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Domanda di Devitalizzazione

Risposte pubblicate: 12

Ho iniziato il 26 marzo scorso la devitalizzazione di un dente dell'arcata inferiore

Scritto da federica / Pubblicato il
Salve a tutti volevo un vostro parere sulla mia situazione..ho iniziato il 26 marzo scorso la devitalizzazione di un dente dell'arcata inferiore a sin..dovrebbe essere l'ultimo premolare se non sbaglio..e cmq ha 3 canali. Il problema è che ho dolore alla pressione, non posso masticarci...la cura non è finita perché ho avuto il dente aperto fino a stamattina, provvedevo io a pulirlo dentro con una siringa con del colluttorio allo 0,12% di clorexitina e poi a richiuderlo con un piccolo batuffolo di cotone dopo ogni pasto..questo perché il mio dentista ha provato 2 volte a fare una chiusura provvisoria ma dopo poche ore il dolore era già molto forte e dovevo tornare in studio per farmelo riaprire..stamattina ha riprovato di nuovo..ed io sono di nuovo col dolore!francamente non so che fare...io non voglio estrarlo! Mi dicono che la possibilità purtroppo c'è. .ma me ne mancano già 2..che sto provvedendo a rimettere con degli impianti..che cosa si può fare x questo mio dente?mi dicono che c'è un'infezione sotto che non riesce ad uscire perché gli apici delle mie radici sono molto stretti...ho veramente dolore..mi sento come se mi battesse dentro!grazie se mi risponderete.
Cara Signora Federica, buongiorno. Possibile ma difficile e raro che un premolare inferiore abbia in una sola radice, tre canali. Probabilmente si tratta invece di un molare inferiore che ha due radici e tre canali, a volte quattro canali! In ogni caso leggere "provvedevo io a pulirlo dentro con una siringa con del colluttorio etc " è veramente demoralizzante perché dimostra quanto sia "caduta in basso" la Nostra Bellissima Odontoiatria! "questo perché il mio dentista ha provato 2 volte a fare una chiusura provvisoria ma dopo poche ore il dolore era già molto forte e dovevo tornare in studio per farmelo riaprire" e questo lo dimostra :( Non solo è mancata la corretta diagnosi ma non c'è stata neanche la corretta terapia!!! "io non voglio estrarlo!" ed ha ragione da vendere!"mi dicono che c'è un'infezione sotto che non riesce ad uscire perché gli apici delle mie radici sono molto stretti", assolutamente inconcepibile! Di solito si preferisce chiudere in prima seduta ma solo se la situazione clinica lo permette altrimenti si fanno due o tre sedute e si chiude in seconda o in terza! L'importante è che tra una seduta e l'altra il dente venga chiuso con materiali simil-osmotici. Se non si fa questo , il dente lasciato aperto o con una medicazione parzialmente aperta farebbe si che uscisse la pressione dovuta al formarsi del gas del catabolismo microbico che è la causa del dolore per compressione delle terminazioni nervose e con l'uscita di questo gas , non si crea pressione e non si crea dolore! Però, e qui sta il GRAVE, entrano altri microbi nel dente che aggravano l'infezione! Per questo, personalmente uso chiudere il dente in una seduta o se in più sedute, chiudere provvisoriamente con una sorta di membrana simil osmotica che fa uscire il gas e non fa entrare i microbi! Ma questa è alta Odontoiatria. Grave poi perché se si lascia il dente in necrosi chiuso con medicazione non similosmotica, come spiegato, o peggio chiuso definitivamente evidentemente in una situazione clinica che non avrebbe dovuto prevedere la chiusura in prima seduta, la pressione che si forma nel dente chiuso, senza sfogo, per il catabolismo del batteri per lo più anaerobi gram negativi implicati nell'infezione, è talmente gravosa ed intensa da scatenare dolori insopportabili! Evidentemente è mancata la Diagnosi oltre che la Terapia Corretta! Tramite la Visita Clinica e le Rx endorali, oltrea valutare visivamente il parodonto profondo, si valuta la eventuale sofferenza periradicolare o periapicale di tutti i denti. E' sempre più prudente che la visiti un Dentista, meglio se Parodontologo perché con la visita Parodontale ed il sondaggio parodontale escluda non solo una Parodontite ma anche una endoparodontite che nel suo caso, trattandosi di un dente in necrosi e quindi vivo e non vitale ( Erroneamente si dice "morto") con osteolisiperiapicale, granuloma o cisti o endoparodontite che sia, è abbastanza frequente. Valutare la Vitalità dei denti e se c'è una iperemia passiva da danno venoso che non è altro che una pulpite, non è reversibile e bisogna procedere alla terapia endodontica, se fosse una iperemia attiva con danno arterioso, la sofferenza pulpare sarebbe reversibile! Se il dente fosse positivamente normale allo stimolo freddo, bisogna portare su esso uno stimolo caldo per valutare la presenza di una sintomatologia radicolare della polpa! Le spiego meglio: il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dallo stringere i denti o dal "picchiettarvi sopra" o dagli stimoli termici in questo caso (che si chiama iperemia attiva) il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare, se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata,si ha pressione che può anche scatenare dolori forti formando la cosiddetta pulpite acuta,o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, formando una pulpite cronica o meglio cronicizzata e le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, se non curata, muoiono ossia vanno in necrosi,e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx) intorno all'apice della radice, ossia un granuloma, cisti. Poi una visita Gnatologica e conservativo-endodontica accurata ed una visita Parodontale e una visita o almeno una anamnesi ed una semeiologia sistemica e stia certa che si arriva ad una diagnosi. Tenga inoltre presente che la visita Odontoiatrica deve essere totale. Legga, ripeto,nel mio Profilo "Visita Parodontale" che poi è la Visita Odontoiatrica che io Parodontologo ma anche Odontoiatra ed anche Medico faccio sempre, così come mia figlia Claudia, per qualsiasi motivo un paziente venga da noi! Ves e PCR mosse verso l'alto possono indicare la presenza di infezioni pericolose per le Malattie Focali. Dovrebbe completare le analisi col titolo ASLO e RA Test oltre che Emocromo con Formula. Spero di esserle stato utile ed esaustivo. Cari saluti
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Gentile Sig.ra Federica, dal suo racconto semplicemente mi sento di consigliarLe di cambiare dentista in quanto è assurdo che un professionista lasci il dente aperto e che provveda Lei stessa a fare delle infiltrazioni con clorexidina. Cordialmente

