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Le sei chiavi di un'occlusione normale

Analisi e definizione di un'occlusione normale da parte di Andrews

by Dott. Edmondo Spagnoli 25-06-2008 20305 visualizzazioni

A partire dagli inizi del 1700 si studiarono le irregolarità dentali e le possibilità di correzione. All’inizio degli anni ’60 un certo numero di ortodontisti americani hanno raggruppato modelli di dentature di soggetti che non avevano mai subito un trattamento ortodontico, in cui i denti erano ben allineati e dove un trattamento ortodontico non avrebbe portato alcun miglioramento. Tali modelli furono studiati a partire dagli anni’70 dal dott. Lawrence F. Andrews di S.Diego (USA), che trovò sei caratteristiche comuni a tutti questi modelli e che definì "Le 6 chiavi di un’occlusione ottimale" Queste diventarono l’obiettivo da raggiungere in un trattamento ortodontico. Esse sono:

 

1) Rapporti interarcata: corrispondono ad un corretto ingranaggio tra i denti dell’arcata superiore con i denti dell’arcata inferiore, tenendo conto dell’angolazione delle corone e della loro inclinazione.

 

2) Angolazione della corona: valutabile da una visione frontale del dente.

 

3) Inclinazione della corona: valutabile da un punto di vista laterale.

 

4) Rotazioni: non devono essere presenti.

 

5) Contatti stretti: si devono avere tra i denti punti di contatto forti ( ad eccezione dei casi di microdonzia).

 

6) Curva di Spee: ci deve essere una curva di allineamento delle superfici occlusali dei denti, sul piano saggittale.

 

Questi principi rimangono ancora oggi alla base di un trattamento ortodontico, indipendentemente dalle diverse metodologie o filosofie terapeutiche, perché garantiscono un risultato stabile nel tempo e funzionale.

Scritto da Dott. Edmondo Spagnoli
Lecco (LC)

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