All'apice dell'incisivo si è creata una cisti
Scritto da antonio / Pubblicato il
Salve, all'apice dell'incisivo, sotto un perno facente parte di un ponte, fatto circa un'anno fa, si è creata una cisti, che da opt non risulta evidente ma ben visibile e palpabile. Si è effettuata cura antibiotica per circa 10 gg. Ora, presso clinica ospedaliera, consigliano di effettuare apicectomia chirurgica tramite palato, il dentista vuole smontare il perno aspirare cisti ed immettere pasta iodoformica e poi idrossido di calcio per rifacimento osseo. Preciso che, sono portatore di valvola aortica meccanica, e vorrei sapere che tipo di esami del sangue effettuare per eventuale controllo di infezioni in atto.
Pubblicato il 31-08-2010
Caro Antonio, se la cisti è di natura endodontica sarebbe opportuno provare un ritrattamento che negli incisivi superiori ha ottime possibilità di risoluzione lasciando come ultima ipotesi in caso di insuccesso l'apicectomia. Per quanto riguarda la seconda domanda non ci sono esami specifici oltre quelli di routine. L'unico vero e importante accorgimento è quello di assumere 2 grammi di amoxicillina per bocca 1 ora prima di qualsiasi manovra come profilassi per l'endocardite batterica. Cordialmente
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Pubblicato il 31-08-2010
Indubbiamente la questione della valvola richiede delle precauzioni, come dice il collega che mi ha preceduto. Meglio chiedere al cardiologo. Ed è assolutamente necessario eliminare ogni fonte di infezione dentale perchè potenzialmente nociva per il cuore.
Pubblicato il 31-08-2010
Caro Signor Antonio.....come cardiopatico è necessario che il Dentista che la prende in cura, parli col suo Cardiologo per essere messo al corrente di tutte le sue patologie, terapie e consigli per l'intervento, che non ha in ogni caso nessuna controindicazione Cardiologica.... ma il sapere se è scoagulato e che farmaci prende per il cuore è necessario e doveroso... ...........vorrei poi spendere due parole per questa pessima abitudine di non utilizzare il vasocostrittore nei cardiopatici, in interventi che possono essere "dolorosi"... infatti la parte dell'anestetico che è pericolosa è la carbocaina (o altro anestetico) che ha un effetto inotropo negativo sul cuore ... non solo ma non dando anche la Adrenalina che ha lo scopo di ischemizzare localmente i vasi sanguigni e quindi trattenere più a lungo in loco lo'anestetico, esso passa il sistema vascolare periferico più velocemente, viene assorbito in massiccia quantità e agisce negativamente sul cuore o su altro, ottenendo quindi l'effetto contrario...non solo ma Lei stessa può confermare di avere sentito più dolore, questo perchè l'anestetico è stato assorbito subito...e l'organismo sa come risponde?...risponde con la massiccia increzione di adrenalina che è in quantità estremamente più alte della adrenalina normalmente presente in un anestetico...quindi in un intervento potenzialmente doloroso come una avulsione dentale o come un intervento chirurgico parodontale o di altra natura , anche in cardiopatici e in quelle situazioni in cui sarebbe preferibile non far arrivare al tal organo o blatte o cuore o rene o altro o feto, adrenalina , il sistema migliore è non far soffrire minimamente affinchè l'organismo non immetta in circolo quantità massive di adrenalina endogena...e il sistema più efficace è usare anestetico con adrenalina che tra l'altro, rimanendo più a lungo in loco per il vasocostrittore, ha un effetto inotropo negativo sul cuore più leggero!....e questo concetto purtroppo non è recepito dalla maggior parte dei Dentisti, dei Medici e addirittura dei Cardiologi..ma col conforto degli studi e pubblicazione scientifiche e argomentazioni portate dai più grandi Cardiologi Italiani e del Mondo, è dimostrato che è così....................... PER QUANTO RIGUARDA LA PROCEDURA di fare una apicectomia, è errata = non si fa più da oltre 30 anni ... si può curare il dente anche per via retrograda chirurgicamente, ossia curare le radici chirurgicamente dall'apice che poi va chiuso con amalgama chirurgica o MTA ...badi ho detto retrograda, NON APICECTOMIA; CHE MOLTISSIMI FANNO MA CHE NON VA ASSOLUTAMENTE FATTA...la retrograda è un'altra cosa...OK?......poi cì sarà sempre qualcuno che dirà che la retrograda non va bene perchè murerebbe i microbi dentro la radice, causando la perdita del dente e che la breccia ossea per arrivare all'apice causerebbe una perdita dell'osso utile poi per un impianto inficiando l'impianto stesso...NON E' COSi' e dispiace constatare che ci sia ancora tanta ignoranza, perchè la retrograda uccide i microbi e ne impedisce il contatto con i tessuti ossei periapicali...poi se il chirurgo volesse essere super preciso..ricostruirebbe (io faccio così) l'osso con osso artificiale costituito da solfato mdi calcio che funziona da matrice dissolvibile su cui si rigenera l'osso ospite e nuovo o con osso autogeno e non solo no vanifica un eventuale impianto ma lo facilità per la bontà della qualità dell'osso rigenerato....qquesto lo preciso perchè purtroppo ai congressi e nelle discussioni