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Terapia antiaggregante e interventi di chirurgia orale

Il grande numero di pazienti in terapia antiaggregante rende sempre più frequente la necessità da parte dell’odontoiatra di decidere se e con quali modalità sospendere la doppia antiaggregazione piastrinica in previsione di interventi di chirurgia del cavo orale.

by Dott. Antonio Saverio Macri' 30-05-2012 5100 visualizzazioni
Le procedure di rivascolarizzazione arteriosa mediante dilatazione per via percutanea (angioplastica), sia a livello coronarico (PTCA) che periferico (PTA), sono sempre più diffuse nella popolazione e comportano la necessità di assumere una terapia antitrombotica per lunghi periodi.

Il grande numero di pazienti trattati con questa metodica rende sempre più frequente la necessità da parte dell’odontoiatra di decidere se e con quali modalità sospendere la doppia antiaggregazione piastrinica in previsione di interventi di chirurgia del cavo orale.

Nonostante da anni siano note raccomandazioni sull’argomento, si registrano incomprensioni e comportamenti tali da mettere i pazienti a rischio di complicanze o, nella migliore delle ipotesi, renderli vittime di inutili allarmismi e difficoltà.

Studi pubblicati su prestigiose riviste internazionali dimostrano ormai da anni come non vi sia necessità di sospensione della doppia antiaggregazione (tantomeno della singola) per comuni interventi odontoiatrici quali estrazioni dentarie o piccoli interventi di chirurgia parodontale. L’eventuale eccessivo sanguinamento correlato sarà facilmente controllabile con provvedimenti quali un’accurata sutura, l’applicazione a pressione di garze ed eventualmente l’utilizzo di farmaci ad azione locale che promuovono l’emostasi. Nel caso ci sia necessità di sottoporsi ad estrazioni multiple, è opportuno non superare il numero di tre elementi dentari per seduta.

Sempre più pazienti in età matura o avanzata richiedono interventi di implantologia per tornare ad avere denti fissi e recuperare la funzionalità masticatoria ed estetica.

In questo caso una viene incontro a pazienti ed odontoiatri una moderna tecnologia: l’IMPLANTOLOGIA COMPUTER ASSISTITA. Questa consente una chirurgia minimamente invasiva, nella quale non è più necessario aprire le gengive del paziente per inserire gli impianti osteointegrati (viti endoossee): partendo dalle immagini radiologiche ottenute con una TC, attraverso l’ausilio di un elaborato software, il dentista “effettuerà” l’intervento virtualmente al computer, decidendo quanti impianti, di che tipo, di che dimensioni e soprattutto in che regione dell’osso inserire.

Una volta finalizzato il progetto, esso sarà inviato ad un laboratorio specializzato che provvederà a realizzare una “dima” chirurgica, che, applicata in bocca del paziente, consentirà all’odontoiatra di inserire – stavolta nella realtà! – gli impianti esattamente nella posizione prescelta e – soprattutto – attraverso dei piccoli forellini nella gengiva, SENZA USARE IL BISTURI SUL PAZIENTE, con scarsissimo sanguinamento intra-operatorio e praticamente nullo nel post-operatorio, e lo stesso per il gonfiore ed il dolore che saranno ridotti al minimo se non del tutto assenti. Il paziente potrà quindi ritornare velocemente alle sue normali attività dopo l’intervento.

Con la tecnica descritta, inoltre, si potranno applicare - direttamente nella stessa seduta - oltre agli impianti, anche dei denti provvisori fissi.
Questo tipo di chirurgia mini-invasiva è fortemente consigliata, quindi, ai pazienti in terapia antiaggregante, che non subiranno alcun effetto fastidioso derivante dalla doverosa non interruzione della stessa.

Scritto da Dott. Antonio Saverio Macri'
Arezzo (AR)

TAG: terapia antiaggregante