Possibile che l'unica soluzione è l'estrazione?
Scritto da antonio / Pubblicato il
Salve, vorrei esporre il mio problema, nel mese di Settembre il mio dentista mi ha devitalizzato un molare ed ad oggi non ho ancora risolto. Praticamente dopo la devitalizzazione con la solita procedura tipo medicazione antibiotica -antinfiammatoria ecc. ma dopo due o tre giorni il dente comincia a spurgare e a fare parecchio male fino alla riapertura dello stesso per avere un beneficio. Questa operazione è stata eseguita decine di volte senza risultati il dente è stato piu' volte ritrattato ho anche cambiato dentista ma il problema persiste ho fatto anche un ciclo di assunzione antibiotica di 15 giorni, ma nulla appena il molare viene chiuso comincia a far male, nelle radiografie si nota una leggera infiammazione niente di piu', non so piu' che fare ora il molare è aperto da circa una ventina di giorni lo tengo sempre pulito con risciacqui alla clorxidina 0,20% fra tre giorni si ritenta la chiusura che sicuramente non andra' a buon fine, possibile che l'unica soluzione è l'estrazione?
Pubblicato il 22-02-2012
Caro Signor Antonio, bisogna fare una accurata visita Odontoiatrica completa ed accurata Poi una visita Gnatologica e conservativo-endodontica accurata ed una visita Parodontale e stia certo che si arriva ad una diagnosi. Per fare DIAGNOSI si procede così:basta fare una visita,percussioni trasversali ed assiali , una Rx endorale e prove termiche e un sondaggio parodontale oltre che una valutazione gnatologica dell'unità dentale col suo parodonto,per fare la diagnosi;le prove termiche si fanno con il caldo e con il freddo,esistono liquidi che spruzzati su un batuffolino di cotone con cui toccare il dente abbassano la temperatura improvvisamente da 37° a -4° e le garantisco che se c'è patologia pulpare,la si scopre,il dente risponde con un dolore immediato: 1- se dura qualche secondo,il processo è reversibile e si aspetta, 2- se dura molti minuti, il dente è in Pulpite e bisogna devitalizzarlo subito. 3- Se non risponde al dolore vuol dire che il dente è in necrosi, è morto per infezione e bisogna devitalizzarlo in un modo particolare subito sotto protezione antibiotica! 4- Se non risponde al freddo ma risponde allo stimolo con "guttaperca" molto calda, allora significa che il dente è in necrosi, ma non completa,qualche zona di polpa vicino all'apice è ancora vitale (si chiama sintomatologia radicolare della polpa) e il dente va devitalizzato.Sicuramente ha una osteolisi periapicale da necrosi pulpare con formazione di una cisti o di un granuloma (probabilmente). I granulomi (o le cisti) si curano: essi sono dei tentativi dell'organismo di bloccare l'infezione che risiede nel dente,ossia i microbi sono nella radice,le tossine escono dall'apice e provocano l'insorgenza del granuloma,curate le radici,il granuloma si riassorbe da solo in un tempo variabile di pochi mesi al massimo , ma i microbi non ci sono più!se fosse impossibile curare le radici per la via "normale",le si curano per via retrograda, chirurgicamente, entrando nelle radici dagli apici che poi vanno sigillati con materiali particolari!il granuloma i può anche non escidere chirurgicamente intanto si riassorbe! A questo punto mi permetto di spiegare come procedo io in caso di terapia di un Granuloma con fistola (che può esserci o non esserci…) e dente naturalmente in necrosi: si deve procedere così, almeno io procedo così (altri procedono in una unica seduta e con altre metodiche): 1- Bisogna iniziare almeno tre giorni prima di intervenire una copertura antibiotica con un antibiotico potente, a largo spettro soprattutto su anaerobi gram neg. come il ceftriaxone bisodico in fiale intramuscolari da 1Gr. (una al di per tutto il trattamento e proseguire oltre di almeno 4/5 giorni. (ovviamente è solo un suggerimento ,non posso prescrivere antibiotici per vie web senza neanche averla vista e fatto una anamnesi accurata,lo farà il suo medico Dentista che la prenderà in cura)!!!!Faccia la prima seduta ,la seconda e la terza di chiusura dei canali in modo programmato ,così da assumere, partendo da tre giorni prima e terminando 4/5 giorni dopo, in tutto 14/15 Fiale da 1 Gr. (una al dì) 2- procedere alla rimozione delle vecchie terapie canalari se ci sono(fatta prima la diagnosi però!!!) e quindi alla strumentazione accurata con lavaggi (sotto diga ovviamente) di ipoclorito neutralizzato poi da acqua ossigenata e lavaggi soprattutto prima della chiusura provvisoria a fine seduta con prima Clorofenolocanforato, poi con lo stesso antibiotico lasciato dentro il canale. Si chiude poi il dente alla fine di ogni seduta con membrana semipermeabile per impedire la reinfezione dei denti coi microbi da fuori a dentro e nello stesso tempo per fare uscire il gas prodotto dai microbi sopravvissuti dentro che causerebbe pressione e quindi DOLORE!E qui finisce la prima seduta! 