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ORTODONZIA INTERCETTIVA PRECOCE

Intercettare precocemente una malocclusione significa prevenire malocclusioni peggiori di difficilissima o impossibile correzione successiva

by Dott. Paolo Passaretti 21-11-2016 2175 visualizzazioni

Recentemente, ho avuto modo di confrontarmi con colleghi di grande esperienza nella cura dei bambini e in ortognatodonzia. Da questo incontro, molto importante a livello scientifico, sono emerse nette conferme delle tendenze di ultima generazione in ortodonzia e crescita dei bimbi.

In decisa contrapposizione a chi sostiene di aspettare e rimandare il trattamento ortodontico, si è definita come più attuale e logica la tendenza di intervenire più precocemente possibile, appena si delinea la malocclusione (cercando quindi di fare visite di controllo ai bambini il più presto possibile). Ricordo che è un principio della medicina tutta, quello di diagnosticare e trattare un problema di salute più presto possibile (diagnosi precoce).: Ogni disturbo, in qualsiasi organo del corpo umano, e ad ogni età, non c’è alcun dubbio che prima lo si individua e cura, migliore è la prognosi a tutti i livelli.

Immaginiamo, in una persona avanti con l’età, non accorgersi di una iperglicemia e lasciarla silente per anni permettendo di fare danni a tutti gli organi! Così vale anche per i denti dei bambini, le malocclusioni, le carie, i frenuli anomali, le abitudini viziate, le agenesie, i denti sovrannumerari, malformati, ectopici e tutto il resto. Tutto ciò, il dentista pediatrico lo può intercettare presto con una semplice visita. Ricordo che negli Stati Uniti, la associazione dei medici pediatri (non quella dei dentisti) raccomanda la prima visita del bambino dal dentista pediatrico il primo anno di età. Direi senz’altro non oltre il terzo!

Se si individua la malocclusione, ci sono vantaggi nell’intervenire con tempestività.

Vi esprimo qui una serie di pensieri a questo proposito: le malocclusioni possono avere un’origine ereditaria, ma la maggior parte in realtà derivano da abitudini viziate.

La teoria di Moss ci dice che “La funzione determina la forma”. Quindi se la funzione è alterata per abitudini viziate, sarà essa a creare malocclusione in una bocca che si sta formando, nella quale contenuto e contenitore interagiscono totalmente (al contrario di un adulto, dove tutto ormai è fermo, a crescita avvenuta).

  • Contenuto, cioè denti e ossatura ed articolazione temporo mandibolare (da cui dipende l’atteggiamento posturale della colonna vertebrale).

  • Contenitore cioè i muscoli, la lingua, la funzione respiratoria, i cicli della masticazione, il cervello che comanda il tutto, etc. Ecco quindi che accorgersi presto di una abitudine viziata (vedi articolo) o di una respirazione prevalentemente orale (vedi articolo) o di una deglutizione deviata (vedi articolo) con conseguenti problemi che vanno a coinvolgere lo sviluppo cognitivo e scolastico del bambino, significa poi correggere la causa più frequente, appunto, della malocclusione. Per non parlare di ciò che ci può stare a monte di questo, come l'uso prolungato del ciuccio e del biberon o, peggio ancora, il succhiamento consolatorio (dito, oggetti, etc.).

A questo proposito io ho una mia teoria che in questa epoca, in futuro sempre di più, si sta assistendo a quella che possiamo definire una patologia dell’accudimento. Le mamme lavorano (per forza in grave tempo di crisi, e per fortuna grazie al progresso della emancipazione della donna) e lasciano i bimbi, anche molto piccoli, con nonni o babysitter o negli asili nido. Questi soggetti spesso indulgono (con la complicità delle mamme stesse) per incompetenza o per ingraziarsi l’affetto del bambino o per opportunismo, a tardare lo svezzamento, la emancipazione, la indipendenza del bambino: è più facile gestire un infante (utilizzo del ciuccio come silenziatore del pianto, pappe non consistenti più facili da somministrare piuttosto che i cibi “duri” dell’adulto, biberon più veloce e più comodo della tazza, per non parlare delle tonnellate di dolci consolatori super-cariogeni e di tutto ciò che ne consegue (vedi articolo). Se a questo sommiamo l’incredibile aumento delle allergie respiratorie dovute all’inquinamento atmosferico delle nostre città, grandi e piccole che siano, vedremo come è sempre più frequente la prevalenza di casi di respirazione orale (micidiali per lo sviluppo delle arcate) e delle pericolose apnee notturne (vedi articolo)

La terapia più efficace a mio avviso (sperimentata da più di 30 anni con grande successo) è rappresentata dalle apparecchiature funzionali in genere, ed in particolare quelle secondo la filosofia di Bracco-Crevera. Classe di apparecchi ortognatodontici “creanti funzione”, come ci insegna da sempre il nostro Maestro, i quali non si limitano ad agire sui denti raddrizzandoli, ma sono in grado di guidare la crescita ossea nel verso giusto correggendola, in modo da creare basi sicure per i denti e per il loro sostegno osseo (parodontale), garanzia di salute futura.

