano spontaneamente (sangue sul cuscino al risveglio) o durante lo spazzolamento dei denti. Spesso è associata ad alitosi. La terapia parodontale specialistica, effettuata tempestivamente, può essere molto efficace. Non illudersi di potersi auto medicare con collutori o altro, è necessario iniziare prima possibile una terapia specifica presso un parodontologo. La malattia si può arrestare ma è molto difficile recuperare l’osso di sostegno dei denti andato perso, per questo occorre agire subito per poter conservare i propri denti.
Trauma 1: Frattura di un elemento dentario, con o senza esposizione della polpa
Può capitare in un incidente stradale o in una semplice caduta durante il gioco: uno o più denti si fratturano a seguito di un trauma. Potrebbero esservi anche dei frammenti mobili ancora in bocca. Contattare subito l’odontoiatra che farà il possibile per mantenere la vitalità dei denti interessati. Se sono stati recuperati dei frammenti di dente bisogna conservarli in soluzione fisiologica o saliva o latte affinché l’odontoiatra possa eventualmente “riattaccarli” con tecniche adesive.
Trauma 2: Estrazione accidentale di un elemento dentario
Capita, di solito, ai bambini, a seguito di una caduta. Un dente viene del tutto estratto (lo si trova spesso per terra, vicino al punto dove il bambino ha battuto). LA TEMPESTIVITA’ E’ FONDAMENTALE! Se reinserito nell’alveolo (cioè nello spazio che lo accoglieva prima dell’incidente) entro i primi 45 minuti dopo l’incidente, il dente ha ottime possibilità di essere mantenuto nel tempo e, addirittura, potrebbe mantenere la sua vitalità. Risciacquare l’elemento con soluzione fisiologica o acqua PER TOGLIERE LO SPORCO GROSSOLANO (TERRA, SABBIA…) e, SENZA EFFETTUARE MANOVRE MECCANICHE DI PULIZIA DELLA RADICE, REINSERIRLO NELL’ALVEOLO. Contattare subito l’odontoiatra per la stabilizzazione. Se il sangue nell’alveolo è già coagulato e/o l’infortunato non collabora, mettere il dente in soluzione fisiologica, o saliva (può essere conservato in bocca), o latte e contattare SUBITO l’odontoiatra. Chi reinserisce il dente deve fare attenzione a metterlo con il corretto orientamento (copiare “a specchio” la posizione del dente uguale dell’altro lato della bocca).
Dentista Lazio, Roma
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Dentista Lombardia, Milano
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Dentista Sardegna, Cagliari
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Dentista Emilia Romagna, Modena
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Dentista Piemonte, Torino
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