La mia qualità di vita è peggiorata significativamente a causa di questa operazione
Scritto da Valentina / Pubblicato il
Gent.mi, mi rivolgo a voi per avere un consiglio clinico riguardante la mia attuale situazione. Ho subito intervento chirurgico il 5 Novembre 2014 per rimozione dente del giudizio inferiore sx (occluso). L'operazione è durata due ore e il dentista era in difficolta. Probabilmente non si aspettava tale posizione ma mi astengo dai commenti e racconto obiettivamente i fatti. Il mio percorso post-operatorio: consigliata tachipirina e cortisone per una una settimana. Essendo una farmacista ho capito che era una prescrizione da dentista "che voleva correre ai ripari" e invece che imbottirmi ho rivisto posologia con mio Medico. Gonfiore molto accentuato per una settimana. Ematoma che dalla guancia è poi sceso fino allo sterno. Per un mese labbro inferiore completamente insensibile. Dopo un mese ho iniziato a riacquistare sensibilità ma la situazione attuale mi vede ancora sofferente in quanto tornata la sensibilità è iniziato il dolore che è forte tra mento e labbro inferiore al minimo tocco. Questo si traduce nel non poter dormire sul lato sinistro (non posso appoggiare guancia su cuscino) e nel non poter dare baci a stampo (esempio banale ma quotidiano) per algia istantanea. Non posso andare a correre in questa stagione perché il freddo sulla guancia mi fa rincasare con dolore fulminante da orecchio a mento sx. Vi chiedo quindi aiuto per sapere se dovrei eseguire una TAC o comunque non vorrei fosse troppo tardi per fare la cosa giusta. La mia qualità di vita è peggiorata significativamente a causa di questa operazione e inizio ad avere risvolti psicologici. Prendo Leninerv 600 mg dal giorno dopo l'operazione ma non saprei dire se mi ha dato beneficio. Concludo dicendo che non ero stata informata dei possibili danni. In attesa di una Vs cortese risposta Vi ringrazio e vi dico che qualsiasi email o parola di aiuto o conforto sarà ben accetta. Non tutti i dentisti sono capaci....a seguire il paziente.
Pubblicato il 10-02-2015
Chiaramente inutile affrontare, a questo punto lo studio preoperatorio mediante analisi volumetrica atto a identificare i rapporti tra le radici dei denti e le strutture nervose che ovviamente sono state traumatizzate in fase chirurgiche come l'attuale sintomatologia disestesica evidenzia ci sono dei farmaci neurotrofici ( vitamine ma non possiamo prescrivere via mail ) che " aiutano "come anche giustamente la terapia cortisonica che ha fatto. Purtroppo a questo punto bisogna avere pazienza ed attendere, il recupero se completo lo si può avere solitamente entro i 6 mesi. Cordiali saluti
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Pubblicato il 10-02-2015
Cara Signora Valentina, buongiorno. Cara Signora Valentina, mi dispiace veramente per quanto sta soffrendo. Evidentemente l'avulsione (estrazione)di questo dente non è stata pianificata dopo una accurata diagnosi che deve essere mancata. Parla di tanti farmaci ed integratori ma non di antibiotici che sono i più importanti. Da quanto racconta dovrebbe aver avuto una "lesione" del Nervo Alveolare inferiore che però sembrerebbe reversibile, dato che riferisce di un certo miglioramento. Deve fare una Visita Clinica presso un Chirurgo Maxillo-Facciale ed eventualmente, su sua indicazione, da un Neurochirurgo. Bisogna procedere ad una esatta mappatura neurologica della parestesia e un accertamento radiologico con una Cone Beam magari anche 3D per confermare una esatta diagnosi! Purtroppo dice una verità nel concludere che "Non tutti i dentisti sono capaci a seguire il paziente." Aggiungo che esiste solo ciò che si sa fare e ciò che non si sa fare e non ciò che è facile o difficile e che non c'è nessuna vergogna nell'ammettere a se stessi che non si sa fare qualcosa, il cosiddetto Chirurgo Dentista avrebbe dovuto inviarla ad un vero Chirurgo Orale (sempre Dentista in questo caso più esperto) o a un Chirurgi Maxillo Facciale per far fare a Lui l'avulsione di un Dente che presentava queste problematiche! Bisogna avere Onestà Culturale, Intellettuale e Professionale! Si accerti che il suo sia iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della sua Provincia. Di più non posso dirle senza visitarla Clinicamente. "Nelle mani giuste", ne uscirà fuori, come si suol dire. Stia Tranquilla e Serena. Cari saluti
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Pubblicato il 10-02-2015
Sig. Valentina, purtroppo nella chirurgia odontoiatrica a volte le complicanze non sono sempre prevedibili e ci si accanisce nel volerle risolvere per evitare commenti del tipo " mi ha lasciato un pezzo di radice". Ora non sappiamo se era meglio lasciare un frammento radicolare, come ne vediamo tanti nelle varie OPT, o "massacrare" con poco rispetto le strutture di sostegno, sapendo che un frammento poteva essere sempre rimosso successivamente all'occorrenza. Sul trattamento cortisonico concordo con il suo medico di base che forse andava rivisto, perchè diminuendo l'edema non facilitiamo la guarigione, ma ritengo che sarebbe stato più corretto che i due medici parlassero tra di loro. Ora occorre molto tempo per recuperare qualche vantaggio ai suoi fastidi, qui madre natura ne farà da padrone scavalcando ogni farmaco. L'indagine radiologica potrebbe essere indicata in caso di sospette fratture ossee o per altri accertamenti diagnostici, ma questa non si può di certo prescrivere a distanza senza la minima conoscenza del caso. Il lato psicologico non arriva a favore e tende a dare enfasi maggiori, che la conducono verso stati d'ansia con crisi non indifferenti. Le consiglio di rivolgersi a un odontoiatra con esperienza che tenterà di aiutarla nel recupero dei suoi fastidi e che la sappia sostenere anche nel lato psicologico senza abbandonarla.