  • Orientano la crescita e “l’assetto” della ATM, articolazione temporo-mandibolare ed i cicli della masticazione nel modo giusto prevenendo quindi disturbi di postura e curandoli (meglio di qualsiasi busto ortopedico, in accordo con le formidabili teorie osteopatiche) se già presenti come conseguenza della malocclusione.
  • Inducono, inoltre, il movimento della deglutizione (così importante perché muscolo potentissimo che con le 1500 volte che deglutiamo, se deviato può spostare in modo tremendo le arcate creando malocclusione gravissima) verso la esecuzione corretta, effetto “logopedia”, che però in questi casi va sempre affiancato, se possibile, agli esercizi della logopedista.
  • Invitano il bambino ad usare il naso e non la bocca per respirare, correggendo, a meno che non ci siano insormontabili problemi otorinolaringoiatrici, la respirazione orale.
  • Rieducano la muscolatura delle labbra se ipertonica o di funzionamento anomalo (esempio interposizione del labbro nel caso di un bimbo con overjet grave (denti in fuori) ed anche tutta la muscolatura masticatoria.

Quindi, capirete che, gli apparecchi funzionali creanti funzione, correggono sia la malocclusione, sia le cause che l’hanno determinata! Dunque sono efficacissimi. Solo questa tipologia di apparecchi riesce a fare tutto ciò e sono i più moderni anche se abbiamo iniziato a usarli da decenni.

Questi apparecchi sono molto facili da portare: non fanno assolutamente male, sono semplici da gestire per il paziente e per i genitori (nessuna vite da svitare), si vedono poco, il bambino si adatta immediatamente, ci si parla molto bene (non come se non ci fosse nulla in bocca, ovviamente, ma non rappresentano un limite al parlare necessario per la vita di relazione: i bambini ci fanno tranquillamente la maggior parte delle interrogazioni se la severità della malocclusione richiede inizialmente un orario molto costante) e dopo poche ore il paziente si dimentica di averlo in bocca. Rappresentano, quindi, anche un “trofeo” da mostrare agli amici, senza nessuna vergogna!

Si tratta di apparecchi rimovibili (nessun apparecchio fisso al mondo può fare l’azione combinata completa e potente di cui vi ho parlato in questi casi in cui bisogna riequilibrare un sistema osseo e neuromuscolare complesso, che ha perso gli equilibri a causa delle temibili abitudini viziate) e quindi viene richiesto che il bambino lo porti: se rimane dentro al cassetto i denti non si raddrizzano! Ma un bambino, più è piccolo e più facilmente impara a nuotare, sciare e, quindi, ad adattarsi alla terapia funzionale.

Ecco la grande opportunità di cui voglio parlarvi in questo mio scritto di trattamento precoce di fronte a diagnosi precoce: la collaborazione è tanto più entusiasmante tanto sono più piccini e quindi il mix di fattori biologici e psicologici di collaborazione permette grandi successi nella terapia ortodontica. Li portano bene, benissimo e tutto si corregge molto presto e in modo perfetto.

Quindi, queste filosofie ortognatodontiche intercettive prevengono guai molto, ma molto più difficili, impegnativi e costosi da correggere poi in età più avanzata rendendo possibile l’insuccesso, perché alcune di queste malocclusioni, se non prese per tempo, obbligano all’intervento chirurgico. Un esempio semplicissimo: se un bambino ha un palato stretto (derivante da respirazione orale o deglutizione deviata), correggendolo precocemente si viene a creare tutto lo spazio necessario alla guida della eruzione dei denti in modo perfetto. Se si aspetta, spesso diventa necessario un intervento chirurgico di disinclusione dei canini che vanno agganciati ad un complesso (e costoso) apparecchio fisso.

Questi apparecchi prevengono spessissimo la necessità dell’apparecchio fisso, o se necessario poi per un perfetto allineamento finale, minimizzano i tempi (ed i costi) e quindi anche il rischio igienico del fisso. In conclusione, intercettare precocemente una malocclusione significa prevenire malocclusioni peggiori di difficilissima o impossibile correzione successiva.

Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

TAG: ortodonzia intercettiva precoce