E' il caso di procedere con la devitalizzazione?
Scritto da Francesca / Pubblicato il
Buongiorno, chiedo un consulto sul seguente caso:
il dentista mi realizza una otturazione per curare una carie, in Novembre scorso, ultimo molare superiore. Prima si era scurita la rima tra l'otturazione e il dente, poi è venuta via completamente. Cioè si è staccata, ma restava in sede perchè "incastrata" dall'altro dente vicino. Il distacco è avvenuto i primi di Agosto, ma - causa studio chiuso - sono riuscita ad occuparmene oggi. Durante questo mese, le sensazioni sono state prima di sensibilità al caldo-freddo, poi progressivamente di fastidio più netto e duraturo, nell'ultimo week end si è manifestato dolore, prima a fitte più durature e sorde, poi fitte più acute e brevi, entrambe scatenate da stimoli caldo-freddo-dolce, compressione... e ieri anche alcuni semplici movimenti della bocca, parlando, che facevo fatica a riprodurre (al fine di individuare quale fosse esattamente lo stimolo irritativo). Ho assunto solo qualche aspirina. Oggi, rimuovendo l'otturazione, il dentista mi ha detto che ha trovato effettivamente tessuto sano sotto, l'ha pulita, e mi ha per ora messo una pasta provvisoria. Però mi ha detto due cose, che a suo parere depongono per un interessamento del nervo: la gengiva sotto l'otturazione NON era gonfia o sanguinante; la carie, pur non essendo molto grande, aveva uno sviluppo mediamente profondo, verso la dentina. Mi ha detto che effettivamente una otturazione NON deve durare così poco, e che quindi me la rifarebbe in garanzia, ma che non può escludere, come non poteva farlo a novembre, che dei batteri siano arrivati alla polpa.
Quindi l'approccio è: se continuo ad avere male, devitalizziamo. Se invece, dopo questa pulizia e l'inserimento della pasta provvisoria, la situazione migliora, allora mi rifarebbe l'otturazione in garanzia, perchè la prima volta, evidentemente, non era stata fatta nel migliore dei modi.
Mi chiedo se non ci sia un modo per capire quanto profonda sia questa carie e se effettivamente sia il caso di procedere con la devitalizzazione, aldilà delle manifestazioni cliniche che io posso riferire (Test, indagini strumentali...). Grazie
Pubblicato il 05-09-2017
Cara Signora Francesca, buongiorno. Certo che c'è il modo: si deve fare la tanto e troppo disattesa Diagnosi! Le spiego: :) Nel Suo caso è mancata l'assente di sempre: La Diagnosi! Occorre fare anche una Visita Clinica, Semeiologica ed Anamnestica Locale e Generale Sistemica! Non bisogna mai estrapolare la "bocca" dal contesto dell'Organismo in cui si trova e non bisogna mai estrapolarla dalle eventuali relazioni con altre patologie eventualmente presenti altrove! Solo così si può rispondere alla sua domanda. Legga nel mio Profilo "Visita Parodontale", che è poi la visita Odontoiatrica di Routine che facciamo nel Nostro Studio Mia Figlia Claudia ed Io a prescindere dal motivo per cui il paziente è venuto. Solo così si può "dare" Qualità! Deve solo fare una doppia visita Clinica. Ossia, bisogna visitarla clinicamente con due visite intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente! Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Vede quando c'è una sofferenza pulpare succede questo: La Sofferenza Pulpare che provoca il "fastidio doloroso" va valutata clinicamente e con Rx Endorale (la panoramica non serve a niente), con stimoli termici con il caldo e con il freddo, esistono liquidi che spruzzati su un batuffolino di cotone con cui toccare il dente abbassano la temperatura improvvisamente da 37° a -4° e le garantisco che se c'è patologia pulpare, la si scopre, il dente risponde con un dolore immediato: 1- se dura qualche secondo, il processo è reversibile perché si tratta di semplice iperemia attiva come spiegato più sotto e si aspetta, 2- se dura molti minuti, il dente è in Pulpite perché si tratta di iperemia passiva e bisogna devitalizzarlo subito. 3- Se non risponde al dolore vuol dire che il dente è in necrosi, è morto per infezione e bisogna devitalizzarlo in un modo particolare subito spesso , a seconda della situazione clinica e dell'operatore, sotto protezione antibiotica! 4- Se non risponde al freddo ma risponde allo stimolo con "guttaperca" molto calda, allora significa che il dente è in necrosi, ma non completa, qualche zona di polpa vicino all'apice è ancora vitale (si chiama sintomatologia radicolare della polpa) e il dente va devitalizzato. LE SPIEGO QUALCHE COSA: Nella iperemia attiva il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dagli stimoli termici, in questo caso il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare!Se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata, si ha pressione che può anche scatenare dolori forti, tipici della Pulpite acuta o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, muoiono = necrosi e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx endorale) intorno all'apice della radice = granuloma, cisti.IL DOLORE DA NECROSI è invece sordo profondo e non pulsante. Potrebbe avere delle sinalgie, infatti esistono dei sintomi, detti sinalgie, che praticamente, per incapacità del nucleo caudato del cervello a cui arrivano tutti gli stimoli dolorosi di una metà della bocca, possono provenire non dal dente in causa ma da denti o parodonto anche lontano. Quindi bisogna fare una accurata visita Odontoiatrica completa ed accurata. Per valutare il Parodonto basta fare un sondaggio Parodontale con un sondino parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti (senza limitarsi a quello in causa apparente) se vi fossero misure superiori a 4 mm (fino ad un massimo di 14 mm, ci sarebbero delle tasche Parodontali , sintomo di una Parodontite DNDD. Per le patologie Endoparodontali, esse sono un sovrapporsi o un "misto" delle due descritte! Il confine tra iperemia attiva e passiva non è a volte così ben distinto e distinguibile e si può diagnosticare una iperemia attiva mentre invece la polpa si trova in un momento di passaggio tra la attiva e la passiva ed ecco che si può allora fare una otturazione come è stata fatta ed avere poi il dolore per l'esplosione immediata o a distanza di tempo della iperemia passiva e quindi della pulpite che porta alla terapia endodontica del dente! Chiaro? Tutto questo è normalissima routine Odontoiatrica ed Endodontica! Sta "annegando in un bicchiere d'acqua" :) Cari Saluti
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Pubblicato il 05-09-2017
Sig. Francesca, stia alle indicazioni del suo odontoiatra, la risposta se procedere con il trattamento canalare o meno la deve dare lui. .....................
