I granulomi piogenici parodontali, meglio conosciuti come epulidi, possono essere identificabili come delle iperplasie localizzate della matrice connettivale a carattere immuno-reattivo.
Clinicamente sono identificabili con lesioni ad andamento esofitico, riscontrabili a livello della mucosa gengivale libera e aderente correlati a quadri di infiammazione locale più o meno marcata. Gli aspetti eziopatogenetici delle epulidi sono multifattoriali ed è ipotizzabile che sia necessario una concomitanza di cause e di fattori predisponenti nella genesi del quadri clinici.
Tra essi possiamo ricordare: la presenza di focolai infettivi a carico dei tessuti parodontali profondi e superficiali, il biotipo parodontale, le alterazioni dei fisiologici cicli bio-ormonali (tipici del periodo gravidico) e l’assunzione di terapie farmacologiche sistemiche quali la pillola anticoncezionale, alcuni farmaci antipertensivi appartenenti alla classe dei calcio-antagonisti, gli antiepilettici e i farmaci immuno-soppressori.
Il granuloma piogenico può presentare due varianti istologiche. La prima viene definita “Lobular capillary hemangioma” (LCH), mentre la seconda viene denominata “variante non LCH”.
La variante LCH è in genere più frequente e al contrario della forma non –LCH, che si presenta generalmente peduncolata, presenta una base d’impianto sessile. E’ una lesione che, dopo la gravidanza, può regredire spontaneamente. Nella regressione fisiologica della lesione, oltre alla riregolazione dei normali cicli ormonali ovarici, sembrerebbe giocare un ruolo molto importante il fattore di crescita vascolo- endoteliale (VEGF), la cui mancanza indurrebbe le cellule endoteliali ad apoptosi e di conseguenza alla regressione del quadro clinico.
Inoltre, esistono diverse varianti delle iperplasie reattive infiammatorie gengivo-parodontali la cui distinzione si basa sulle caratteristiche isto-morfologiche. Infatti oltre al granuloma piogenico possiamo distinguere il granuloma periferico a cellule giganti, le epulidi fibromatose e altre forme borderline.
Le metodiche terapeutiche tradizionali si avvalgono di tecniche d’asportazione escissionali con bisturi a lama fredda, di toilette chirurgiche locali che comprendono manovre di levigatura radicolari e ossee alveolari. Le recidive non sono delle eventualità così infrequenti e le problematiche relative al controllo del sanguinamento post-chirurgico rappresentano evenienze piuttosto frequenti, considerando l’ampio letto micro-vascolare reattivo che caratterizza buona parte di queste lesioni.
Vengono tuttavia riportate in letteratura trattamenti chirurgici avvalendosi della crioterapia, della chirurgia elettro-ablativa e di terapi laser –assistite avvalendosi di dispositivi al diodo, Nd:YAG, CO2 e di Laser superpulsati come il Dye-Laser.
Esiste la possibilità di poter prevenire questa patologia, con un programma di igiene orale professionale a cominciare dall'inizio della gravidanza continuato poi dalla futura mamma a livello domiciliare, evitando però l'uso di agenti per il controllo chimico della placca come la clorexedina poiché attualmente mancano test di teratogenicità, sono consigliati i collutori a base di sostituti salivari che contengono gli stessi componenti della saliva (ORALIS, BIOXTRA, BIOTENE, ecc.)
Il controllo visivo della placca con la sua rimozione a secco senza acqua e dentifricio, sono l’inizio di un programma di prevenzione che sarà poi integrato dall’odontoiatra o dall’igienista dentale con da altri sussidi specifici differenti da un paziente all’altro.
Epulide gravidica all' ottavo mese |
Epulide gravidica all' ottavo mese |
Lesioni rimosse con laser a Diodi |
Collutorio contenente sostituti salivari |
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AUTORI: RUFFONI DIEGO e MARIANI UMBERTO
Dentista Marche, Pesaro Urbino
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Dentista Campania, Napoli
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Dentista Veneto, Padova
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Dentista Campania, Salerno
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Dentista Molise, Isernia
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