Il trattamento ortodontico precoce dei piccoli pazienti è strettamente legato e non può prescindere dal concetto più generale di prevenzione odontoiatrica del paziente in crescita ed, in particolare, dal concetto di prevenzione dal punto di vista ortodontico. Per ortodonzia “precoce” o “intercettiva” si intende una terapia eseguita prima del tempo con finalità di prevenzione poiché essa ha lo scopo di intercettare e risolvere i fattori che peggiorano una cattiva occlusione dei denti o una cattiva armonia delle ossa dello scheletro facciale in fase iniziale per evitare un eventuale aggravamento.
PERCHÈ. In realtà l’ortodonzia moderna non può prescindere dal concetto di crescita: oggi, infatti, la figura dell’ortodontista è profondamente cambiata poiché egli non si limita più, come si faceva 20 anni fa, ad inserire semplicemente degli apparecchi in bocca ai piccoli pazienti, ma è coinvolto, in collaborazione con il pediatra, anche nello studio della crescita e dello sviluppo del piccolo paziente, ed, in particolare, nell’analisi e controllo della crescita cranio-facciale. Tuttavia non bisogna confondere la crescita cranio-facciale con quella staturale poiché sono due concetti diversi e totalmente distaccati: infatti un paziente che ha terminato la sua crescita in altezza ed è magari alto due metri, non è detto che abbia finito di crescere anche a livello delle ossa della mascella e della mandibola, e viceversa. Inoltre qual è la differenza tra un bambino di 3 anni ed un ragazzo di 15 anni? La differenza sta in una sola, piccola parola… la crescita! Per l’ortodontista la parola “crescita” è molto importante poiché essa assume un ruolo fondamentale e fa una grande differenza nella scelta di ogni singola terapia e rappresenta sicuramente la sua corrente/linfa vitale poichè fa decidere per un trattamento piuttosto che per un altro. Inoltre le malocclusioni, essendo delle disarmonie di origine multifattoriale (a componente sia genetica che ambientale) di carattere evolutivo e ingravescente (iniziano in una forma semplice ed evolvono in una forma complessa), è difficile che una malocclusione in tenera età possa migliorare in età adulta ed, anzi, è quasi sempre il contrario! Purtroppo molto spesso la crescita non ci aiuta e gioca a nostro sfavore. Noi dobbiamo immaginare il nostro piccolo paziente come una piantina che, se nasce storta, può essere “raddrizzata” poiché ha una corteccia giovane e, quindi, più morbida e malleabile; ma se questa stessa piantina continuerà a crescere storta, alla fine diventerà un albero con una corteccia così dura che non si può più modificare. Se, ad esempio, siamo in presenza di un bambino con la parte inferiore del viso (la mandibola) molto più grande ed in avanti rispetto alla parte superiore della faccia (la mascella), che conferisce quell’aspetto duro del viso, oppure con una asimmetria facciale come, ad esempio, il mento spostato tutto da un lato (“mento alla Totò”), trattare questi piccoli pazienti quando sono grandi, a fine crescita, sarebbe una follia poiché la crescita è finita ed il loro osso sarebbe uguale ad una corteccia di un albero, talmente duro da essere immmodificabile. Esiste quindi l’ortodonzia del paziente in crescita e l’ortodonzia del paziente adulto: la prima è completamente scissa e diversa dalla seconda poiché i trattamenti ortodontici sono del tutto differenti, come anche gli obiettivi e, di conseguenza, i risultati ottenibili. Inoltre le terapie precoci rappresentano sicuramente una forma di prevenzione poiché, anche nel caso in cui non risolvessero del tutto il problema, migliorerebbero senz’altro la condizione iniziale e, in ogni caso, eviterebbero l’instaurarsi di un peggioramento futuro della malocclusione rispetto a quella già presente in tenera età nei nostri pazienti.
