In senso clinico la disodontiasi si riconosce nella patologia infiammatoria del sacco pericoronario con cui la disodontiasi stessa costantemente si identifica. Tale quadro, eccezionale per tutti gli altri elementi dentari, accompagna quasi costantemente l'eruzione del terzo molare, specie quello inferiore. L'eruzione del terzo molare inferiore è accompagnata da un corteo sintomatologico di varia intensità e durata. Alla base dei fenomeni che caratterizzano la disodontiasi esistono alcune condizioni embriologiche ed anatomiche che vanno preventivamente esaminate. Il germe dentario, che da origine al terzo molare, si forma o dal gubernaculum dentis del germe del secondo molare posteriore ad esso, quasi come se il terzo molare fosse il dente di sostituzione del secondo, o da una proliferazione molto posteriore della lamina dentaria primitiva, evenienze, queste che posizionano il germe del terzo molare obliquamente, a livello dell'angolo mandibolare, con l'asse maggiore perpendicolare e non parallelo all'asse maggiore del secondo molare.
Ovviamente, non essendo il terzo molare il dente sostitutivo del secondo, quest'ultimo non lascia spazio al terzo e quindi lo costringe ad uno sviluppo posteriore ad esso. Pertanto, il germe del terzo molare è situato posteriormente e obliquamente o perpendicolarmente rispetto al secondo molare al quale resta unito tramite la lamina dentaria primitiva o il gubernaculum dentis finché non si struttura definitivamente come germe. Man mano che questo si sviluppa anche l'osso che lo accoglie subisce alcune modifiche: l'angolo della mandibola, dove infatti si trova il germe del terzo molare è la sede dove avviene l'accrescimento osseo.
La mandibola si sviluppa indietro e verso l'alto trascinando così anche il germe del terzo molare e agendo sulle strutture che ancora sono in formazione come le radici, che in questo modo vengono incurvate perché stirate all'indietro e verso l'alto.
L'eruzione del terzo molare inferiore avviene ormai quasi costantemente in maniera anomala (disodontiasi), principalmente per l'insufficienza di spazio dove esso deve erompere. Nell'evoluzione della razza umana la porzione ossea propriamente detta o basale ha subito un'involuzione per riduzione dei diametri della faccia ed in specie del diametro antero-posteriore. Esiste pertanto una disarmonia tra porzione ossea basale e porzione alveolare sovrastante che esprime la dimensione volumetrica degli elementi dentari.
Da questa disarmonia deriva che il terzo molare, ultimo ad apparire in arcata, non ha lo spazio sufficiente per erompere liberamente.
Questo molare, ad eccezione di quei casi in cui erompe normalmente, assume posizioni anomale, spesso in mesioversione, proprio in relazione di quelle ragioni embriologiche ed anatomiche finora ricordate.
Se l'obliquità del dente è esagerata, il movimento di raddrizzamento che esso deve compiere normalmente diventa impossibile perché la posizione antero-inferiore della sua superficie di masticazione si trova al di sotto del colletto della superficie posteriore del secondo molare.
Patogeneticamente, la disodontiasi del terzo molare è da imputare alla pericoronarite o alla infiammazione della porzione pericoronarica del sacco dentario. Difatti quest'ultimo, schiacciato contro la faccia posteriore del secondo molare, presenta una lesione di continuo: comunica con i liquidi orali per cui i germi possono penetrare in quella cavità virtuale compresa tra lo smalto coronale e il sacco pericoronarico.
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