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Domanda di Gnatologia

Risposte pubblicate: 5

Può esserci correlazione tra l'utilizzo di un bite e l'intensità dei sintomi di un reflusso gastroesofageo?

Scritto da Andrea / Pubblicato il
Salve, sono un uomo di 30 anni e da circa 5 porto un bite notturno superiore (rigido) confezionatomi dal mio odontoiatra, preoccupatissimo per segni visibili (a suo dire) di bruxismo sulle superfici masticatorie dei miei molari, ma non solo. Dai ricordi più nitidi che ho, mi ci vollero pochi giorni per adattarmi alla distensione muscolare indotta dall'indossarlo di notte, ma poi non ho avuto il minimo problema. Tutto nasce circa un paio d'anni dopo (forse anche meno, ma non riesco a mettere a fuoco), quando ho iniziato a risvegliarmi al mattino con il bite in bocca e una terribile sensazione di impastamento tra saliva e acido. Lì per lì lo considerai un fastidio transitorio, finché il mio attuale odontoiatra, l'anno scorso, mi ha esplicitamente chiesto se soffrissi di un grave reflusso gastroesofageo: non avevo mai avuto problemi digestivi, eppure la mattina avevo sempre questa orribile sensazione di impastamento acido e addirittura di naso cronicamente otturato. Ho deciso di indagare e una gastroscopia dell'ottobre 2019 ha rivelato un'ernia iatale da scivolamento. Iniziata la cura per il reflusso che ormai si era palesato anche con difficoltà digestive, farmacologicamente non ci sono stati grandi effetti, ma nulla mi ha tolto dalla testa che il bite potesse avere un ruolo almeno nell'importanza dei sintomi: non mettendolo, per circa due settimane, il rigurgito acido al mattino non era di quell'entità mostruosa che ho provato negli ultimi 3 anni, non mi avvolgeva i denti in toto come una patina quasi collosa e riuscivo anche a respirare meglio non avvertendo quella sensazione di risalita nelle fosse nasali. Sono disperato, mi è stato quasi imposto il bite per la gravità della condizione dei miei denti, visibile a occhio nudo, ma ad oggi pur con l'utilizzo, la mia dentatura è decisamente peggiorata, invecchiata, con grave perdita generale di smalto, ingiallitissima e accorciata sicuramente anche a causa del rigurgito acido, che però è molto più forte (esperienza diretta) quando indosso il bite di notte. La mia domanda è: può esserci correlazione tra l'utilizzo di un bite (a questo punto devo pensare bilanciato male o totalmente inadatto) e l'intensità dei sintomi di un reflusso gastroesofageo? Un bite non adatto potrebbe peggiorare la condizione reflussoria secondo un qualche meccanismo? Perché ho sperimentato esattamente questo. Ringrazio in anticipo per i consigli che potrete darmi
Il reflusso ed il bite non hanno correlazione se non per il fatto che il bite fa salivare di più.
Può essere più o meno ingombrante, ne esistono di diversi tipi e " teorie".
Personalmente soffro di reflusso esofageo da ernia iatale e non ho bite. Bisogna curare il reflusso, avere certe accortezze nel dormire, tipo testa leggermente rialzata, bevande gassate possibilmente no, non coricarsi prima di avere digerito.
Non esagerare in quantità nel pasto serale.
Da ricercare invece il motivo del bruxismo..stress..ernia iatale? Non lo escluderei..
Può trovare ottimi riferimenti sul sito.
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Scritto da Studio Dentistico Fiori
Castelnuovo di Garfagnana (LU)

Mi associo alla risposta del dr. Fiori. Aggiungo che può tranquillamente sospendere l'uso del byte per qualche tempo, in attesa di chiarire questo reflusso. Provi con una sostanza naturale che mi permetto di consigliarle, fra le altre terapie, gastrotuss sciroppo bustine. Segua bene le istruzioni..

Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Egregio Sig. Andrea, secondo me il bite ha la sua parte di responsabilità. La prova è il peggioramento della sua dentatura ed il sollievo di quando non lo usa. Vede, il bite ha una funzione diagnostica, non terapeutica. L'uso continuo (oltre 4 mesi) e senza controlli medici, non ha mai fatto bene a nessuno. Il reflusso è un serio sintomo spesso connesso alla posizione dei denti ed all'attività della lingua (deglutizione!). La deglutizione disfunzionale, infatti, è la prima causa di reflusso gastroesofageo che, protratto per anni o decenni, si può complicare con l'ernia jatale. Se vuole indagare meglio su quanto le ho detto, vada da un bravo posturologo (formatosi con master universitario!) e si faccia fare una valutazione posturale completa. Con una nuova consapevolezza potrà quindi rivolgersi ad un medico gnatologo per una visita completa della bocca e delle sue funzioni. Auguri e cordiali saluti.
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Scritto da Dott. Angelo De Fazio
Casalnuovo di Napoli (NA)

Sig. Andrea, la risposta la deve dare dare chi le ha realizzato il Bite, controllandolo ed eventualmente modificandolo, qui non sappiamo nemmeno di che materiale è fatto! Il bruxismo è stato risolto con questo bite? Ritorni al più presto dal suo odontoiatra.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Caro Signor Andrea, buongiorno. "da circa 5 porto un bite"! Non riferisce nè la Diagnosi nè il tipo di Bite!Il Bite è un'arma a doppio taglio ed è bene saperlo e ribadirlo perché se ne abusa troppo, purtroppo! Non è il toccasana! Soprattutto lo si deve usare per brevi periodi e nel modo giusto! Il bitePlane in sostanza serve per far dimenticare al cervello la posizione attuale e farlo diventare una "tabula rasa" per ricercare la sua originale posizione ed arrivare così alla terapia vera e propria che può essere con semplice ma fine e complesso allo stesso tempo molaggio selettivo, protesi od ortodonzia a seconda della situazione clinica, magari preceduta da chirurgia parodontale per allungamento delle corone cliniche per intrudere od estrudere chirurgicamente e poi protesicamente i denti non in occlusione ma estrusi o intrusi o mesializzati o distalizazati o vestibolarizzati o lingualizzati, sempre che non si decidesse, per vari motivi, di ricorrere ad un loro riposizionamento Ortodontico. Tutti i bite non sono uguali e soprattutto non tutti i Dentisti sanno come usarli e quindi cosa ottenere con il loro uso! A volte bisogna ricorrere all'uso di un arco facciale di trasferimento, essenziale per rilevare i rapporti spaziali delle sue arcate con la base cranica e per il montaggio dei suoi modelli di studio su un articolatore a valore medio per studiare la gnatologia della sua bocca e la sua clinica e le sue articolazioni con angoli di spostamenti come l'angolo o movimento di Bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente!Il movimento di lateralità è bene studiarlo anche clinicamente con la palpazione perché è determinato dalla contrazione dello pterigoideo esterno del lato opposto a quello verso cui si sposta la mandibola. Un dolore durante questa palpazione indica una contrattura del muscolo e quindi la presenza di una patologia articolare. Palpazione che va fatta non solo in lateralità ma anche in apertura sui "trigger-point" per valutare la presenza di contratture muscolari in sede dello Pterigoideo e del Massetere in particolare!

Bisogna anzitutto valutare con la palpazione della ATM il "Rumore articolare". Il problema è che di rumori ce ne sono diversi con significati diversi! C'è il Click che è un rumore veloce, di ottava musicale alta, peculiare di un dislocamento menisco condilare, rumore presente in apertura e/o in chiusura e che scompare con la protrusiva!
Lo scroscio di sfregamento che invece di essere istantaneo e veloce, è lento e si ha in tutta l'ampiezza del movimento di apertura e/o chiusura delle arcate ed è di ottava musicale bassa e non alta!

Io mi occupo di questo da moltissimi anni. Occorre però una seria e corretta valutazione Clinica Semeiologica con anche sondaggio parodontale oltre che valutazione delle tre curve di compensazione
di Spee, di Wilson per il piano occlusale rispettivamente sagittale e frontale. La terza curva di Compensazione da valutare e quella di Monson che non è altro che una sfera immaginaria che serve per allineare le cuspidi dei denti posteriori con i margini incisali degli incisivi frontali. Sarebbe eventualmente, ma lo deciderebbe solo il Dentista, opportuno anche uno studio con un arco facciale di trasferimento, essenziale per rilevare i rapporti spaziali delle sue arcate con la base cranica e per il montaggio dei suoi modelli di studio su un articolatore a valore medio per studiare la gnatologia della sua bocca e la sua clinica e le sue articolazioni con angoli di spostamenti come l'angolo o movimento di Bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale dei suoi problemi protesici riabilitativi, per causare una alterazione della forma del Condilo della Mandibola o dell'intera ATM, con deviazione della Mandibola. Cari saluti
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)