Esistono tre forme fondamentali: Solida – Cistica – Mista.
Tumore benigno a struttura epiteliale o fibroepiteliale che trova genericamente la sua derivazione dagli elementi dento formativi in fasi diverse del loro sviluppo. Può essere: MULTICENTRICO - UNICENTRICO - EXTRAOSSEO o PERIFERICO.
Possiede una capsula, ma riesce a infiltrare attraverso i canali di Havers, dando recidive anche a distanza. E’ una neoformazione a lenta evoluzione e la sua sede elettiva sono le ossa mascellari dove assume un comportamento di malignità locale con invasione delle strutture circostanti facilitando la recidiva. La massa tumorale è più o meno grande a seconda del periodo di sviluppo. Può essere intraosseo e ricoperto da corticale oppure a diffusione extraossea dopo erosione della corticale stessa e, in quest’ultimo caso, può essere ancora compreso all’interno del periostio oppure può superare la barriera periostea invadendo i tessuti molli.
Gli ameloblastomi si manifestano di solito nell’età media di 30-50 anni. Nell’80% dei casi la sede di elezione è la mandibola, i restanti casi sono a carico del mascellare superiore. Tra quelli a localizzazione mandibolare il 70% ha sede in regione molare o branca montante; 20% sede premolare; 10% incisiva - canina. Lo sviluppo del tumore avviene per progressiva infiltrazione dei tessuti circostanti con riassorbimento delle strutture ossee in cui si annida. Successivamente, quando viene infiltrato tutto l’osso, è possibile una infiltrazione dei tessuti molli e in questo caso è presente una mobilizzazione dei denti in corrispondenza della massa tumorale.
Sotto il profilo della sintomatologia soggettiva può comparire una deformazione che porta il paziente allo specialista. La diagnosi clinica non può prescindere da referti di ordine istologico e radiologico. Sotto il profilo radiologico per la forma solida (iniziale) le difficoltà diagnostiche sono spesso notevoli. Per la forma cistica possiamo distinguere un tipo “UNILOCULARE”, cioè a grande e unica cavità cistica, oppure “MULTILOCULARE” (aspetto a nido d’api o a bolle di sapone), in tutti i casi l’osso è deformato ed eroso.
Oltre a questi aspetti classici l’ameloblastoma provoca erosione a livello delle radici dentarie che gradatamente coinvolge (colpo d’unghia). La terapia è chirurgica per la possibile trasformazione maligna (carcinoma ameloblastico). Si può attuare una chirurgia conservativa con curettaggio e follow-up, oppure una chirurgia resettiva con innesto immediato o ritardato. La radioterapia è assolutamente da evitare, in quanto non terapeutica e anzi dannosa perché può indurre l’ameloblastoma a trasformarsi in carcinoma.
Recidive:
- unicentrico 10-15%
- settore posteriore mascellare 100% chirurgia conservativa; 10-15% con chirurgia resettiva
Anche nella terapia dell'ameloblastoma, come in quella delle cheratocisti, può essere utile il liquido di Carnoy.
Dentista Calabria, Vibo Valentia
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