Molti anni fa per una retrazione gengivale ho fatto rifare il colletto del canino superiore
Scritto da mimma / Pubblicato il
Buongiorno, molti molti anni fa per una retrazione gengivale ho fatto rifare il colletto del canino superiore solo a scopo estetico. Al dente fu praticato il bisello con mordenzatura e applicazione del composito su un area circolare piuttosto estesa. Dopo tre mesi però questa otturazione mi è risultata insopportabile con una sensazione di "dente che tira" e sotto microscopia ho fatto asportare la pasta lasciando la dentina scoperta. Ovviamente il dente ne ha risentito e non solo esteticamente ma non ho mai accusato una particolare sensibilità. A distanza di ben 19 anni, sperando in nuovi materiali e con il desiderio di mettere comunque in sicurezza il canino, ho voluto ripetere l'esperienza con un collega estremamente attento al mio problema tanto da non usare mordenzanti nè trapano nè lucidatura finale ma solo materiale biocompatibile (ignoro la natura ma il dottore diceva enamel n.3) e due fotopolimerizzazioni con un risultato estetico ottimo e invisibile ma..... Ora, a distanza di 20 giorni, sono ripiombata nell'incubo..... stessa sensazione di allora, con pulsioni continue e una certa parestesia fino all occhio... Come suggeritomi, sto provando a sopportare ma mi sembra che la situzione peggiori ogni giorno che passa. Ho bisogno di sapere come comportarmi perchè temo che il dente non sopporti un ulteriore insulto da asportazione, ammesso che si possa, visto che la pasta stavolta sembra fusa con il mio cemento/dentina. Grazie per il conforto.
Pubblicato il 21-02-2019
Cara Signora Mimma, buongiorno. Anzitutto tutti i materiali odontoiatrici e Medico-Clinici sono biocompatibili, quindi specificare questo lascia quanto meno perplessi!!! E' stata curata una recessione gengivale, a quanto ci racconta, con una otturazione al colletto del dente che si estendeva sulla radice, a quanto si capisce! Niente di più errato di così, si sarebbe potuto fare. "errare humanum est sed stultorum est in errore perseverare" diceva Cicerone (in realtà diceva "Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis) e poi questa locuzione latina è stata modificata da Livio, Seneca ed altri fino ai giorni nostri:" Errare è umano ma perseverare nell'errore è stolto" e quindi inammissibile! Infatti anche il secondo Dentista ha perseverato nell'errore (altropchè materiale biocompatibile :) ) Da quanto dice si evince che Lei dovrebbe avere delle erosioni dello smalto, al colletto del dente e, contemporaneamente, delle recessioni gengivali! Bene, l'errore più comune che viene fatto in questi casi è quello di curare prima le erosioni mentre invece bisogna prima curare le Recessioni Gengivali e solo dopo le erosioni. Se si facesse il contrario, la gengiva non si attaccherebbe, perché troverebbe la struttura artificiale dell'otturazione e non la radice del dente in cui invece la gengiva ricostituirebbe l'attacco epiteliale e connettivale ricoprendo la recessione stessa con la chirurgia parodontale mucogengivale, di cui le lascio un poster dimostrativo, struttura artificiale, dicevo, per cui non si potrebbe curare così la recessione (interna ed esterna che fosse)Quindi cosa le serve? Le serve una Visita Clinica Parodontale da un bravo Parodontologo! Cari saluti
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Pubblicato il 21-02-2019
Buongiorno, Carissima Signora,come puo' ben capire , senza refertazione fotografica , rx endorale, o quant'altro possa servire per una corretta diagnosi è impossibile fare terapia...poi per internet.
Comunque, tanto per rassicurarla le posso dire che esistono metodi di chirurgia mininvasiva che potrebbero sopperire al suo problema.
Riposizionamneto gengivale con o senza lembo. le otturazioni, perchè di quello si tratta, possono lasciare una senzsazione di fastidio per alcuni giorni, poi regrediscono.
Non esistono sistemi adesivi che non siano minimamente mordenzanti, una fase, due fasi, tre fasi etc
Se correttamente eseguiti il dente non subisce nessun tipo di trauma.
Qualora il dente fosse estremamente sensibile lo sarebbe con e senza otturazione ed andrebbe devitalizzato,. Anche qua esistono vari metodi per saggiare la vitaltà pulpare.
Attenda il normale decorso e qualora la sensazione di fastidio tendesse a trasformarsi in dolore chiami il suo dentista e gli rispieghi tutta la situazione.
Comunque, tanto per rassicurarla le posso dire che esistono metodi di chirurgia mininvasiva che potrebbero sopperire al suo problema.
Riposizionamneto gengivale con o senza lembo. le otturazioni, perchè di quello si tratta, possono lasciare una senzsazione di fastidio per alcuni giorni, poi regrediscono.