tra colleghi si sentono e si vedono ancora queste "forme di gravissima ignoranza" quindi attenzione nelle mani di chi capita...si informi bane sulla validità del Dentista o endodontista o Chirurgo...........le lascio una foto di radici che "tutti" avevano di estrarre e che invece sono state salvate e che sono in bocca da molti decenni a testimo0nianza della eccellenz della terapia...ma bisogna saperla fare una terapia così...................Concettualmente i microbi presenti nella radice inviano fuori nell'osso le loro tossine a cui l'organismo risponde con la formazione cistica o granulomatosa per arginare l'infezione stessa e difendersi, e i corpi dei leucociti macrofagi che arrivano in massa, formano il pus e quindi l'ascesso che si fa strada tra le fasce muscolari dove trovano meno resistenza...ecco che un ascesso può "emergere" anche abbastanza lontano dal dente di origine.... ... tolti i microbi con la nuova terapia endodontica per via ortograda (normale ) o retrograda (chirurgica) le tossine non vengono più emesse e la zona di osteolisi (lisi dell'osso) scompare con rigenerazione dell'osso stesso. Per togliere il dolore basta fare questo … ossia una accurata "devitalizzazione o ridevitalizzazione se era già stata fatta"….una volta individuato il dente e fatta una diagnosi: non può convivere con tanti granulomi per di più se fistolizzati...sono pericolosi non solo localmente per i denti...il Parodonto...l'Osso....le gengive...ma anche per l'Organismo intero....dal Granuloma possono partire microbi che col torrente ematico vengono portati in organi ed apparati importanti quali Rene, Cuore e tanti altri...e dare infezioni pericolose...fortunatamente molto rare...ma esistono e sono pericolose ripeto!...queste infezioni si chiamano malattie focali, ossia che hanno il loro Focus di partenza "in cavità dell’organismo comunicanti con l’esterno", come si dice per DEFINIZIONE MEDICA, in questo caso l'osteolisi periapicale, così come le Tasche Parodontali (altra causa comune ed importante)! Quindi un granuloma va eliminato...soprattutto se è fistolizzato...: guardi che è semplice e normale terapia alla portata di qualsiasi buon Dentista!... ....PER QUANTO RIGUARDA LA PASTA IODOFORMICA, anche essa non si usa più da 30 anni.... le consiglio di rivolgersi ad un buon Dentista Endodontista ... perchè mi sembra che sia in "alto mare"......Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia, e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia ed Endodonzia, la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 31-08-2010
Caro Antonio credo convenga fare per prima cosa altri esami radiografici endorali ed eventualmente anche una tac perchè la lesione palpabile deve essere visibile e valutabile:solo così verrà fatta una diagnosi e quindi un piano di trattamento. Non si può parlare di cisti solo con un esame alla palpazione e tantomeno di apicectomia. Solo nel caso si evidenzi con gli esami citati una lesione periapicale allora va bene rimuovere il perno endocanalare e fare un adeguato ritrattamento endodontico magari senza l'ausilio di pasta iodoformica che dalla recente letteratura scientifica risulta molto più dannosa alla salute generale del paziente che ai batteri presenti nella lesione. Cordiali saluti
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Pubblicato il 31-08-2010
Sig. Antonio, per stabilire la giusta cura dovrebbe mettere in contatto il suo odontoiatra con la clinica ospedaliera, gli eventuali esami ematochimici potranno essere prescritti dal suo medico di base.
Pubblicato il 31-08-2010
In linea di principio l'apicectomia e la otturazione retrograda, stante la presenza di perno e capsula, potrebbe essere un'opzione valida. Non capisco però cosa centri la pasta iodoformica e l'idrossido di calcio. E non credo proprio che questo sia un mio limite. Cordiali saluti
Pubblicato il 31-08-2010
Gentile Sig. Antonio, concordo con la risposta del Dott. Savino in quanto l'apicectomia potrà essere effettuata in seconda battuta e solo dopo aver tentato un intervento meno cruento e che si può rivelare risolutivo. Cordiali saluti.
Pubblicato il 19-09-2010
Caro Antonio La rimozione del perno potrebbe influire sulla protesi costringendola a farne un'altra nuova e senza garanzia di successo del trattamento ortodontico, ovviamente il ritrattamento o approccio ortogradro sarebbe la prima scelta in un dente normale ma a mio avviso nel suo caso è meglio l'apicectomia o approccio retrogradro che consiste in un piccolo intervento chirurgico, per quello che riguarda la valvola lei sarà sicuramente un paziente scoagulato che prende anticoaugulanti come il cumadine o il warfarine, in tal caso sarebbe opportuno valutare l'inr , valore di scoagulazione sanguigna, se è sotto i 3 potrà tranquillamente eseguire ogni tipo di intervento odontoiatrico oppure il suo cardiologo potrebbe eseguire la "finestra eparinica" sostituendo l'anticoagulante con l'eparina a basso peso molecolare per alcuni giorni. la copertura antibiotica è d'obbligo per almeno 5, 6 giorni distinti saluti
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