Mi è stato diagnosticato un granuloma apicale del 46.
Scritto da Marika / Pubblicato il
Buon giorno Dottori, A dicembre a causa del continuo gonfiarsi dei linfonodi del collo, e forse a seguito della sollecitazione da byte notturno ho fatto una panoramica ed è stato diagnosticato un granuloma apicale del 46. NB - Il dente in questione è devitalizzato con perno moncone e corona fatta circa 15 anni fa. Ho fatto 5 gg di terapia antibiotica con KLACID 250 (unico antibiotico che posso prendere in quanto allergica). Ho visto 3 dentisti e nessuno di loro mi ha allarmato, rimandadomi a maggio dicendo che avrebbero ricontrollato e che eventualmente si poteva tentare una cura canalare ... ma nulla di urgente. Uno dei tre addirittura mi ha detto che se non dava fastidio si poteva tenere così. Intanto comunque i linfonodi del collo da allora ad oggi periodicamente si gonfiano (senza dolore al dente). Qualche giorno fa presso la USL ho fatto due otturazioni e il dentista vedendo la panoramica fatta a dicembre mi ha fatto spaventare dicendo che assolutamente non si può un granuloma in quanto rischiosissimo, mi ha prescritto un TAC DENTOSCAN urgente dicendomi che quasi sicuramente avrei dovuto estrarre il dente e contestualmente messo l'impianto. Ieri sono stata da lui con la TC dentascan, mi ha detto che il granuloma è sempre lì e di circa 5mm ma tutto sommato non ha intaccato altre parti. Il referto dice alla fine: Granuloma apicale della radice distale 46 che non appare in stretto contatto con il canale alveolare. HA confermato l'estrazione con impianto contestuale all'estrazione... in questo modo faremmo una sola anestesia ecc. La cura canalare non è stata proprio presa in considerazione (secondo lui non è risolutiva, i risultati non si possono prevedere ecc... come mai secondo il vostro parere di esperti? Una cosa che forse può esservi utile: Ad aprile ho scoperto di avere una lieve insufficienza mitralica quindi faccio la terapia antibiotica prima dei trattamenti dal dentista. Può essere questo il motivo della scelta dell'estrazione??? Ho letto in soggetti con vizi alle valvole è possibile per i batteri che hanno generato il granuloma, passare nel circolo ematico e, specialmente se il paziente presenta delle patologie in altri organi, questi batteri possono andare ad installarsi, trasportati dal torrente ematico, in questi organi alterati creando danni organici a distanza anche molto gravi. Vorrei sapere se anche voi consigliate l'estrazione e l'impianto per essere più tranquilla. Grazie in anticipo.
Pubblicato il 22-07-2011
Gentile Sig.ra Marika, il granuloma andava curato subito! Effettivamente è possibile che una infezione in bocca possa essere l'origine di una batteriemia che vada a colpire altri organi e causare danni. Non capisco proprio perché si è aspettato tutto questo tempo. Non capisco neanche perché si è subito pensato all'estrazione e la sostituzione del dente con un impianto. I granulomi si curano! Cordiali saluti
Pubblicato il 22-07-2011
Cara Signora Marika, i granulomi si curano, estrarre un dente con granuloma per fare un impianto è solo, mi scusi il gioco di parole, per fare un impianto! Non è così che si fa terapia odontoiatrica. Con una terapia endodontica si risolve tutto. Concettualmente i microbi presenti nella radice inviano fuori nell'osso le loro tossine a cui l'organismo risponde con la formazione cistica o granulomatosa per arginare l'infezione stessa e difendersi ma tolti i microbi con la terapia endodontica per via ortograda (normale ) o retrograda (chirurgica) le tossine non vengono più emesse e la zona di osteolisi (lisi dell'osso) scompare con rigenerazione dell'osso stesso. Quindi il dentista della USL lo lascerei perdere! L'implantologia è una fantastica specialità che però deve essere usata quando è indispensabile non dimenticando mai che essa non è altro che il risultato del fallimento della terapia odontoiatrica in genere. Il Dentista deve curare i denti, non estrarli per sciocchezze simili! Quanto all'infezione, è vero ed è un motivo di più per intervenire endodonticamente e bene ed al più presto perchè esistono, anche se per fortuna rare, le malattie focali che sono patologie infettive di organi a distanza col focolaio di partenza in cavità dl corpo umano comunicanti con l'esterno, in questo caso la bocca ed il granuloma. Queste malattie sono rare ma esistono e tendono a diventare autoimmuni e quindi difficili da dominare, poi. Per fortuna si possono diagnosticare in tempo clinicamente e strumentalmente prima che questo avvenga. Quindi si faccia curare il granuloma e stia tranquilla.Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 22-07-2011