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Pubblicato il 10-02-2015
Gent.ma sig.ra, purtroppo una accurata anamnesi con TC andava evidentemente effettuata prima dell'intervento, ad ogni modo esistono diverse terapie (vitamine, etc) ma l'esito del suo problema si potrà valutare dopo almeno 6 mesi. Le consiglio di farsi seguire da uno specialista ed eventualmente chiedere un supporto neurologico. Cordiali saluti
Pubblicato il 10-02-2015
Cara Valentina, Da ciò che racconta lei é stata sottoposta ad un intervento di rimozione di ottavo, non so se incluso o meno, di evidente tenore traumatico. Posso solo notare che non fa cenno di una pianificazione dell'intervento con esami radiologici tridimensionali,vista la vicinanza delle radici al canale mandibolare e di una necessaria e adatta copertura antibiotica pianificata prima dell'intervento eseguito senza la stesura di un regolare consenso informato atto a mettere in guardia il paziente da possibili complicanze postoperatorie. Occorre valutare clinicamente la situazione attuale ed eventualmente richiedere un consulto specifico neurochirurgico se la situazione ipoestetica ed algica conseguenti lo richiedano. Da non trascurare le complicanze a livello Temporomandibolare conseguenti ad estrazioni particolarmente indaginose eseguiti su soggetti a rischio funzionale.
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Pubblicato il 10-02-2015
Gent.ma sig.ra, non e stata fatta anamnesi con TC e neanche terapia pre e post intervento, trovo nella sua descrizione de fatti alcuni punti non chiari: 1) rimozione dente del giudizio inferiore sx (occluso). L'operazione è durata due ore, non specifica se il dente è stato avulso,o rimasta qualche radice o apice. Quindi si consiglia rx anche una semplice ortopantografia 2) Il mio percorso post-operatorio: consigliata tachipirina e cortisone per una una settimana, non parla di antibiotici ne antiedemigeni 3) Essendo una farmacista ho capito che era una prescrizione da dentista "che voleva correre ai ripari" e invece che imbottirmi ho rivisto posologia con mio Medico. Cosa intende dire "prescrizione da dentista" lo specialista della bocca è il dentista, e non il suo medico (tranne che il prescrittore non è dentista) 4) Concludo dicendo che non ero stata informata dei possibili danni. Lei una farmacista laureata e che opera in campo sanitario, penso che avrà sentito parlare di consenso informato ecc, è giusto che deve essere informata sui rischi del intervento, anche se la informava il suo dentista lei rinunciava all'intervento? non credo, lei voleva risolvere il suo disturbo e non credo che rinunciava per un informazione scritta e verbale. Si consiglia rx per valutare eventuale residui radicolare, terapia antibiotici e antiedemigini, e poi ne parli con il suo dentista di fiducia o il suo medico di fiducia.
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Pubblicato il 10-02-2015
Ciò che lei racconta è storia comune di chiunque subisce un intervento di estrazione veramente difficile, di un ottavo con interessamento del nervo alveolare. La buona notizia, visto il recupero della sensibilità, è che con il tempo il tutto si normalizzerà, però tenga presente che occorreranno almeno 6 mesi o anche più. La laser terapia, potrebbe giovare. Il collega però doveva avvisare prima, di quali potevano essere le conseguenze.
Pubblicato il 10-02-2015
Tutto corretto quanto sopra detto. A volte noi stessi siamo cattivi nei confronti di altri colleghi. Una cosa che non vedo scritta è il "consenso informato". Parliamoci chiaro, una parestesia se pur temporanea può sovraggiungere in seguito ad un intervento chirurgico di questa portata, ciò che non può succedere oggi è di non aver informato correttamente prima oralmente e poi (chissà?) per forma scritta,il paziente. Sono sicuro che se il medico avesse dato le giuste informazioni soprattutto sulle complicanze post-intervento, la paziente non ci avrebbe scritto e tutto ciò si sarebbe risolto aspettando i tempi fisiologici di guarigione.
