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Lo studio del caso ortodontico

Vi sono malocclusioni conseguenti a fattori quali: il succhiamento delle dita, la spinta linguale sui denti, le vie aeree ristrette a causa di tonsille ed adenoidi ipertrofiche, i traumi ai denti e ai mascellari, le malattie dentali e la perdita prematura dei denti da latte o permanenti.

by Dott. Leopoldo Maini 30-08-2013 6028 visualizzazioni
Ortodonzia

Per prevenire le malocclusioni è necessario partire dallo studio del caso e successivamente applicare gli apparecchi correttivi al fine di risolvere queste anomalie.

Per un corretto piano di trattamento sono necessarie le seguenti analisi di studio del caso:


  • Visita ortodontica e anamnesi generale e specialistica

  • Radiografia panoramica teleradiografia del cranio laterale e postero anteriore con relativa analisi cefalometrica


Sulla base dell'esame clinico e delle analisi di studi, l'ortodontista elaborerà il piano di trattamento individuale. Successivamente si discuterà il caso con il paziente o i genitori per chiarire eventuali dubbi e per definire durata e costi della terapia.

Generalmente la terapia ortodontica si può dividere in 3 fasi:

  • La prima fase o funzionale può iniziare precocemente quando i denti da latte sono ancora presenti. Il fine di tale ciclo è di bloccare le disarmonie dentali e scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, potranno complicare notevolmente i futuri trattamenti. Viene effettuata con apparecchiature funzionali

  • La seconda fase o ortopedica inizia di solito ad eruzione completa di tutti i denti permanenti (11-12 anni) e permette di coordinare in modo ottimale i loro rapporti, al fine di raggiungere gli obbiettivi prefissati dal piano di trattamento. Vengono utilizzate trazioni extraorali ortpediche.

 

La durata della terapia ortodontica è in stretto rapporto con le fasi precedentemente descritte.


  • Terza fase. Terminata la fase attiva di trattamento con la rimozione dell'apparecchiatura fissa, verrà consegnato ed applicato l'apparecchio di contenzione più idoneo al caso. Lo scopo di tale dispositivo è di assicurare l'assestamento dei denti nella posizione acquisita dopo la terapia attiva permettendo alle ossa , ai muscoli e ai tessuti molli di adattarsi a questa nuova situazione.


In genere la durata della contenzione è di 2 anni o più a seconda del caso. Tale periodo è di grande importanza quanto quello della terapia attiva e serve per evitare movimenti dentali non desiderati (recidive).

Scritto da Dott. Leopoldo Maini
Rovereto (TN)
Bolzano (BZ)
Trento (TN)
Verona (VR)

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