Gentile signora Marika, che dirle... premesso che non è possibile darle nessuna indicazione sul caso singolo perchè manca un'rx e sarebbe necessario un esame obiettivo, le dò qualche spunto su cui riflettere: - "la terapia canalare non è predicibile", FALSO; lo è perfettamente se sussistono le condizioni per eseguirla, se l'operatore è in grado e se i protocolli vengono rispettati rigidamente, da letteratura le percentuali di successo per un dente "vergine" sono intorno al 95% e per il ritrattamento ortogrado viaggiano dal 70% all'85% - "si può lasciare lì se non dà fastidio" non la commentiamo ulteriormente per carità di patria... - mi sembra che una terapia estrattiva e implantare possa scatenare potenzialmente batteriemie maggiori rispetto a un semplice ritrattramento endodontico ben eseguito In conclusione, le consiglio fortemente di chiedere un consulto a un socio attivo SIE (società italiana di endodonzia), che saprà valutare al meglio se il suo dente è recuperabile. Può consultare questo elenco: http://www.endodonzia.it/odontoiatri/cartina.asp Auguri
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Pubblicato il 22-07-2011
Il ritrattamento di un dente con il perno moncone è sicuramente complicato e meno prevedibile nel risultato rispetto ad un impianto, ma un tentativo sicuramente val la pena farlo ovviamente sto parlando senza visita e visione della radiografia di certo l'unica cosa da non fare è ulteriormente aspettare, cordiali saluti
Pubblicato il 22-07-2011
Sig. Marika, non conosco il caso clinico, ma trovo strano che un ASL le applica un impianto a carico della Regione Lombardia (Desio MB). Forse non si tratta di prestazioni ASL ma di Service che esercitano in strutture affittate dalle ASL, dove i poveri pazienti sono illusi di avere cure a carico del servizio sanitario nazionale, mentre poi si ritrovano a dover saldare tutte le singole prestazioni. Se non è possibile curare il dente, l'impianto può essere indicato; meno indicato, è l'impianto post- estrattivo alla presenza di periodontite periapicale cronica, volgarmente detto granuloma. Non capisco poi questa remora di sottoporsi a una sola anestesia locale, poiché i rischi d’insuccesso negli impianti post- estrattivi, in siti non infetti, sono più alti, rispetto agli impianti differiti; vale la pena correre questi rischi per risparmiare un’anestesia locale. Ruffonidiego@virgilio.it
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Pubblicato il 22-07-2011
Credo che qualsiasi atteggiamento sia giustificabile. Un dente devitalizzato trattato 15 anni fa potrebbe aver sviluppato una lesione apicale anche 8 anni fa, e fino a quando non sapeva di avere la suddetta lesione, lei stava benissimo. Il referto dalla tac parla tutto sommato di lesione circoscritta che non intacca il nervo alveolare inferiore, per cui anche se volesse intervenire, la cosa non ha il carattere di urgenza. Se dovesse avere sintomatologia, allora la questione cambia, ma prima di pensare all'estrazione e a come rimpiazzare il dente si tenta il ritrattamento endodontico, anche se la presenza di perni endocanalari ostacola la manovra e non di poco. Se poi il tentativo non sortisce effetto, allora si, la pinza è necessaria con tutto ciò che ne consegue. Il pensare in maniera catastrofica che dal suo granuloma "dipendono le sorti del mondo", è se mi consente tipico di una certa categoria di dentisti, operanti sia in strutture accreditate che rigorosamente privati, sulla quale non voglio dilungarmi ulteriormente, ma che secondo il mio modesto parere non tengono in considerazione di come l'organismo possa tranquillamente convivere con problematiche orali che incidono sulla salute in generale magari tanto quanto la presenza di un callo sul piede. E' solo il mio personalissimo pensiero. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 22-07-2011