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Pubblicato il 10-02-2015
Tralasciando commenti sull'operato del collega (ha capito benissimo anche lei che qualcosa è andato "storto"), allo stato attuale, prendendo atto della situazione, le strade da percorrere sono soltanto due. O continua come ora, con farmaci neurotropi blandi (tipo vitamina B e derivati), in attesa di una risoluzione spontanea della sintomatologia algica (se avverrà), o ricerca un Chirurgo Maxillo - facciale ed eventualmente un neurologo (in questo senso una Tac è giustificato). Sbagliato rivedere da soli e con il curante la terapia, ma pazienza. In ogni caso è molto probabile che vi sia stata una lesione al NAI (che pare reversibile...) da avulsione di ottavo incluso o semi - incluso, frutto di qualche manovra non molto attenta in una situazione di non adeguata pianificazione operatoria.
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Pubblicato il 11-02-2015
Buongiorno Dottoressa, a nome del mio collega mi scuso per quanto le è accaduto, risolvere il suo problema attraverso un canale web è alquanto difficile perchè vorrei porle domande tipo , la sensibilità le è ritornata totalmente? la foto che ha posto alla visione nostra è attuale cioè ora ha ancora l'ematoma? che situazione vede nel suo cavo orale post estrazione?, per risolvere il suo problema solo leggendo la sua missiva mi viene da proporle l'utilizzo del laser con terapia adeguata, ma assolutamente prima andrebbe valutata una visita preventiva volta a fare diagnosi e successiva terapia, che ne pensa? Mi auguro di essereLe stato di aiuto anche se capisco che un aiuto concreto non glielo dato per nulla , ma non si scoraggi e si metta alle cure dei medici perchè di validi ce ne sono molti,la ringrazio e le auguro buona giornata
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Pubblicato il 11-02-2015
Salve Valentina, sembra dalla sua descrizione che abbia subito una lesione del Nervo alveolare inferiore e/o del Nervo mandibolare da estrazione del dente del giudizio che è tra le cause più frequenti. Generalmente il nervo è in grado di “autoripararsi” in quanto le sue fibre ricrescono all’interno del canale osseo che lo contiene. In questo caso non è necessario intervenire chirurgicamente e la ripresa funzionale avviene nel giro di 6-12 mesi, generalmente in modo incompleto. E’ indicato un intervento di microchirurgia ricostruttiva nel caso in cui si manifestino dolori, disestesie (alterazioni della sensibilità) molto fastidiose, oppure non si verifichi una consistente ripresa spontanea della sensibilità entro 6 mesi. In questi casi si esegue un intervento di microchirurgia ricostruttiva consistente nell’individuare il nervo tramite la rimozione di una finestrella ossea nella mandibola per ripararlo al microscopio operatorio. A volte è necessario sostituire la parte di nervo leso con una porzione di nervo sostitutivo. Se sono passati più di 18 mesi dall’evento lesivo, il potenziale rigenerativo può venir fornito dal nervo alveolare inferiore controlaterale. L’esame strumentale che documenta l’avvenuta lesione ed il grado di ripresa del nervo è il test di sensibilità trigeminale. Il neurologo somministra un leggero segnale elettrico alla regione anestetizzata e registra la contrazione riflessa del muscolo masseterino. Il lato leso non avrà risposta contrattile muscolare o sarà registrabile solo per stimoli molto superiori rispetto a quelli del lato sano. Lei sicuramente necessita della valuatazione di un ESPERTO in chirurgia (maxillo facciale) ricostruttiva le consiglio il Prof.Biglioli - Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale dell'Università degli Studi di Milano. Auguri di una pronta guarigione.
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Pubblicato il 11-02-2015
Gent.ma Valentina, dispiace sentire storie come le sue pur essendo molto consapevole che negli interventi estrattivi degli ottavi inferiori si possono avere sequele non indifferenti (come purtroppo nel suo caso). Tuttavia, non deve scoraggiarsi e valutare se il suo disagio è in miglioramento (pur se lento), stabile (non sembrerebbe riguardo la parestesia) oppure in peggioramento. Questa dinamica è importante per indirizzare il suo medico a capire se eseguire o meno accertamenti diagnostici (una TAC andava eventualmente eseguita prima, ora servirebbe a poco se la sua sintomatologia è in pur lento miglioramento, eventualmente se si sospettano danni alle strutture ossee oppure ad identificare residui radicolari lasciati in sito) o altri trattamenti lenitivi locali. Se la sua situazione non migliora nel tempo è il caso di rivolgersi ad un esperto chirurgo maxillo-facciale in grado di valutare la sua situazione (in Milano le consiglierei due nomi, Prof. Matteo Chiapasco dell'Osp. S.Paolo ed il già citato Prof. Biglioli). Sinceri auguri di completa guarigione.
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