Non esistono sistemi adesivi che non siano minimamente mordenzanti, una fase, due fasi, tre fasi etc
Se correttamente eseguiti il dente non subisce nessun tipo di trauma.
Qualora il dente fosse estremamente sensibile lo sarebbe con e senza otturazione ed andrebbe devitalizzato,. Anche qua esistono vari metodi per saggiare la vitaltà pulpare.
Attenda il normale decorso e qualora la sensazione di fastidio tendesse a trasformarsi in dolore chiami il suo dentista e gli rispieghi tutta la situazione.
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Pubblicato il 21-02-2019
Sig. Mimma, non penso che questa sia l'unica otturazione della sua bocca, chiedetevi perché su questo dente abbiamo queste reazioni abnormi? Cosa scatena le reazioni? La diagnosi di partenza è corretta? Perché nonostante la presenza di anni della lesione cariosa il dente non dava sensibilità? Dopo aver dato queste risposte, si procede con accertamenti diagnostici ottenendo una corretta diagnosi e poi
si praticheranno le corrette cure.
si praticheranno le corrette cure.
Pubblicato il 21-02-2019
La retrazione gengivale detta recessione ha tante cause quindi prima bisogna valutare l'eziologia dopo provvedere a ripristinare la gengiva con inervento parodontale di chirurgia mucogengivale uso di tessuto autologo o membrane specifiche pertanto è opportuno si rivolga ad un parodontologo
Pubblicato il 21-02-2019
Entrambi i colleghi hanno praticamente e, giustamente, effettuato una procedura analoga di otturazione cervicale in resina composita, con queste specifiche: non usare mordenzanti né trapano né lucidatura, delle due, peggiora il risultato, non lo migliora; il materiale "biocompatibile" è un normalissimo materiale da otturazione estetico (sempre di resina metacrilata).
Il dente continua a farle male? O rimuove nuovamente l'otturazione che non è fusa a niente ma si può asportare senza problemi (sia mai che fosse allergica a questi materiali, anche se dubito) oppure fa devitalizzare il dente.
Il dente continua a farle male? O rimuove nuovamente l'otturazione che non è fusa a niente ma si può asportare senza problemi (sia mai che fosse allergica a questi materiali, anche se dubito) oppure fa devitalizzare il dente.
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Pubblicato il 21-02-2019
A parte che lei, gentile signora, si è troppo, troppo documentata dal dr. Google, la spiegazione (una delle possibili spiegazioni a... distanza web, senza una osservazione diretta da parte nostra) potrebbe essere questa: i sintomi sembrano essere quelli della sofferenza pulpare. Il dente (forse per questo eccessivo timore delle normali cure accreditate) ha sofferto. Il colletto sta molto vicino alla polpa, e possono essersi infiltrati batteri nei lunghi anni in cui la dentina è stata scoperta (ho capito bene??). Ora c'è da verificare questo, se il dente può evitare la terapia endodontica oppure no. Torni da questo dentista molto attento alle sue istanze e veda con lui cosa fare.
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Pubblicato il 22-02-2019
Gentile Signora Mimma, per ottenere un restauro in materiale estetico che sia efficace ed affidabile occorre ottemperare ad alcune condizioni imprescindibili:
• Il tessuto dentale deve essere "pronto" a ricevere il restauro (quindi deve essere pulito e "lisciato")
• Il campo operatorio deve essere isolato dall'umidità (ideale l'utilizzo della diga di gomma)
• Deve essere creata una interfaccia adesiva tra dente e restauro attraverso una adesione efficace (attraverso una mordenzatura acida ma si può ottenerlo anche con adesivi "automordenzanti").
• L'adesivo, in primis, deve essere polimerizzato per un tempo sufficiente (il tempo necessario dipende dalla potenza della lampada fotopolimerizzatrice)
• Il materiale di restauro va applicato per incrementi, di volta in volta polimerizzati per tempo sufficiente (vedi punto precedente)
• Il restauro deve integrarsi nell'anatomia del dente curato, senza lasciare scalini o mancanze.
• Il restauro va lucidato con attenzione per ridurre la capacità della placca di aderirvi
• Il paziente deve mantenere una igiene orale domiciliare attenta, secondo le indicazioni del dentista (che deve insegnare e "far provare" come le manovre devono essere eseguite)
• Il paziente deve spiegare le proprie esigenze ma poi è il clinico che ha la responsabilità di scegliere il metodo di restauro più opportuno per garantire nel tempo l'efficacia della cura.
Dal suo racconto lei ha richiesto che alcune di queste condizioni venissero disattese, in base ad una sua convinzione, ma i materiali estetici sono molto sensibili alla tecnica utilizzata e saltare anche solo un passaggio può rendere inefficace il trattamento.