Gentile Marika, premesso che non conoscendo il suo caso clinico nello specifico è azzardato dare pareri, ma, comunque, poichè lei pone un quesito al quale ho il dovere di dare una risposta, la informo che in primis non ritengo valido inserire un impianto postestrattivo in un alveolo già sede di focolaio flogistico e a maggior ragione per il fatto che lei soffre di una valvulopatia mitralica probabilmente di natura streptococcica che potrebbe andare a riacutizzare un processo cronico ed in secundis sarebbe opportuno tentare una terapia conservativa del dente con un'appropriata terapia canalare. Mi faccia sapere quale è l'ASL che le effettua l'implantologia in quanto non conosco nessuna struttura pubblica che effettua tale trattamento in regime di convenzione.Cordiali saluti
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Pubblicato il 22-07-2011
Non giudico nè critico le scelte terapeutiche dei colleghi come fanno altri in questo forum...primo per deontologia e secondo perché le diagnosi a distanza lasciano il tempo che trovano e senza vedere il paziente, averci parlato e aver eseguito rx e esame obbiettivo si va a fiducia e interpretazione. Posso solo dire come procederei io. Se valuto essere il caso, tenterei un ritrattamento , perché é sempre meglio esser conservativi e sfruttare i denti naturali. Nel caso questa terapia non fosse possibile o risultasse senza successo non credo opterei per un impianto post estrattivo in un sito infetto, nemmeno toelettando l alveolo per bene . Per tanto procederei all avulsione e a distanza di 1 mese circa rientrerei con l impianto.
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Pubblicato il 22-07-2011
Gentile Marika, una sola considerazione che si accoda a quella già fatte dagli altri colleghi: L'implantologia è nata per sostituire i denti persi e non i denti . il suo non è ancora un dente perso. si affidi ad un valido endodontista che puo trovare sul sito della sie all' indirizzo: www.endodonzia.it. cordialmente
Pubblicato il 22-07-2011
Cara MArika, questa è chiara malasanità, mi dispiace dirlo, ma quando ci vuole mi sento costretta dalla decenza. I motivi sono i seguenti: 1. esiste un protocollo operativo chiarissimo in tema di insufficienza mitralica, che raccomanda due grammi di antibiotico e uno dopo qualsiasi intervento che produca rottura dei vasi, segno che un paziente mitralico non può tollerare infezioni, pena un peggioramento delle sue condizioni cardiache (ma chi se la prende la responsabilità di peggiorare le condizioni di salute degli altri?) 2. Un molare devitalizzato 15 anni fa con relativo perno e corona va estratto senza pensarci, perché si tratta di una struttura fatiscente e provata nel tempo (ricordo che un dente devitalizzato è sempre più fragile, a cui si somma l'infezione cronica) la cui ripresa non esime la persona dalla sicura malattia focale che è intollerabile in un paziente cardiopatico. Non si può dire: "Si fa solo una anestesia" perché questo ha dei rischi, non è la strada migliore in questo caso per risolvere il problema del dente Gentile signora, la invito a farsi estrarre il dente, ma non ad ascoltare l'invito a mettere contestualmente un impianto, perché i batteri certamente presenti nel sito di infezione dentario farebbero fallire l'intervento, perché gli impianti si comportano come i denti, in fatto di infezioni. Una perimplantite per lei sarebbe un grosso problema, senza contare i costi di queste cose. La invito pertanto a farsi estrarre il dente con la terapia che le ho scritto, con relativo colluttorio adatto, e aspettare saggiamente preferendo a guarigione clinica della ferita un impianto da riaprire dopo due mesi, e questo la garantisce da tutto. La percussione e la radiografia dimostreranno se è il momento di terminare il lavoro. Gentile signora, faccia molta attenzione a queste manovre. Anche per l'implantologia per lei vale quanto le ho scritto: PROTOCOLLO ANTIBIOTICO RIGOROSO e NESSUNA FRETTA, cordiali saluti
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Pubblicato il 22-07-2011
Cara Marika, prima di togliere il dente si cerca sempre di salvarlo. Probabilmente se c'è un granuloma, in genere è più facile sia a carico dei canali mesiali ed il perno si mette nel distale, più grande. Pertanto, si potrebbe rifare la terapia canalare:un bravo endodontista può risolvere il suo problema:l'estrazione è l'ultima soluzione. Cordialmente dr A. Beghini Cassano D'Adda MI
Pubblicato il 23-07-2011
Prima provi per un ritrattamento e se non si riesce a recuperare il dente poi si vedrà il proseguo.
