Necrosi ossea
Scritto da manuela / Pubblicato il
Buongiorno, vorrei raccontare il mio calvario iniziato con un semplice fastidio al dente fino a ritrovarmi con un'iniziale necrosi ossea dopo l'utilizzo da parte del mio dentista di TOXAVIT e Creosoto. Per questo chiedo il vostro parere e consiglio. Sono una ragazza di 27 anni e quattro mesi fa per un semplice fastidio mi sono recata dal mio dentista. Mi ha diagnosticato una carie "riferita superficiale" e mi ha effettuato l'otturazione. Subito dopo è iniziato il dolore e l'impossibilità di mangiarci sopra. Mi ha ripetuto l'otturazione ma è sopraggiunta una pulpite. A causa di questo il dentista ha deciso di inserire una sostanza che avrebbe ucciso lentamente il nervo evitato l'utilizzo dell'anestesia al momento della pulizia dei canali durante la devitalizzazione del dente. Dopo quest'ultima il dolore si è fatto più intenso e il dentista mi ha comunicato la formazione di una sacca gengivale che ha tentato di curare con l'applicazione di una crema a base di antibiotico puro e risciacqui con clorexidina. Visto il perdurare del dolore ho contattato un altro dentista che oltre ad aver trovato un quarto canale che non era stato curato si è allarmato riscontrando un deterioramento osseo. Ora mi ritrovo con il dente interessato mobile e un principio di tale situazione al dente adiacente con ascesso. Su consiglio del nuovo dentista ho richiesto al dentista iniziale tutte le radiografie e le sostanze utilizzate. Mi è stato detto che le radiografie sono state perse e di aver utilizzato il Toxavit e il Creosoto. Ora mi ritrovo a dover sostenere ulteriori spese per cercare di risolvere i problemi sopraggiunti senza avere la certezza di riuscire ad arrestare il processo di necrosi ossea. A questo punto vi chiedo principalmente consiglio su eventuali trattamenti e terapie per arrestare tale processo e se vi sia stata negligenza nell'operato del primo dentista. Con questo vi ringrazio.
Pubblicato il 15-04-2013
Un vero peccato, perchè a 27 anni immagino che la situazione non era così mal messa da far prevedere una finale del genere. Io farei così: se grazie alle cure di persona valida, tutto si risolve, bene, finisce lì. Se invece si instaura un danno (es. perdita del dente) allora vedrei se il primo dentista può contribuire alle spese. Ma la primissima cosa che farei è controllare accuratamente presso l'Ordine dei Medici se il primo dentista è un dottore laureato oppure no. Se non lo fosse, farei una denuncia ai carabinieri per lesioni personali. Il toxavit in Italia è in disuso, In Germania lo amano molto.. Ma va usato bene, senza farlo entrare a contatto con la gengiva. Sennò sono guai.
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Pubblicato il 15-04-2013
Cara Signora Manuela, il Toxavit non dovrebbe essere usato in Endodonzia proprio perchè può essere causa di necrosi gengivali e ossee! A parte che nell'uso in Endodonzia di qualità non è mai avvenuto perchè la pulpectomia è e deve essere, per così dire, microchirurgica e parte integrante di una terapia Endodontica! Chi usa questa sostanza lo fa per "disintegrare" in un certo qual senso la polpa lasciandolo agire e agendo, supera l'apice o la medicazione e può essere causa nel primo caso necrosi ossea e nel secondo gengivale e parodontale! Questo il Dentista lo sa bene ed in ogni caso un Endodontista "improvvisato"!La Formaldeide in esso contenuto è corrosiva e tossica a lungo termine per di più, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) sin dal 2004 ha inserito la formaldeide nell'elenco delle sostanze considerate con certezza cancerogene per l'uomo. Ovviamente si discute se alla microconcentrazione che si trova nelle "paste" usate in Endodonzia, lo sia o non lo sia ma sottolineo che è una discussione sulla "pelle dei pazienti" e quindi personalmente non la uso mai! A perte il fatto che non l'ho mai usata o presa in considerazione facendo io, o mia figlia Claudia, una endodonzia di qualità! Quindi, tragga lei le conclusioni :)! Per risponderle sulla terapia, bisogna visitarla clinicamente, strumentalmente e radiologicamente oltre che eventualmente con analisi cliniche di base e mirate! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Pubblicato il 15-04-2013
Sig. Manuela, i due medici possono parlare tra di loro e chiarirsi ogni problema, non è possibile stabilire se c'è stata negligenza da parte del primo odontoiatra, sicuramente dovrà assumersi le sue responsabilità dei prodotti utilizzati e sulla perdita delle RX. A volte queste lesioni si concludono con la perdita del dente.
