Non è al bambino che rivolgo questo discorso sull'igiene orale, bensì a tutte quelle persone che lo accudiscono, lo educano e lo aiutano a crescere.
In questa prospettiva la Società Ialiana di Odontoiatria Infantile (S.I.O.I.) ha iniziato, già da alcuni anni, a svolgere un programma di educazione sanitaria coinvolgendo genitori ed insegnanti delle scuole materne. Messaggio quindi non diretto ai bambini, ma ai suoi principali educatori. Noi abbiamo creduto in passato che il messaggio personale del dentista nella scuola, cioè del dentista che fa la sua apparizione estemporanea in un contesto che di solito non lo prevede, avrebbe potuto rappresentare la bacchetta magica che muove l'interesse del bambino.
Invece ci siamo sempre più convinti che è l'ambiente circostante che deve mantenere un vivo interesse alla sua igiene orale.
Così oggi ci muoviamo verso gli educatori. fornendo loro delle idee e delle immagini semplici per far capire quello che è prevenzione e poi delle cognizioni tecniche che gli educatori stessi possano a loro volta rielaborare per trasmetterle al bambino.
Per queste motivazioni generali dobbiamo parlare di prevenzione, ma cosa è la prevenzione?
Prevenzione è conoscere il pericolo, quindi avvistarlo in tempo per evitarlo prima del suo apparire. Prevenzione è ripararsi in situazioni ambientali, anche normali, che potrebbero nel tempo diventare nocive; ripararsi anche da situazioni eccezionali: quindi, corrazzarsi contro l'ambiente esterno. In sintesi è ricorrere a qualcuno che ne sappia più di noi e che può intervenire direttamente, consigliandoci per il meglio e aiutandoci a comprendere quanto ci dice.
Questi principi generali possono applicarsi alla "prevenzione odontoiatrica": la corretta alimentazione. la cura dell'igiene orale. l'uso del fluoro nei dentifrici per "corrazzare" lo smalto e le visite periodiche di controllo dal dentista.
Occorre sapere che lo smalto del dente non è così liscio, come appare ad occhio nudo ma, osservato al microscopio elettronico, presenta una frastagliatura che permette ai batteri di annidarsi e colonizzarsi su di esso (la cosiddetta placca batterica) in modo da contribuire alla formazione della carie. Tale placca batterica è fondamentale al momento del suo incontro con la normale alimentazione: aggredendo gli zuccheri forma un acido che corrode il dente non protetto favorendo l'inizio della carie.
Focalizzando l'attenzione sulla placca batterica, occorre ricordare che non si vede ad occhio nudo, ma può essere evidenziata da pastiglie rivelatrici che la colorano. La placca aderisce al dente per la sua viscosità e per la struttura dello smalto, ma può essere distaccata da strumenti meccanici (quindi dallo spazzolino) eventualmente aiutato da coadiuvanti chimici come il dentifricio.
Non è il dentifricio lo strumento essenziale, bensì lo spazzolino che, sfregando, distacca la placca!
Quindi noi dobbiamo dare all'adulto, insisto "all'adulto". concetti precisi. Quindi spiegheremo, specialmente alle madri, che il movimento meccanico dello spazzolino deve attuarsi dalla gengiva verso il dente, per portare via la placca e non ributtarla contro la gengiva.
Oltre allo spazzolino si dovrà usare anche il filo interdentale per disorganizzare la placca che si annida sulle superfici tra un dente e l'altro, dove lo spazzolino non può penetrare. E' facile usare degli strumenti tendi-filo che permettono una facile manualità.
Tutto questo deve essere spiegato all'adulto, perchè il bambino in tenera età non è capace di movimenti efficaci. D'altre parte è proprio nei primi anni di vita, quando cominciano ad erompere i primi dentini, che l'azione patogentica della placca dentale esercita la sua azione nefasta e provoca le prime carie a livello degli spazi interdentali dei molari da latte.
Il tentativo di indurre l'abitudine dell'igiene orale è tardivo se si cerca di farlo con bambini di età scolare. L'abitudine deve essere assunta nei primi due anni di vita, fondamentali per il comportamento durante tutto il resto della vita: ovviamente deve essere assunta come un "gioco".
Inoltre è nel primo anno di vita che i genitori sono particolarmente attenti a ciò che concerne il benessere fisico del bambino. Se pensiamo con quanta attenzione la madre deterge il bambino e lo mantiene pulito ( e se si accorge di un piccolo arrossamento della cute provvede subito alla sua cura) comprendiamo come questa sia l'età (intorno ai 6 mesi di vita) in cui i genitori possono essere motivati a curare una buona igiene anche del cavo orale, non altrettanto visibile come la pelle.
Pertanto fino alla comparsa dei primi dentini la madre, con una garza avvolta su un dito, dovrà provveder dopo ogni poppata a detergere le gengive del bambino per fargli acquisire il senso di "benessre del pulito", che il bambino già avverte sulla pelle. Infatti quando è bagnato o sporco, piange fino a che non lo si deterge.
Dopo i 3 mesi è necessario che l'adulto provveda alla pulizia dei denti, soprattutto dopo il primo anno per quello che riguarda i molari da latte, da pulire con il filo interdentale (con l'aiuto del tendi-filo) perché è lì che si può instaurare la prima carie.
Insomma, fino all'età di 6 anni il bambino deve imparare il "gioco dello spazzolino" meglio con un dentifricio di buon sapore.
Spetta invece all'adulto pulire efficacemente la sua bocca, rispondendo alla sua esigenza di sentire la bocca pulita, cioè esaltando il suo "benessere del pulito".
Ai 3 anni di età, finalmente, potrà essere autonomo ed imparare le più corrette manovre di giene orale
Prof. Giuliano Falcolini, Roma,
già Ordinario di Pedodonzia all'Università di Sassari
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