L'Enamel è un composito, di ottima qualità ma chimicamente, non diverso dalla maggior parte dei compositi esistenti.
Il fatto che, a 20 giorni dal restauro, lei avverta un disagio, può far pensare ad un problema di adesione del materiale.
La parestesia è decisamente insolita, a meno che il dente abbia perso la propria vitalità e da questo sia originato un ascesso. I test di vitalità consentiranno al dentista di diagnosticare quale sia il suo problema ed indirizzarla alla corretta terapia, che sia un rifacimento dell'otturazione o la devitalizzazione dell'elemento dentario.
Se il dentista che la cura gode della sua fiducia gli spieghi i suoi problemi ma poi lo lasci lavorare secondo scienza e coscienza, senza intervenire nei processi decisionali terapeutici, altrimenti rischierà di ricevere terapie inefficaci.
Cordiali saluti
• Il tessuto dentale deve essere "pronto" a ricevere il restauro (quindi deve essere pulito e "lisciato")
• Il campo operatorio deve essere isolato dall'umidità (ideale l'utilizzo della diga di gomma)
• Deve essere creata una interfaccia adesiva tra dente e restauro attraverso una adesione efficace (attraverso una mordenzatura acida ma si può ottenerlo anche con adesivi "automordenzanti").
• L'adesivo, in primis, deve essere polimerizzato per un tempo sufficiente (il tempo necessario dipende dalla potenza della lampada fotopolimerizzatrice)
• Il materiale di restauro va applicato per incrementi, di volta in volta polimerizzati per tempo sufficiente (vedi punto precedente)
• Il restauro deve integrarsi nell'anatomia del dente curato, senza lasciare scalini o mancanze.
• Il restauro va lucidato con attenzione per ridurre la capacità della placca di aderirvi
• Il paziente deve mantenere una igiene orale domiciliare attenta, secondo le indicazioni del dentista (che deve insegnare e "far provare" come le manovre devono essere eseguite)
• Il paziente deve spiegare le proprie esigenze ma poi è il clinico che ha la responsabilità di scegliere il metodo di restauro più opportuno per garantire nel tempo l'efficacia della cura.
Dal suo racconto lei ha richiesto che alcune di queste condizioni venissero disattese, in base ad una sua convinzione, ma i materiali estetici sono molto sensibili alla tecnica utilizzata e saltare anche solo un passaggio può rendere inefficace il trattamento.
L'Enamel è un composito, di ottima qualità ma chimicamente, non diverso dalla maggior parte dei compositi esistenti.
Il fatto che, a 20 giorni dal restauro, lei avverta un disagio, può far pensare ad un problema di adesione del materiale.
La parestesia è decisamente insolita, a meno che il dente abbia perso la propria vitalità e da questo sia originato un ascesso. I test di vitalità consentiranno al dentista di diagnosticare quale sia il suo problema ed indirizzarla alla corretta terapia, che sia un rifacimento dell'otturazione o la devitalizzazione dell'elemento dentario.
Se il dentista che la cura gode della sua fiducia gli spieghi i suoi problemi ma poi lo lasci lavorare secondo scienza e coscienza, senza intervenire nei processi decisionali terapeutici, altrimenti rischierà di ricevere terapie inefficaci.
Cordiali saluti
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Pubblicato il 23-02-2019
Gentilissima Signora Mimma buongiorno. Sarà utile qualche chiarimento in merito ai materiali ed alla tecnica di otturazione di una lesione al colletto.
-Non esiste un materiale composito che possa aderire intimamente alla dentina sana o sanificata che non preveda un pretrattamento meccanico e/o chimico e questo è requisito non eludibile. La cosiddetta mordenzatura acida ( esistono vari tipi di mordenzanti acidi, ma non è il caso di intraprendere un excursus biochimico a meno che lei sia quanto meno esperta ) se correttamente eseguita e se esistono le condizioni biologiche ( dente vitale, polpa normoreattiva, sufficiente spessore dentinale ecc.) non lascia conseguenze, al massimo una modesta sensibilità transitoria.I sistemi adesivi composti genericamente da primer e bonding DEVONO compenetrare per qualche micron la dentina per garantire sigillo ed adesione stabilmente e permettere agli strati sovrastanti di restare adesi e poter otturare efficacemente la cavità cariosa (o erosione) del dente. Il colletto non fa eccezione!
- I cosiddetti compositi sono tutti certificati per biocompatibiltà ed hanno la loro autorizzazione ministeriale altrimenti non possono essere messi in commercio.
- Le capacità allergogene di detti materiali sono trascurabili vista la casistica quasi inesistente ma se esistono fondati motivi in tale direzione occorre un'indagine in reparto allergologico. Però se lei ha già altre otturazioni in composito reputo la possibilità remota.