Pubblicato il 15-04-2013
Gentile Manuela, già da decenni per le terapie canalari a seguito di pulpite non si adoperano più le paste arsenicali e/o similari in quanto se adoperate per più tempo o se mal posizionate possono determinare i danni da Lei riferiti...cmq, per rispondere alla sua domanda circa l'arresto del processo di lesione ossea, un professionista cosciente ed aggiornato è in grado di poterla arrestare sempre che la necrosi non sia estesa ed abbia compromesso irrimediabilmente il dente. Cordiali saluti
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Pubblicato il 15-04-2013
Ci sono state DUE GRAVI NEGLIGENZE del primo dentista. La prima per aver usato il toxavit, sostanza BANDITA (seppur legale) da ogni pratica dentistica accettabile e da ogni linea guida di corretta pratica odontoiatrica. La seconda per aver perso le radiografie. Il primo dentista deve pagare non solo le cure che adesso lei sta facendo a causa della sua imperizia e negligenza, ma anche quelle future che lei dovrà fare sullo stesso dente, sia che lo si salvi (necessaria una capsula da rinnovarsi ogni 12-15 anni per il resto della sua vita) sia che lo si perda, con necessità di un impianto. Le suggerisco di consultarsi con un medico legale per capire come potersi muovere per arrivare ad un accordo bonario senza essere costretti ad andare per vie legali per far valere le proprie ragioni.
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Pubblicato il 15-04-2013
Gentile Signora le chiedo scusa a nome di tutta la categoria. Lei è stata trattata da un incompetente di antico stampo. Il secondo collega mi sembra molto attento. Si affidi a lui.
Pubblicato il 15-04-2013
Cara Manuela, prima di tutto occorre sapere se effettivamente la formaldeide ha causato necrosi ossea e gengivale.Vanno bene gli antibiotici ma poi, se le cose stanno veramente cosi', non bisogna aspettare che tutto si risolva da solo. Tenga presente che la necrosi ossea impedisce ai vasi sanguigni di portare anticorpi e altri presidi di difesa, quindi trovare un quarto canale passa in secondo ordine. L'importante e' sapere che il nuovo dentista(l'altro fatico a chiamarlo tale) sappia quello che fa.Tenga presente che il corpo (se le cose stanno veramente cosi') cerchera' di isolare la necrosi e di espellerla
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Pubblicato il 15-04-2013
Gentile paziente purtroppo è una delle conseguenze molto spiacevoli nell'utilizzo di tale sostanza, le consiglio di eseguire continui lavaggi gengivali con acqua ossigenata, antibiotico e gel alla clorexidina, questo per limitare i danni, spero che il primo dentista le venga incontro con le spese, si affidi al secondo medico. Cordiali saluti
Pubblicato il 15-04-2013
Buon giorno Signora Emanuela, bisogna valutare l'entità dell'insulto provocato dall'uso del prodotto necrotizzante, oltre alla quantità anche il tempo che è rimasto in sede. Inoltre abbiamo anche un trattamento canalare incompleto che ha generato ulteriore sofferenza. La sacca (tasca) che Lei riferisce va pulita dal tessuto necrotico e ravvivata da tale manovra dal collega che la segue. Bisogna valutare successivamente l'entità del tessuto che permane se non necessita di rigenerativa ossea, a ripristinare la parte mancante. La comunicazione tra i due operatori, Le darà modo di valutare se il primo le verrà incontro con le spese che dovrà sostenere. Cordialmente
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