È possibile un dente sia in pulpite irreversibile senza aver dato nessun segno di iperemia
Scritto da Dario / Pubblicato il
Buongiorno e perdonate la probabile dilungazione nell'esposizione dei quesiti, all'intorno del 20 scorso mese ho provveduto presso uno studio ad effettuare una panoramica dentale (allegato 1) nel quale si è mostrata una profonda carie di seconda (?) classe a carico del 36 Ho pertanto provveduto a prendere appuntamento con la speranza di poter eseguire un incappucciamento indiretto successivo all'ablasione del tessuto cariato, si è pertanto proseguito alla suddetta ablasione sotto anestesia locale non tronculare nel quale si è arrivati vicino alla polpa ma senza, a quanto ho capito, rottura della camera pulpare e con un piccolo sanguinamento della stessa, premetto che il dente prima di arrivare all'appuntamento si era rotto lungo la zona cariata mancando quindi dal livello gengiva fino a circa metà della superficie occlusale mentre le aree boccale e linguale sono rimaste perlopiù disinteressate da tale rottura. Il dentista, che mi aveva dato suddetto appuntamento il venerdì mattina, ha giudicato molto improbabile il poter salvare la vitalità del dente, al quale per evitare il rischio di dover avere dolore nel weekend ho concordato e si è pertanto proceduto ad effettuare l'endodonzia/devitalizzazione estraendo la polpa dentale. Alla fine di ciò è stata posizionata una medicazione provvisoria di pasta bianca indurente con l'umidità (quindi non quelle polimerizzanti per intenderci). Per l'endodonzia dell'elemento è stato proposto un piano di 5 sedute da da una a tre ore ciascuna. Nella seconda seduta, se ben ricordo, si è provveduto all'alesatura dei canali con una anestesia probabilmente (o così giudico io) leggera, presenza di forti dolori dovuti dal superamento oltreapice della strumentazione con contatto e "pungendo" il tessuto vivo sotto il dente, inoltre uno dei 4 canali ha causato un modesto, ma comunque inferiore al superamento apicale, dolore in fase di alesatura. In seguito alla seconda seduta, come per la prima, è stata messa medicazione e fissato appuntamento per la settimana successiva. Terza seduta, è stata effettuata la misurazione della lunghezza dei canali con ancora interessamento oltre apice delle sonde e dei misuratori, quindi stampate 4 forme di guttaperca a caldo, effettuata la disinfezione dei canali tramite ipoclorito di sodio (che più di una volta è uscito andando sulla lingua), inserite e cementate tramite strumento rotante le forme e posizionata nuovamente la medicazione. Allo scomparire dell'anestesia si rilevava un intenso e continuo dolore che né l'ibuprofene, né il paracetamolo, né entrambi combinati riuscivano a controllare, ed era scarsamente controllato dall'Aulin associato a paracetamolo per circa 3/4 giorni, la sera stessa si è rilevata quella che credo sia una perdita della sigillatura della medicazione provvisoria con sapore di ipoclorito in bocca e la sensazione di un liquido caldo passare tra la gengiva e la guancia. Alla visita successiva, sempre di venerdì, il dentista sentito il suddetto racconto ha rimosso la sigillatura dei canali estraendo la guttaperca, ha disinfettato nuovamente con l'ipoclorito di sodio, non ricordo se alesato di nuovo i canali o meno ed infine posizionata nuovamente un'otturazione provvisoria dando l'appuntamento a due anzichè una settimana di distanza. Presentava qualche fastidio ma nessun dolore ed in qualche giorno è passato. Al prossimo e ad ora ultimo appuntamento si è provveduto di nuovo ad alesare ingrandendo i canali, misurati gli apici, stampata la guttaperca, inserita la guttaperca senza cemento e quindi posizionata la medicazione. Per migliorare la ritenzione dell'ipoclorito tramite trapano il dentista ha abbassato l'interno del dente (con una "sbuffata" di polvere bianca sottile, come fosse gesso, mancando una descrizione più accurata). Nei due giorni successivi si presenta gengiva infiammata, sensazione di pressione contro il dente (la medicazione arriva contro al 37 e contro la gengiva, a detta del dentista contro la gengiva per evitare che "avvolga" la parte del dente rotto ad altezza gengiva), questa volta controllabile con ibuprofene, e si rileva una sensazione di qualcosa, come fosse un ago, all'interno del dente che "sfreghi" contro il nervo mandibolare o comunque un tessuto vivo. Nessuna delle sedute, fino ad ora, è stata fatta posizionando una diga di gomma né usando alcuna strumentazione ingrandente (né ottiche né tantomeno microscopio operatorio). Enunciata la storia ad ora, pongo ora le mie domande: 1) È consueto pianificare una devitalizzazione in 5 sedute? Generalmente leggo si tratta di due, massimo tre sedute totali 2) È corretto sacrificare parte del dente ancora sano, fresandolo, per far in modo che l'ipoclorito di sodio stia meglio dentro i canali durante la seduta? 