- La necessità di un pretrattamento meccanico della dentina lasciata esposta ( nel suo caso per ben 19 anni!) per garantire una migliore adesione al composito può essere necessità reale: si tratta però di una banale abrasione superficiale poiché spesso la superficie del colletto in questi casi è lucida e poco adatta all'adesione chimica.
Ciò in verità non pregiudica alcunché, anzi migliora la prognosi a distanza dell'otturazione.
- Nulla sappiamo della risposta ai test di vitalità del suo dente nè abbiamo radiografie, nè sappiamo delle condizioni parodontali e occlusali della sua bocca per cui le sensazioni che ci riferisce non danno origine ad alcuna ipotesi fondata di danno subìto. Accertamenti che invece occorrono per stabilire se sia più corretto un approccio chirurgico piuttosto che conservativo o gnatologico ( cioè volgarizzando intervenire sulla masticazione modificandola o correggendola ), potendo purtroppo essere anche necessario intervenire su più fronti.
- In merito ai danni da asportazione da lei paventati nulla deve temere se la rimozione viene fatta con tutte le cautele ( sistemi di ingrandimento, frese adeguate, giusta velocità, diga di gomma....) solo che poi con cosa si protegge la dentina di nuovo esposta?
In sintesi occorre una rivalutazione del caso ed una disponibilità alla fiducia, nel dentista, nel suo operato e nei materiali, fiducia che lei al momento ha messo in "stallo" cosa che deve in qualche modo aver suggestionato anche il collega che, forse, per accontentarla ha fatto come il medico pietoso che come si sa "fa la piaga puzzolente"...!
Si rechi quindi dal dentista con meno riserve e faccia ciò che lui e la scienza suggeriscono. Cari saluti.
-Non esiste un materiale composito che possa aderire intimamente alla dentina sana o sanificata che non preveda un pretrattamento meccanico e/o chimico e questo è requisito non eludibile. La cosiddetta mordenzatura acida ( esistono vari tipi di mordenzanti acidi, ma non è il caso di intraprendere un excursus biochimico a meno che lei sia quanto meno esperta ) se correttamente eseguita e se esistono le condizioni biologiche ( dente vitale, polpa normoreattiva, sufficiente spessore dentinale ecc.) non lascia conseguenze, al massimo una modesta sensibilità transitoria.I sistemi adesivi composti genericamente da primer e bonding DEVONO compenetrare per qualche micron la dentina per garantire sigillo ed adesione stabilmente e permettere agli strati sovrastanti di restare adesi e poter otturare efficacemente la cavità cariosa (o erosione) del dente. Il colletto non fa eccezione!
- I cosiddetti compositi sono tutti certificati per biocompatibiltà ed hanno la loro autorizzazione ministeriale altrimenti non possono essere messi in commercio.
- Le capacità allergogene di detti materiali sono trascurabili vista la casistica quasi inesistente ma se esistono fondati motivi in tale direzione occorre un'indagine in reparto allergologico. Però se lei ha già altre otturazioni in composito reputo la possibilità remota.
- La necessità di un pretrattamento meccanico della dentina lasciata esposta ( nel suo caso per ben 19 anni!) per garantire una migliore adesione al composito può essere necessità reale: si tratta però di una banale abrasione superficiale poiché spesso la superficie del colletto in questi casi è lucida e poco adatta all'adesione chimica.
Ciò in verità non pregiudica alcunché, anzi migliora la prognosi a distanza dell'otturazione.
- Nulla sappiamo della risposta ai test di vitalità del suo dente nè abbiamo radiografie, nè sappiamo delle condizioni parodontali e occlusali della sua bocca per cui le sensazioni che ci riferisce non danno origine ad alcuna ipotesi fondata di danno subìto. Accertamenti che invece occorrono per stabilire se sia più corretto un approccio chirurgico piuttosto che conservativo o gnatologico ( cioè volgarizzando intervenire sulla masticazione modificandola o correggendola ), potendo purtroppo essere anche necessario intervenire su più fronti.
- In merito ai danni da asportazione da lei paventati nulla deve temere se la rimozione viene fatta con tutte le cautele ( sistemi di ingrandimento, frese adeguate, giusta velocità, diga di gomma....) solo che poi con cosa si protegge la dentina di nuovo esposta?
In sintesi occorre una rivalutazione del caso ed una disponibilità alla fiducia, nel dentista, nel suo operato e nei materiali, fiducia che lei al momento ha messo in "stallo" cosa che deve in qualche modo aver suggestionato anche il collega che, forse, per accontentarla ha fatto come il medico pietoso che come si sa "fa la piaga puzzolente"...!
Si rechi quindi dal dentista con meno riserve e faccia ciò che lui e la scienza suggeriscono. Cari saluti.
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