3-Nella seconda seduta si rifinisce la strumentazione,si vede se c'è pus ( se c'è bisogna programmare altre sedute) si ripete tutto e si chiude sempre con membrana semipermeabile 5-infine in terza seduta si chiude il dente,questo faccio io,poi ci sono altri dentisti che chiudono in una sola seduta,ognuno agisce come meglio crede,esistono delle linee guida dettate dalla società italiana di endodonzia,ma la creatività di ognuno è libera di agire come meglio ritiene per quella situazione e per quel paziente,io mi comporto così da 34 anni,con i dovuti aggiornamenti per il progresso che in continuo avviene,e i denti in necrosi non mi hanno mai dato problemi.Il Dentista anche se per motivi logistici non avesse potuto iniziare subito una terapia del genere avrebbe dovuto fare almeno la prima seduta sotto diga per decomprimere il dente e disinfettarlo e chiuderlo con la famosa membrana semipermeabile affinchè non avesse DOLORE. Se poi non fosse possibile fare tutto questo per la presenza di una corona (capsula), difficile perchè di regola si può forare la corona per procedere alla terapia e poi chiuderla con amalgama d'argento lucidata o di impedimenti, tipo calcoli di dentina nella radice, si curano le radici per via retrograda ossia chirurgica, si scolpisce un lembo di accesso all'osso, si perfora l'osso a livello degli apici delle radici e si curano le radici entrando in esse dall'apice per via retrograda,poi si sigilla l'apice agli apici con MTA o con Amalgama d'argento chirurgica priva di zinco, o altri materiali quindi il dente, in linea di massima, perché non la vedo clinicamente. Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 22-02-2012
Tenere disinfettato il sistema canalare di un molare aperto in comunicazione col cavo orale con dei semplici sciacqui di clorexidina è un pio proposito destinato a fallimento sicuro... quanto durano questi sciacqui, 2 minuti? E per le 23 ore e rotte rimanenti cosa può proteggere l'endodonto da una ricontaminazione massiccia? Se non vuole risolvere la sintomatologia estraendo il dente, ed è corretto, è il caso di far intervenire uno specialista in endodonzia che le dia un'opinione fondata sulla mantenibilità del dente, consulti la lista di soci attivi SIE nella sua provincia a questo indirizzo internet: http://www.endodonzia.it/ricerca-odontoiatri/ Le faccio i miei auguri e sono a disposizione per ulteriori chiarimenti
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Pubblicato il 22-02-2012
Gentile Antonio, normalmente le terapie canalari devono essere trattate in una o al massimo due sedute per una migliore prognosi in quanto più si allungano i tempi e più vi è la possibilità potenziale di infezione dei canali, ma, non conoscendo il suo caso con una Rx endorale del molare in questione, suppongo che ci sia una qualche ragione per cui i Colleghi ne procrastinano la chiusura. Cordiali saluti
Pubblicato il 22-02-2012
Gentile Sig. Antonio, in questi casi tenere il dente aperto è l'unica cosa da non fare. Non avendo altri elementi non posso dirle come mai non si riesce a devitalizzare il molare. Cordiali saluti
Pubblicato il 22-02-2012
Sig.Antonio, non tutti i trattamenti canalari vanno a buon fine, per alcuni il destino è l'avulsione.
Pubblicato il 22-02-2012
In linea di principio, dentro al suo dente c'è ancora qualcosa in degradazione che alla chiusura crea i suoi problemi. Potrebbe trattarsi di un canale accessorio o laterale, purtroppo anche non sondabile, e questo complica notevolmente la cosa. Solo pochissime volte però ho trovato un dente che alla fine non sia riuscito a chiudere, per cui il mio consiglio è di perseverare. Cordiali saluti.
Pubblicato il 22-02-2012
Gentile sig. Antonio, non capisco il termine: "spurgare", che mi lascia pensare a del materiale emesso dal dente. In tutti i casi, si "chiude" un dente solo che, chiuso, sia asintomatico per qualche tempo, diciamo una settimana. Solo allora, se il paziente riferisce zero sintomi e se, per esempio, alla riapertura il dente si presenta asciutto, allora e solo allora si procede alla chiusura. Tutta la storia mi fa pensare ad un dente con apice beante, cioé dilatato per sovrastrumentazione, in cui sia difficile chiudere ermeticamente. In effetti "spurgare" può far pensare ad una risalita di liquidi. Ci sono sostanze in commercio utilizzate per espandersi all'interno del canale, cementi speciali. Ma il problema qui è a mio avviso alesare senza sovrastrumentare, prendere una buona lunghezza di lavoro e usare i materiali giusti. Sono certa che troverà un bravo endodonzista in grado di risolvere. Cordiali saluti
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Pubblicato il 22-02-2012
Caro Antonio, se la cosa non và a buon fine c'è qualcosa che non và o nei dentisti provati o nel dente e senza esami radiografici appropriati non è dato sapere. Di una cosa sono più che certo e cioè che un dente non deve mai essere lasciato aperto. Cordiali saluti Michele Lasagna
Pubblicato il 23-02-2012
Come hanno già detto altri colleghi, mantenere un dente aperto è una enorme stupidaggine. I canali radicolari sono perennemente contaminati da saliva e di conseguenza batteri, così facendo l'infezione non farà altro che alimentarsi. Il suo dentista (controlli se è davvero un dentista...) per avere successo deve utilizzare in endodonzia apparecchiature elettroniche e tecnologicamente avanzate, imprescindibili al giorno d'oggi. Cordialmente
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