Le motivazioni alla base del trattamento intercettivo sono molteplici e riguardano la quasi totalità dei quadri malocclusivi che possiamo osservare nel piccolo paziente. La disarmonia incomincia sempre con una forma semplice, per poi divenire complessa e strutturata con il passare del tempo.
Risulta scomodo ad oggi schierarsi con i sostenitori della terapia in una fase o in due fasi, sarebbe più importante riconoscere nelle varie fasi della dentizione gli eventi fisiologici ed i fattori eziologici che intervengono in quel preciso momento, per monitorare o intervenire con mezzi semplici, efficaci, risolutivi, da utilizzarsi per poco tempo.
La scelta del timing di trattamento delle nostre disarmonie rappresenta sicuramente la chiave di successo. Tra le problematiche da intercettare sicuramente ci sono quelle legate all’eruzione anomala degli elementi dentali, cross-bite anteriore, cross-bite monolaterale, cross-bite bilaterale, l’inversione del combaciamento anteriore, segno patognomonico di III classe scheletrica e/o dento-alveolare, l’open-bite dentale o scheletrico, abitudini viziate che intervengono su un substrato favorevole.
Per quanto riguarda la stabilità dei trattamenti, la letteratura non presenta degli studi clinici randomizzati basati sull’evidence based. La molteplicità dei presidi terapeutici utilizzati e i tempi di trattamento molto eterogenei fanno si che l’unica certezza che emerge è mantenere sotto controllo i fattori ambientali, determinanti nel mantenimento dei risultati ottenuti e per lo sviluppo armonico dei nostri piccoli pazienti.
Dentista Marche, Ancona
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Dentista Piemonte, Torino
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