“La Dentosofia, è una terapia caratterizzata da un approccio umanista all’arte dentistica, che utilizza tecniche funzionali e pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e in modo più vasto quello del mondo”. Essa consiste in un percorso che, partendo da questa visione della bocca equilibrata, integra numerose conoscenze e ricerche in campo dentistico, medico e neurofisiologico e ricorre a diversi metodi di rieducazione funzionale per raggiungere un ambizioso obiettivo: accompagnare la riorganizzazione spontanea della bocca di ogni paziente fino alla perfetta armonia di forma, funzione e bellezza inizialmente prevista dalla natura che per diversi e concorrenti ragioni non è stata raggiunta. La bocca si sviluppa dalla nascita modellandosi fisicamente attraverso le funzioni vitali di respirazione, suzione e deglutizione, fonazione e masticazione che insieme costituiscono il cuore della dinamica dentale; una qualunque alterazione di queste funzioni determinerà una malocclusione. La Dentosofia agisce risvegliando il potenziale naturale di autoguarigione dell’individuo: con il procedere della terapia, la bocca ritrova la sua forma nelle tre dimensioni dello spazio, ovvero in larghezza, altezza e profondità, e la simmetria destra-sinistra. Essa riprende lo sviluppo che a un certo punto della crescita si era interrotto e ciò permette di conseguenza il riposizionamento dei denti.
Strumento base di questa terapia è l’attivatore plurifunzionale messo a punto già negli anni 50 da Soulet e Besombes. Si tratta di un apparecchio di rieducazione funzionale che agisce a livello muscolare e priopriocettivo. Si utilizza in tutti i tipi di dismorfosi, è adatto a tutte le età. Contemporaneamente alla rieducazione della posizione della lingua, della deglutizione, della respirazione, viene ripristinata una simmetria nei muscoli della mascella e dell’articolazione temporo-mandibolare. I risultati ottenuti con tale terapia sono stabili nel tempo: non si parla di “recidive” bensì di miglioramento della bocca dopo il termine del trattamento senza alcun intervento di “contenimento”. Non c’è nulla, infatti, da contenere: si potrebbe dire che quella bocca si è volontariamente trasformata nel senso naturale che per lei fisiologicamente era previsto dalla nascita.
La Dentosofia si fonda sui principi della pedagogia Steineriana. A questo proposito, Rudolf Steiner ha scritto: “Il processo evolutivo della deambulazione prepara le vie neurologiche del linguaggio che a loro volta preparano l’elaborazione del pensiero. Queste tre attività accompagnano la maturazione del sistema nervoso umano”. Le osservazioni di Steiner sono state confermate dagli studi del neuro-chirurgo americano Temple Fay, secondo i quali tutti gli esseri umani attraversano gli stessi stadi di sviluppo, dalla nascita ai primi passi. Questi stadi non sono influenzati da fattori quali la razza o la religione dei genitori, ma se alcuni di essi vengono saltati, insorgono delle patologie. Tutto il corpo partecipa ai processi della deambulazione, della parola e del pensiero. Tale concetto può essere applicato anche alla bocca che rappresenta un luogo privilegiato per la diagnosi e la terapia: osservandola nel suo equilibrio e nel suo squilibrio si può verificare se questi stadi si sono succeduti armoniosamente. La Dentosofia è una terapia che può essere iniziata in età molto precoce: già a tre anni. Questo è tanto più importante perché l’obiettivo terapeutico che ci si propone è la rieducazione delle funzioni neurovegetative alterate, e in particolare della respirazione buccale e della deglutizione atipica. Queste non solo sono all’origine delle malformazioni a livello del cavo orale, ma sono anche alla base di svariate patologie che vanno dalle infezioni ricorrenti della sfera otorinolaringoiatrica alle allergie (compresi eczemi e dermatiti atipiche), dalla scoliosi ai disturbi del sonno, dalla difficoltà di concentrazione alla sindrome ipercinetica e alla dislessia. È quindi fondamentale che i genitori osservino come i propri figli deglutiscono e respirano, specie nel sonno, in modo da poter correggere le disfunzioni prima che si instaurino altre problematiche.
Dalla sua fondazione questa metodica terapeutica si è continuamente evoluta e migliorata e oggi viene proposta in forme più o meno analoghe: si può infatti parlare di Armonizzazione Cranio-Occlusale secondo Montorsi o Approccio Ortodontico Globale o Ortodonzia Posturale o Ortodonzia Olistica o ancora Equilibrazione Mio-Funzionale Orale. Noi preferiamo continuare a parlare di Dentosofia dato che la scelta di una tale tipologia di terapia per il paziente coincide con l’accettazione una filosofia di vita: chi accetta di fare Dentosofia accetta infatti di diventare l'unico responsabile della propria guarigione e questo perché i punti chiave della terapia sono il suo impegno e la sua costanza.
L'apparecchio ortodontico usato in Dentosofia è l'attivatore plurifunzionale la cui efficacia deriva dalla sua capacità di intervenire sulle malocclusioni riequilibrando le funzioni neurovegetative. Da un punto di vista neurofisiologico, tutte queste funzioni vitali sono infatti interdipendenti e collegate tra loro. Quindi lavorare su una di esse permette di lavorare sul loro insieme. Agire sulla loro correzione simultaneamente porta a un potenziamento dei risultati. L’attivatore plurifunzionale agisce proprio in questo senso:
- Impedisce la respirazione orale e rieduca la respirazione nasale;
- Guida la lingua a posizionarsi nella posizione corretta per una deglutizione non disfunzionale;
- Agisce sulla masticazione attraverso le microstimolazioni impartite ai denti;
- Corregge o impedisce una posizione scorretta della mandibola;
- Favorisce la pressione concentrica delle labbra e delle guance su entrambe le arcate, impedendo che avvenga su una sola di esse.
La possibilità di rieducare le funzioni neuro-vegetative si fonda sulla neuro-plasticità, cioè sulla capacità del sistema nervoso di stabilire nuove connessioni, engrammi o percorsi neurali.
Esiste quindi una grossa differenza tra la Dentosofia e la tradizionale modalità di utilizzare gli apparecchi ortodontici che meccanicamente riposizionano i denti, eventualmente estraendone alcuni per creare spazio: l’ortodonzia tradizionale utilizza forze meccaniche che agiscono solo sul “sintomo” (il dente storto, il palato stretto etc.), mentre la Dentosofia cerca di attivare la capacità della bocca di rispondere autonomamente ad una posizione di equilibrio, riposizionandosi e mutando.
E’ importante sottolineare infine che, diversamente dagli altri strumenti ortodontici, l’attivatore plurifunzionale non è ritentivo per la placca per cui non favorisce l’insorgenza della carie, anzi grazie alla stimolazione della salivazione e all’ostacolo all’evaporazione della saliva, causata dalla respirazione orale, ne riduce il rischio!
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