Scritto da Dott. Aldo Santomauro
Palermo (PA)

Purtroppo come ben spiegato dal collega Petti, l'approccio terapeutico per questo dente è completamente sbagliato: un dente non si lascia aperto né tantomeno si lascia medicare al paziente (in questo modo si contamina continuamente, e le medicazioni domiciliari sono del tutto inutili). Un dente deve essere sottoposto ad adeguata terapia canalare, in caso di condizioni flogistiche pulpari accentuate medicato e quindi chiuso con otturazione provvisoria; in caso di dolore, si associa alla terapia topica eseguita dal dentista quella sistemica con antibiotico ed anti - infiammatori. Ma un dente non si lascia aperto, è la sua fine. Si tratta di procedure di routine che un collega con una buona esperienza endodontica può eseguire senza problemi.
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Scritto da Dott. Giulio Sbarbaro
Zocca (MO)

Gentile Sig.ra Federica, molti, ma molti anni fa si tendeva a lasciare il dente aperto per lasciar "sfogare" l'infezione e poi nella maggior parte dei casi si toglieva il dente. Ovviamente esiste la spiegazione. Può provare ad iniettare di tutto, ma un dente aperto diventa in poche ore così infarcito di batteri che eliminrli diventa praticamente impossibile se non con la pinza da estrazione. In questi casi esistono tecniche precise per risolvere il problema. Cordiali saluti
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Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Sig. Federica, controlli se chi opera su di lei è iscritto all'ordine dei medici, se lo trova iscritto gli faccia leggere le nostre risposte; nel nostro portale con iscrizione gratuita ogni odontoiatra può accedere a un forum a lui riservato, dove può presentare il suo caso e ottenere molti utili consigli da colleghi più esperti.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Meglio cambiare operatore

Scritto da Dott. Michele Lasagna
Bereguardo (PV)

Gent.le Sig.ra, a mio parere il collega utilizza tecniche non più accettabili da chi svolge una moderna endodonzia, perchè più il dente resterà aperto, più il dente si infetterà di ogni sorta di microorganismi che poi saranno molto difficili da debellare. Pertanto le consiglio di rivolgersi ad un collega che segua le raccomandazioni cliniche coerenti con lo stato dell'arte in endodonzia.

Scritto da Dott. Giovanni Bertoldi
Modena (MO)

Le raccontano delle storie inverosimili, si rivolga ad un bravo endodonzista e non si faccia estrarre niente

Scritto da Dott. Luigi Malavasi
Castiglione delle Stiviere (MN)

Sono d'accordo con i colleghi, è necessario forzare la mano e non rilevare la medicazione dopo uno o due giorni, si può tenere sotto controllo il dolore con antidolorifici e cortisonici, si deve verificare come ha operato il collega, forse ha fatto una falsa strada? oppure non è riuscito a raggiungere gli apici? se vuole sono a sua disposizione.

Scritto da Dott. Gianluca Pucci
Roma (RM)

Gentilissima Federica, le fornisco il mio numero di telefono per un consulto gratuito e senza impegno.

Scritto da Dott. Alessandro Gentile
Tivoli (RM)