Pubblicato il 05-09-2017
Il suo odontoiatra la ha parlato correttamente. Sulla base di sintomi e segni clinici specifici, ha tutto il tempo oer valutare se mantenere la vitalità dentale oppure proceder alla terapia canalare del dente. In questi casi l'attesa aiuta sempre a capire e ad eseguire una diagnosi e quindi piano di trattamento più adeguato.
Pubblicato il 05-09-2017
In effetti la procedura adottata ora è abbastanza corretta (meno la durata davvero breve della prima otturazione). Ora che c'è il provvisorio, l'interessamento pulpare che è avvenuto in questo mese, potrebbe regredire. Cioè, il fatto che l'otturazione primaria si sia staccata, ha esposto il dente ai germi della bocca etc e ha provocato una irritazione, chiamamola così, della polpa. Se questa pian piano, nel giro di pochi giorni regredisce, e i sintomi scompaiono, si può rifare l'otturazione senza devitalizzare. Senno' c'è da devitalizzarlo. Ma se anche si fa una otturazione definitiva, c'è sempre poi il tempo e il modo se continua a fare i capricci, di devitalizzarlo in un secondo o terzo momento, senza però rimandare troppo se fa male ancora.
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Pubblicato il 05-09-2017
Buongiorno innanzitutto io mi fiderei del dentista che mi ha sempre curato e che inoltre è disposto a rifare in garanzia un otturazione...perche sempre dubitare.... la diagnosi e il piano di trattamento proposto dal suo dentista sembra accurato e corretto.. ma soprattutto ribadisco.... cerchi di fidarsi.. perche il dentista è pur sempre un medico.. distinti saluti
Pubblicato il 07-09-2017
Buongiorno Signora Francesca, in linea di massima il suo dentista di sta comportando da persona responsabile: alzi la mano tra i miei colleghi chi non abbia MAI fallito una banale otturazione! È molto raro ma quando ciò accade si rifà gratis, ci mancherebbe!
La valutazione della vitalità di un dente é una procedura semplice e si avvale di test clinici ( termici: perfrigerazione e riscaldamento , meccanici: percussione, compressione, ) e strumentali ( test elettrici pulpari, radiografici, ) che sono i più comuni. Poi ci sono i criteri ispettivi diretti implementati dai sistemi di ingrandimento per meglio osservare i dettagli della cavità, e quelli legati al contesto esteriore del dente colpito (colore, aspetto dei bordi, incongruenze di forma dimensione, ecc.) semplicemente rilevati a vista oppure con ingrandimento o con altri strumenti che amplificano il contrasto tra dente e cavità. Questo è vero in generale quando si deve valutare un dente in occasione di una visita. Quando invece si deve esprimere una PROGNOSI allora, solo la valutazione globale dei risultati clinici ed anamnestici consente, con le dovute cautele da considerare caso per caso, di emettere un giudizio di durata ed affidabilità del dente e della cura. Ma ovviamente è professionista-dipendente! Quindi si torna al punto di partenza: se lei ha fiducia nel suo dentista continui a curarsi presso di lui ( e mi sembra che possa farlo ), diversamente interrompa subito e vada altrove. Tutto chiaro?
La saluto.
La valutazione della vitalità di un dente é una procedura semplice e si avvale di test clinici ( termici: perfrigerazione e riscaldamento , meccanici: percussione, compressione, ) e strumentali ( test elettrici pulpari, radiografici, ) che sono i più comuni. Poi ci sono i criteri ispettivi diretti implementati dai sistemi di ingrandimento per meglio osservare i dettagli della cavità, e quelli legati al contesto esteriore del dente colpito (colore, aspetto dei bordi, incongruenze di forma dimensione, ecc.) semplicemente rilevati a vista oppure con ingrandimento o con altri strumenti che amplificano il contrasto tra dente e cavità. Questo è vero in generale quando si deve valutare un dente in occasione di una visita. Quando invece si deve esprimere una PROGNOSI allora, solo la valutazione globale dei risultati clinici ed anamnestici consente, con le dovute cautele da considerare caso per caso, di emettere un giudizio di durata ed affidabilità del dente e della cura. Ma ovviamente è professionista-dipendente! Quindi si torna al punto di partenza: se lei ha fiducia nel suo dentista continui a curarsi presso di lui ( e mi sembra che possa farlo ), diversamente interrompa subito e vada altrove. Tutto chiaro?
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