Ho un molare superiore che è stato devitalizzato circa 15 anni fa
Scritto da Davide / Pubblicato il
Ho un molare superiore che è stato devitalizzato circa 15 anni fa. Nonostante ciò, fastidio e dolore sopportabile non sono mai andati via completamente. Sei mesi fa allora ho fatto un ritrattamento con microscopio. E' stata trovata e trattata un'altra radice, che a detta dello specialista però curvava a 90° per poi ricongiungersi con un'altra. Inizialmente dopo il trattamento ho avuto leggeri miglioramenti, ma poi il dolore è tornato ai livelli normali. E' una presenza non intensa ma costante. Pensavo a questo punto di procedere all'estrazione. Potrebbe invece l'apicectomia essere una ultima possibilità o non sarebbe consigliata nel mio caso? In caso proceda all'estrazione, non sarei intenzionato nè ad installare un "ponte"-corona per non rovinare i denti vicini, nè un impianto in quanto fuori delle mie possibilità economiche. Ho letto su letteratura inglese che esistono dei dispositivi rimovibili che è possibile utilizzare per impedire l'estrusione e lo spostamento degli altri denti. Qual'è il loro nome in Italiano? Grazie
Pubblicato il 06-03-2015
Ovviamente è impossibile risponderle adeguatamente sulla base dei dati che ci fornisce, pochi e incompleti. In linea generale, se una cura endodontica fallisce e fallisce anche il ritrattamento per via ortograda (quello che ha fatto lei), o si estrae il dente oppure si cerca di risolvere il problema per via retrograda (quella che ancora oggi, non correttamente, viene chiamata "apicectomia"). L'endodonzia retrograda ha specifiche indicazioni e contro - indicazioni, se eseguita da mani esperte ed in condizioni cliniche che lo consentono, può essere risolutiva. Chiaro che bisogna capire le cause del fallimento delle terapie tradizionali (perché anche il ritrattamento è fallito? ci sono fratture radicolari? etc etc), e qui entra in gioco l'Endodontista che la sta seguendo, che ha mezzi e strumenti per capire cosa c'è che non va nel suo dente. In questo senso un consulto online non può esserle di grande aiuto. Relativo al post - estrazione, qualora dovesse ad essa ricorrere, e non volesse protesizzare con protesi fissa su elementi naturali né implanto - protesi, quello che lei ha chiesto si chiama semplicemente "applicare una protesi mobile parziale fra i due denti o un ponte adesivo tipo Maryland": la prima è removibile, il secondo no, per entrambi esistono indicazioni e controindicazioni specifiche a seconda del caso clinico; non sono certo equiparabili ad una riabilitazione fissa (il ponte Maryland è un ponte adesivo, che presente cioè un elemento protesica "incollato" al dente naturale precedente e al dente naturale seguente), ma mantengono lo spazio interdentale e impediscono ovviamente l'estrusione dell'antagonista (e costano poco).
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Pubblicato il 06-03-2015
Caro signor Davide, buongiorno. Se il Microscopio era in uso da un Endodontista molto bravo, è un conto! Se il Microscopio era in uso da un Dentista che vuol far "vedere tanto fumo e niente arrosto", è un'altra cosa! Non è il Microscopio che è fondamentale per una eccellente terapia endodontica, ma le "mani e le capacità de Dentista che pratichi l'Endodonzia! Le "mani", la Mente" e la "Tecnica"! Personalmente uso la tecnica endodontica di Schilder, molto sofisticata che io e mia figlia adoperiamo in Studio di regola, salvo eccezioni! Non è una tecnica moderna perché ha diversi decenni ma è la migliore in assoluto! Legga la risposta, per non ripetermi, data precedentemente alla sua al signor Marco, dal titolo "Ho un problema al premolare 5 superiore dx", in cui scrivo delle diverse terapie di un dente in necrosi, compresa la retrograda di cui ho postato anche un Poster fotografico , mio! Dice poi, "non sarei intenzionato nè ad installare un "ponte"-corona per non rovinare i denti vicini". Rispondo che bisogna smetterla con la leggenda metropolitana che le corone protesiche fisse "rovinino" i denti! Non è vero! Ovviamente se la Protesi è costruita da mani "sapienti" e se i monconi sono preparati a regola d'arte, allungandone se necessario le corone cliniche e costruendo eventualmente perni-monconi se fossero molto distrutti o da "spostare esteticamente molto"! Bisogna curare alla perfezioni i rapporti tra gli antagonisti e ridare ai denti un giusto ed armonioso rapporto con la Gengiva e, frontalmente ritrovare l'armonia delle forme con anche un corretto Over-Jet ed Over-Bite. Over-Jet è un termine "architettonico" per indicare il sovraggetto ossia di quanto i denti superiori sopravanzano quelli inferiori. Over-Bite indica di quanto i denti superiori "coprano" gli inferiori. La Gengiva ha una forma a festone, che ripete la forma a festone dell’osso sottostante e replica la forma del Dente che circonda a livello della linea di giunzione amelocementizia (che unisce lo Smalto alla radice). Addirittura il piano inclinato