3) Leggendo informazioni varie capisco che il successo della terapia endodontica è primariamente imputato alla corretta disinfezione dei canali ed il loro sigillamento da possibili reinfezioni, ugualmente leggo che la medicazione temporanea lascia passare comunque alcuni batteri e che la disinfezione, sigillatura dei canali e ricostruzione del dente con il restauro dovrebbero essere fatti nella stessa seduta mantenendo il campo operativo più sterile possibile, è pertanto corretto procedere nel modo che è stato esposto o è necessario che venga nuovamente effettuata la disinfezione dei canali, sotto diga, la sigillatura ed infine il restauro in un'unica seduta? 4) Questo fastidio "pungiforme" che sento attualmente ed intermittentemente è possibile sia dovuto ad una sovraestensione oltreapice della guttaperca, che guardando ne vedo la punta esterna spuntare a livello della medicazione temporanea, o a cosa altro potrebbe essere imputabile? 5) È ottimale/corretto effettuare una devitalizzazione usando solo rulli di cotone lato guancia e lingua senza l'uso della diga e usando medicazioni temporanee in sedute multiple? O sarebbe consigliabile fare in modo che nell'ultima seduta sia nuovamente disinfettato, sigillato e ricostruito in un unico passaggio per evitare possibili infezioni che in mesi/anni potrebbero far fallire il trattamento? 6) Ormai è tardi per questo dente, ma nel caso dovesse ricapiare: Un dente cariato come la situazione che è stata trovata ad inizio trattamento, che non presenta fenomeni di sensibilità né al caldo né al freddo né alla percussione né dolore spontaneo, è corretto considerare sia improbabile mantenerlo vitale? A quanto capisco il dente dovrebbe essere in pulpite irreversibile per considerarlo non recuperabile e "meritevole" di trattamento endodontico, è corretto o sto prendendo un abbaglio? È possibile un dente sia in pulpite irreversibile senza aver dato nessun segno di iperemia, pulpite reversibile né pulpite irreversibile né essersi nemmeno "accorto" di avere una carie profonda? 7) Il fastidio/dolore/irritazione alla gengiva è generalmente dovuto alla medicazione temporanea che poggia su di essa ed il dolore iniziale dentro la mandibola al superamento oltreapice della strumentazione e dell'ipoclorito o me ne dovrei preoccupare e anticipare la visita successiva? 8) In tema di ricostruzione, leggo che l'oro è il materiale più duraturo (qualcosa come 15-20 anni se non erro?), ho però anche letto che i nuovi composti in nanotecnologie(?) sembra siano equiparabili come durata prevista della ricostruzione all'amalgama d'argento (10-15 anni se non erro), a livello di tecnologie di ricostruzione se volessi ottimizzare per la durata ignorando l'estetica del dente l'oro è la mia migliore opzione in commercio (eventualmente intarsio + corona in oro) o si prevede i nuovi composti e la corona in zirconio-ceramica siano comparabili per un dente "da carico" come il mio molare? Allegati 2 e 3: Immagini dopo la rottura, pre trattamento Allegato 4: Situazione attuale con medicazione temporanea e guttaperca visibile spuntante in essa Grazie mille in anticipo per le risposte che vorrete darmi e scusate per l'estesa domanda
Pubblicato il 08-11-2021
Siamo al delirio... Troppe letture del dr. Google!!!! Troppe domande cliniche di auto-diagnosi etc. Intanto chiariamo una cosa: se lo studio è uno dei tanti commerciali low-cost, già questo spiega molto. Ma già dalla OPT si intravede (meglio si sarebbe visto con una endorale) una reazione periapicale (infezione) della radice distale. Questo spiegherebbe forse tutti i fastidi successivi alle sedute, e il fatto di non averne prima della cura non significa proprio niente (vedendo la rx, proprio non vedo cosa si sarebbe potuto fare di diverso dalla endodonzia). In questi casi, vanno assunti antibiotici per mitigare le reazioni alle terapie. E c'è da dire che non esiste un protocollo unico: ci sono tanti modi di intendere e praticare endodonzia. Io potrei dirle cosa avrei forse fatto io, ma ogni operatore ha le sue abitudini e le sue tecniche. Ci sono diverse strane procedure in ciò che ha descritto (ammesso che lei veramente abbia capito cosa le veniva fatto) ma come si può dare un giudizio o un consiglio??
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Pubblicato il 18-11-2021
Sig. Dario, lei avrà sempre dei dubbi, perché in internet troverà tutto e il contrario di tutto. La fiducia in un medico è unica, ed è la via che non lascia dubbi affidandosi a queste buone mani. Migliaia di denti vengono trattati endodonticamente tutti i giorni, dai migliori endodontisti o dagli Odontoiatri comuni, dove i pazienti si presentano in piena fiducia ottendo delle buone cure.
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