Ho iniziato ad avvertire un dolore diffuso al lato destro della mandibola
Scritto da Marco / Pubblicato il
Buongiorno, a fine luglio ho iniziato ad avvertire un dolore diffuso, pungente, non pulsante, al lato destro della mandibola, simile per certi versi a quello di una pulpite (che peraltro avevo curato sul lato opposto il mese precedente). Visivamente non vi era né arrossamento né gonfiore della gengiva. Poiché il mio dentista era in ferie, mi sono recato presso un altro studio medico in cui mi è stata fatto una panoramica che allego. La diagnosi è stata quella di un ascesso formatosi sotto al penultimo molare devitalizzato e incapsulato con perno circa 4 anni fa a seguito di una pulpite e conseguente ascesso. Mi è stato prescritto Augmentin 2 volte al giorno per 6 giorni. Il dolore è passato, anche se non completamente, lasciandomi un fastidio intermittente durante la giornata, in alcuni casi esteso a tutta la parte destra della mandibola, in altri riferito al dente in questione. Con il rientro del mio dentista mi è stata fatta un'endorale da cui non risulta nulla di particolare se non la leggera radiotrasparenza visibile nella panoramica. Rispetto alle RX di 4 anni fa essa sembra interessare la radice opposta a quella trattata allora. Il mio dentista al momento ha preferito attendere l'evolversi della situazione, consigliandomi di provare a masticare sul dente e verificare se il dolore vada attenuandosi o meno. A distanza di quasi un mese ho verificato che durante la masticazione il dente non fa male, tuttavia il fastidio tende ad aumentare, soprattutto la sera e la sua intensità non è progressiva, ma altalenante anche se non ha più raggiunto i livelli precedenti alla cura antibiotica. Nei prossimi giorni farò un nuovo controllo dal mio dentista, il quale ha ipotizzato di dover togliere la capsula e effettuare il ritrattamento. Nell'altro studio mi era stata prospettata l'estrazione con impianto. Mi chiedevo se la diagnosi possa essere corretta e quale sia il motivo di una tale diversità nella cura. Grazie in anticipo
Pubblicato il 10-10-2014
La panoramica come sempre non è precisa meglio la radiografia endoorale, se il suo dentista pensa di poterlo ritrattare giusto procedere ed è inutile attendere, perchè il collega abbia pensato all'estrazione? evidentemente non pensava fosse un dente recuperabile. Cordiali saluti
Pubblicato il 10-10-2014
Caro Signor Marco, mah, caratteristica della pulpite è invece proprio il dolore pulsante, prevalentemente notturno, che insorge anche senza stimolo e che in ogni caso dura molti minuto odo ore! Poi diffidi di che esordisce in una Visita per un dolore come il suo non facendo una semplicissime e velocissima Rx endorale ma facendo una OPT od OPM o Panoramica che dir si voglia che è inadatta allo scopo per la deformazione dell'immagine, la mancanza di dettagli ed il sovrapporsi dei piani, cosa che invece non avviene nella Rx endorale! La diagnosi di ascesso si fa Clinicamente "vedendo" e palpando i tessuti sopra l'ascesso stesso. Con la Radografia sarà stata vista una osteolisi periapicale, non l'ascesso! Il dolore può riferirsi al dente in questione ma estendersi ad altri denti omolaterali per l'insorgere di Sinalgie. ossia una serie di Sintomi che sembra che ora partano da un punto ora da un altri e così via. Le Sinalgie sono sintomi che, praticamente, per incapacità del nucleo caudato del cervello a cui arrivano tutti gli stimoli dolorosi di una metà della bocca e del massiccio cranio-facciale, possono provenire non dal dente in causa ma da denti o parodonto anche lontano o da altri organi. Ha bisogno di due visite intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente! Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Tramite la Visita Clinica e le Rx endorali, oltre a valutare visivamente il parodonto profondo, si valuta la eventuale sofferenza periradicolare o periapicale di tutti i denti. Non capisco si rivolge a noi perché vorrebbe che facessimo da "Giudici" su chi ha ragione?" Molto scorretto da parte sua nei confronti del Suo Dentista Storico verso il quale Non mostra la Minima Fiducia e mostra invece inspiegabilmente una disistima incredibile e "malsana" che non i deve essere tra Paziente e Dentista! Mi limito a dire, perché non sono e non voglio essere e non posso essere deontologicamente un Giudice: segua quanto le dice il suo Dentista Storico! Anzi guardi, le dirò di più, mi permetto di fare il Giudice , non perché richiesto da Lei e neanche per non essere Deontologico ma per sottolineare due fatti negativi dello studio Dentistico in cui le hanno fatto subito una panoramica e proposto una avulsione dentaria (estrazione) con un impianto! Subito, così! Scommetto che questo Studio è una Clinica Low Cost o similare, perché è loro prassi fare così e magari anche gratis per attirare gli "sprovveduti"! Cari saluti e abbia più Rispetto per il Suo Dentista!
