La guarigione delle ferite è un processo fisiologico che prevede la migrazione di cellule verso i tessuti da riparare, la proliferazione cellulare e la sintesi di nuovi componenti. Tutte le fasi sono regolate dai fattori di crescita che giocano un ruolo fondamentale nella riparazione dei tessuti ed indispensabile è la presenza di un intenso reticolo vascolare che favorirà la rigenerazione. I fattori di crescita accelerano la guarigione stimolando l'angiogenesi (nuovi vasi e capillari), la formazione di tessuto di granulazione o cicatriziale, la maturazione dell'osso e la sua epitelizzazione. Le piastrine sono le primissime cellule che corrono a colonizzare la lesione ed a innescare la guarigione rilasciando i fattori di crescita.
Una tecnica utile per la rigenerazione ossea è l'impiego del P.R.P. Quando per esigenze parodontali, implantologiche od ogni qual volta si è in presenza di riassorbimenti dell'osso è possibile, mediante tale tecnica, incrementarlo in maniera poco invasiva e quasi del tutto atraumatica.
Il P.R.P. si ottiene dal sangue dello stesso paziente, con un prelievo che viene eseguito subito prima dell'intervento odontoiatrico e prima dell'anestesia; si sfrutta la peculiarità delle piastrine ricche di fattori di crescita indifferenziati, necessaria è la presenza di una centrifuga da laboratorio che separa le piastrine dai restanti componenti ematici. Concentrandole si ha un composto che aiuterà e stimolerà l'osso verso una guarigione precoce e con una densità maggiore.
Tale metodica presenta numerosi vantaggi:
- è totalmente sicura in quanto impiega piastrine “autologhe”;
- è versatile perchè i prelievi variano da una quantità minima di 8 cc per una provetta ad un massimo di 8 provette in base alle esigenze del tipo d'intervento, per gli impianti si arriva all'incirca a 60 cc di sangue;
- è veloce, in circa trenta minuti è pronto il P.R.P.;
- consente, come già detto, la rigenerazione ossea anche in quei casi dove era richiesto l'impiego di osso autologo il cui reperimento (anca, mento, calvaria, tibia) ha un'innegabile invasività.
L'attivazione del concentrato avviene di solito con granuli di beta tricalciofosfato puro, completamente riassorbibile, che rilascia ioni calcio, e con il sangue del paziente, così si ottiene un materiale facile da maneggiare e da modellare nei siti riceventi.
Dentista Sardegna, Carbonia Iglesias
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