COME. Le principali e più comuni problematiche riscontrate nel paziente in crescita si dividono a seconda che si guardi il paziente di fronte (ad es. palato stretto), oppure di lato cioè di profilo (ad es. mandibola troppo grande ed in avanti rispetto alla mascella), oppure osservando l’altezza del viso del paziente (ad es. facce troppo lunghe o troppo corte) ed, infine, soggetti con abitudini viziate (ad es. succhiamento del pollice o del ciuccio per lungo tempo). Oggi il trattamento precoce può essere in alcuni casi la modalità terapeutica migliore e più efficiente in molte malocclusioni poichè esistono vari tipi di trattamento e diversi dispositivi a seconda del tipo di problematica riscontrata nei tre piani dello spazio. L’ortodontista, oggi, come fa a far crescere dritte ed in armonia le ossa del viso del piccolo paziente? Attualmente abbiamo a disposizione diversi mezzi per studiare la crescita come, ad esempio, attraverso lo studio delle vertebre del collo e non solo! Egli è in grado anche di modificare e direzionare la quantità di crescita cranio-facciale attraverso l’uso di determinati apparecchi, chiamati apparecchi ortopedico-funzionali. Tuttavia i risultati si vedono solo se, facendo una diagnosi accurata degli aspetti estetici, funzionali e della posizione delle ossa facciali del soggetto in crescita, la nostra terapia ortodontica risulta essere appropriata, semplice, efficace ed efficiente e ciò è possibile unicamente utilizzando l’apparecchio corretto, al momento giusto e per un periodo di tempo breve. Quali sono i reali benefici e vantaggi del trattamento ortodontico precoce per il piccolo paziente? Con il trattamento precoce si gestiscono ed utilizzano il più possibile solo i denti da latte e di conseguenza si previene qualsiasi possibile danno a carico dei denti permanenti; attraverso la terapia precoce si determina un movimento e una correzione spontanea dei denti permanenti senza che essi siano toccati minimamente; con questa prima fase di trattamento, l’eventuale successiva seconda fase di rifinitura del risultato ottenuto, con un’apparecchiatura tradizionale di tipo fisso, risulterà più semplice e di breve durata poiché rimane da correggere, attraverso un semplice allineamento, solo la posizione dei denti; è una terapia sicura nell’ottenere i risultati desiderati senza il rischio di eseguire trattamenti inutili; si ha una positiva e fisiologica modulazione dello sviluppo dei denti e delle ossa della bocca durante il processo di sviluppo e crescita; vi è una maggiore efficienza: anche se il periodo totale di osservazione del paziente in crescita è lungo, in realtà le terapie sono di breve durata, come conseguenza di una corretta scelta del momento di inizio del trattamento stesso; sono anche piuttosto ridotti i tempi delle visite e dei controlli sulla poltrona dello studio odontoiatrico; la collaborazione richiesta ai piccoli pazienti è minima o assente; infine, le terapie sono semplici, poco costose e si utilizzano, se possibile, mezzi e/o apparecchi molto semplici e poco ingombranti.
QUANDO. La domanda più frequente che i genitori rivolgono allo specialista in ortodonzia è: “a che età bisogna portare mio figlio ad una prima visita ortodontica?”. Personalmente a questa domanda rispondo sempre che l’intercettamento e la prevenzione di alcuni tipi di malocclusioni prima si fa e meglio è e che, quindi, una prima visita ortodontica è opportuno eseguirla sin dall’età di 3 anni circa. È interessante iniziare a monitorare i bambini sin da tale tenera età (in America iniziano addirittura ad 1 anno di vita), quando si presume che essi abbiano in bocca tutti i denti da latte, poiché l’ortodontista è in grado di capire già da quel momento se ci sarà bisogno o meno di controllare nel tempo quel paziente per il rischio di sviluppo di una ipotetica futura malocclusione, al fine di decidere poi quando sarà l’epoca più giusta per poter intervenire e fare prevenzione della stessa. Quindi non è assolutamente vero che l’apparecchio si mette in bocca solo a partire dai 12 anni di età, quando tutta la dentatura permanente è completa, ma esistono alcune terapie che si possono iniziare solo all’età di 5-6 anni, altre unicamente a 9 anni, ed altre ancora a 12 anni e, di conseguenza, si sceglie quando iniziare il trattamento a seconda del tipo di problema che il paziente presenta. Ma attenzione! L’ortodonzia in età precoce non significa di certo intervenire necessariamente e mettere per forza un apparecchio in bocca a 3 anni! Vuol dire solamente che lo specialista in ortodonzia osservi il piccolo paziente, attraverso prime visite precoci, per fornire ai genitori dei consigli utili durante la sua crescita e sviluppo. Quindi portare il vostro bambino già al terzo anno di vita a fare una prima visita ortodontica specialistica non è affatto sbagliato o una perdita di tempo, anzi! In conclusione, è senza alcun dubbio di fondamentale importanza fare prevenzione anche in campo ortodontico sui difetti di crescita delle ossa del viso e sui difetti di occlusione dentale! Il mio consiglio è quello di eseguire sempre una prima visita specialistica a partire dall’età di 3 anni e, successivamente, fare delle visite di controllo ogni 6 mesi. Inoltre per ogni piccolo paziente bisogna capire quale sia la terapia migliore ed ogni trattamento deve essere il più individuale possibile per quel particolare paziente. Non bisogna dimenticare che tutte le terapie ortodontiche fatte al tempo giusto, per un periodo di tempo breve e con i dispositivi adeguati, rendono la terapia stessa non solo più semplice e meno lunga, ma il risultato finale sarà più predicibile e stabile nel tempo.
Dott. Prof. Vincenzo Quinzi
Dott.ssa Daniela Di Giandomenico
Dentista Lombardia, Bergamo
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