formato dai versanti cuspidali dei denti, formano con la linea ideale del piano occlusale, masticatorio, un angolo che è uguale all’angolo formato in un movimento particolare, dalla Testa del Condilo e un punto preciso della Cavità Glenoide della ATM (Articolazione Temporo Mandibolare). Questi quattro Organi Stomatognatici, Gengiva, Osso, Dente e ATM, sono quindi in un rapporto talmente stretto di forma e funzione che è sufficiente che cambi la forma uno solo di essi per farla cambiare anche agli altri. Tenga presente questo concetto fondamentale: ogni restauro, anche il più "bello", è condannato all'insuccesso se non è, appunto, un restauro, cioè se non è fatto in modo da incorporarsi perfettamente nell'originale, ossia nella bocca del paziente. Questo concetto, espresso con la consueta efficacia dal professor Mario Martignoni in occasione del Congresso "Dentiberica 87" di Barcellona e ribadito nella sua relazione al XXX Congresso degli "Amici di Brugg" di Rimini, è alla base di ogni lavoro riabilitativo odontoprotesico. Del resto, è vero che tale opera di inserimento del manufatto nell'originale è tanto più fattibile quanto più sono armonizzate, nella bocca del paziente, le tre componenti fondamentali: gengiva, osso alveolare e dente. E per questo motivo che si dovrebbe guardare al restauro protesico con quella che Io personalmente definisco "mentalità parodontale". Legga nel mio profilo tra gli articoli miei e di mia figlia Claudia, quelli che ho citato sopra,l di Protesi e di Chirurgia Parodontale Estetica. Le si "chiariranno le idee"! Il discorso protesico poi è molto più complesso di quanto pensi, ma molto efficace se fatto da un Protesista Parodontologo Gnatologo molto esperto. Il materiale protesico si sceglie in base alle funzioni che deve avere. Sappia solo che ci sono Leghe Auree a basso contenuto d'oro e altre ad alto contenuto d'oro! Ce ne sono altre a bassissimo contenuto ed altre ad altissimo contenuto! Dipende da cosa si vuole avere come risultato protesico! Volendo proprio fare i pignoli, in metallurgia protesica si definisce una lega aurea se ha una percentuale di oro dal 50,01% in su e più si avvicina al 100% e più è alto il suo contenuto. Di solito il Platino c'è in leghe con percentuali di oro dal 90% in su, ma non sono regole "legali"! Poi si può dire che più oro giallo c'è e più tenere ed elastica è la lega, con l'oro bianco è già meno tenera ma con l'aggiunta di platino diventa più elastica e con invece l'aggiunta all'oro bianco senza platino, di Palladio , la lega diventa più rigida e dura! Altra durezza ha per esempio lo Zirconio porcellana. Altra l'ha la Ceramica Integrale o lo Zirconio Integrale, più adatti per i denti frontali e non parodontopatici. Insomma il Dentista Protesista sceglie il tipo di materiale più adatto alla situazione clinica cercando di accontentare anche i desiderata del paziente! Personalmente non scelgo mai e poi mai l'acciaio o altri metalli non nobili per non scadere nella Qualità che è la base della mia Professionalità!Spero di averle fatto cosa gradita e risposta a quanto è nelle sue capacità di paziente, recepire! Cari saluti
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Pubblicato il 06-03-2015
Sig. Davide, in endodonzia purtroppo non è il microscopio che da lo zero per cento d'insuccessi, mi piacerebbe conoscere quanto ha speso per quanto trattamento, visto che valuta fuori dalle sue possibilità economiche un impianto? L'apparecchio per evitare estrusioni e spostamenti dentali si chiama mantenitore di spazio.
Pubblicato il 06-03-2015
Caro Davide, ti consiglio l'estrazione: l'apicectomia è riservata a casi in cui è ben individuata e superficiale la radice interessata, ma in questo caso deve essere eseguita una ottima endodonzia. Per quanto riguarda la protesi successiva, è più importante non far spostare i denti che prepararli per la protesi. Cari saluti
Pubblicato il 06-03-2015
Non ci dice la sua età. Ciò che ha già speso credo possa bastare per insistere ancora. Una RX sarebbe utile per discutere. Senta altri colleghi ma non su web!!
Pubblicato il 06-03-2015
L'apicectomia ha senso in presenza di patologia apicale uno studio volumetrico ( come bean ) può permettere di studiare meglio gli apici ed escludere o confermare la necessità di un'apicectomia in caso di una incrinatura o frattura l'estrazione è l'unica terapia ma sarebbe stata vista al microscopio se se lo fa estrarre il mantenitore di spazio adesivo ( cementato ) che si usa anche in ortodonzia è il presidio meno costoso che può utilizzare. Cordiali saluti
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Pubblicato il 06-03-2015
Io penso che non ci siano dubbi sul fatto che oramai questo dente trattato e ritrattato, se continua a dare sintomi, vada estratto. L'ideale sarebbe sostituirlo con un impianto. Il mantenitore di spazio, non risolve il problema.
Dentista Abruzzo, L'Aquila
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