Pubblicato il 23-07-2011
Se c'è una lesione bisogna intraprendere una cura. Posto che non ho elementi diagnostici per fare una valutazione precisa, posso dirle che in linea teorica, preferisco tentare un ritrattamento endodontico prima di ricorrere all'estrazione. L'estrazione può sempre farla, mentre se toglie il SUO dente subito, in alcun modo potrà riaverlo poi.
Pubblicato il 23-07-2011
Per spiegarle in parole molto semplici e con ordine... Un granuloma alcune volte si può curare e risolvere (o per via diretta, ortograda, o per via indiretta, con apicectomia); altre volte, se di dimensioni particolarmente estese (e tale da poter essere considerato una cisti), l'unica soluzione è l'estrazione del dente. Sicuramente rimuovere un perno moncone è una procedura molto complessa ed indaginosa, e piuttosto rischiosa per l'integrità radicolare (il rischio di fratture e micro-fratture è piuttosto alto), e quindi, il piu' delle volte, il dentista preferisce estrarre direttamente, invece che effettuare un intervento complesso e non sempre risolutivo. Quindi, il fatto di curare e salvare il dente, oppure toglierlo, dipende da molteplici fattori, che non conosciamo (in quanto sarebbe necessaria una visita clinica ed una serie di radiografie) e quindi posso solo darle alcuni indicativi di massima. Diciamo che non è SEMPRE curabile nè SEMPRE non curabile. Vero che, un granuloma-cisti, indipendentemente dalla sua posizione anatomica piu' o meno a rischio, rappresenta una fonte di infezione cronica batterica persistente; questi batteri entrano in circolo, e, specialmente nel caso di pazienti con problemi cardiovascolari come lei (una lieve insufficienza è sicuramente cosa di poco conto, ma rientra nel gruppo a lieve rischio di endocardite batterica, secondo le linee guida), sarebbe opportuno risolverli, in un modo o nell'altro. Un impianto, effettuato immediatamente dopo l'estrazione (il cosiddetto impianto post-estrattivo), nel caso in cui siano presenti infezioni croniche tipo granulomi a carico del dente da estrarre e da sostituire con l'impianto, è CONTROINDICATO (non da me personalmente, bensì dal protocollo chirurgico al quale un implantologo dovrebbe attenersi). Nel suo caso, se alla fine si decidesse per un'estrazione come risoluzione del problema, dovrebbe procedere con: profilassi antibiotica o copertura antibiotica piu' importante (questo verrà valutato dal collega), ma comunque ANTIBIOTICO; estrazione e accurata pulizia dell'alveolo (con le metodiche che ogni collega conosce), con una contestuale, nel limite del possibile, preservazione della cresta alveolare stessa (che tende a riassorbirsi in maniera importante dopo un'estrazione, soprattutto nei primi 3 mesi ed con il picco entro i 12); dopo 3-6 mesi (a seconda della sua situazione clinica) sarà possibile effettuare un impianto (previa nuova valutazione con TAC dentale) e relativa profilassi antibiotica prima dell'estrazione. PS il discorso facciamo tutto con un'unica anestesia è nel limite dell'assurdo, non entra in sala operatoria per un'anestesia totale, ma si limita ad una fiale di anestesia locale quanto mai innocua.....
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