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Pubblicato il 10-10-2014
Buongiorno Marco, di certo l'indagine migliore per valutare il suo dente è la radiografia endorale. Indiscutibilmente la presenza di una rarefazione intorno ad una radice è segno di una infezione ad andamento cronico che, nel suo caso, si è acutizzata. Purtroppo queste lesioni non guariscono per effetto della terapia antibiotica. Non è possibile indicarle il trattamento più opportuno a curatala senza una visita. Auguri
Pubblicato il 10-10-2014
Gentilissimo signor Marco, la differenza tra le due diagnosi sta nel fatto che il suo dentista tiene al paziente e prima di effettuare una terapia drastica come l'avulsione, preferisce tentare il tutto per tutto nel cercare di salvarle il dente con guadagno sia in termini clinici(si ricordi che non esiste niente di artificiale che uguagli un dente naturale anche devitalizzato)sia in termini economici. L'altra diagnosi a mio avviso scaturisce solo dal fatto che chi ha effettuato la visita nella "Clinica" miri solo al suo portafoglio e non certo al suo benessere. Si ricordi che anche i barbieri erano capaci di estrarre un dente, la via più veloce non sempre è la più efficace, abbia rispetto per la professionalità dimostratale dal suo dentista. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 10-10-2014
Osservando la sua panoramica (anche se per questo tipo di diagnosi è più indicata una radiografia endorale mirata) si intuisce come la cura endodontica a carico del 47 (secondo molare inferiore sinistro) non sia proprio impeccabile, quindi è possibilissimo che le abbia dato e le stia dando i sintomi che lei riporta. L'estrazione è e deve essere l'ultima opzione terapeutica, sopratutto in una bocca come la sua che è praticamente completa. La soluzione ideale, e la più conservativa, è il ritrattamento endodontico. Purtroppo il ritrattamento endodontico non è semplicissimo, non sempre ha una predicibilità importante ed una prognosi positiva, e comunque richiede, anche in mani esperte, la rimozione della corona (e quindi il relativo rifacimento della stessa) e l'asportazione del perno endodontico (quando si ritratta, è opportuno ritrattare tutti i canali). In questo senso capisco il suo Dentista che sta "temporeggiando". Detto questo, la scelta può dipendere solo da lei. Il problema non si risolve da solo, ma può, come in effetti sta accadendo, attenuarsi significativamente. Se non si interviene nell'immediato non succede nulla, ma tenga conto che o prima o dopo un re-intervento su quella zona sarà necessario
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Pubblicato il 10-10-2014
Caro Marco, salvare il suo molare è sicuramente più complesso e laborioso che fare un'estrazione e un'impianto, ma in caso di successo lei si ritrova con il suo dente in bocca, quello che madre natura le ha regalato, e non un Robocop di impianto che per quanto efficiente è sempre una protesi inserita nei suoi tessuti. Se poi il ritrattamento non desse i risultati sperati, l'implantologia è lì, pronta per risolvere la situazione. Ma la prima scelta dovrebbe essere, quando possibile, tentare di salvare il dente presente in bocca. Sempre però che il valore di questo lavoro venga compreso anche dal proprietario del dente, cioè il paziente.
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Pubblicato il 10-10-2014
Sig. Marco, le cure mirano allo stesso risultato, solo che una è più conservativa e l'altra più invasiva. Ma la miglior diagnosi in questo caso non la si fa con la panoramica.
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