Sfregamento notturno denti
Scritto da luca / Pubblicato il
Ho 59 anni di eta' e il mio problema e' che mentre dormo ho la cattiva abitudine di sfregare i denti, cosi' si sono consumati. Che soluzioni ci sono a proposito? Sono tutti sani, potrei ricoprirli? Ringrazio anticipatamente.
Pubblicato il 13-02-2012
Potrebbe ricoprirli ma se in composito si usurerà anche questo se li ricoprirà in ceramica potrebbe addirittura peggiorare il digrignamento, potrebbe fare un bite notturno per evitarne l'usura ulteriore, ma la cosa migliore è fare una visita da un collega gnnatologo che le proponga dopo adeguata valutazione un eventuale trattamento o una terapia gnatologica se necessaria, cordiali saluti
Pubblicato il 13-02-2012
Gentile Sig. Luca, la soluzione è quella di recarsi presso il suo dentista di fiducia che, dopo un'accurato esame obiettivo, valuterà la diagnosi e la relativa terapia. Cordialmente
Pubblicato il 13-02-2012
Gentile Sig. Luca, lei probabilmente soffre di bruxismo. Dopo una attenta analisi si possono ricostruire le parti che si sono consumate, ma poi bisogna costruire un bite per proteggere i denti dall'erosione che in ogni caso continuerebbe. Cordiali saluti
Pubblicato il 13-02-2012
Una cosa è certa: se la situazione è come me la immagino io, cioè denti che sono ancora molto forti, non si muovono, ma si sono consumati per gran parte della sostanza, non credo ci siano terapie migliori di proteggere ciò che rimane con delle capsule e poi portare tutte le notti un byte.
Pubblicato il 13-02-2012
Carissimo sig. Luca, contrariamente a quanto crede non esiste una soluzione predefinita per il suo problema ma diverse soluzioni che, per essere adattate alla sua situazione, richiedono una attenta valutazione della sua bocca. Cordialmente
Pubblicato il 13-02-2012
Buon giorno Signor Luca, per il ripristino della Sua condizione, va valutata l'entità dell'usura. Dal momento che si dispone di questa valutazione si prende in considerazione, l'eventuale protesi da applicare. Solitamente, è buona cosa gestire gli antagonisti diatorici (i molari) con battute in metallo, per limitare o eliminare eventuali fratture delle ceramiche. Un byte notturno è d'obbligo. Cordialmente.
Pubblicato il 13-02-2012
Va indagata la sua situazione clinica e il grado di usura; se confermata la diagnosi di bruxismo, utile perlomeno l'utilizzo di un bite di protezione notturno cordialità
Pubblicato il 13-02-2012
Signor Luca, lei soffre di bruxismo, che si manifesta col digrignamento notturno che le ha causato l'usura dei denti. Non ci sono problemi nel ricostruirli con composito, faccette o corone protesiche, a patto però di eseguire le ricostruzioni dentarie SOLO DOPO aver curato e risolto tale digrignamento. Altrimenti distruggerà anche le ricostruzioni, così come ha consumato i suoi denti naturali. Il mio consiglio è di rivolgersi ad un dentista esperto in gnatologia per curare questo suo disturbo "parafunzionale". Altrimenti l'alternativa è quella che le è già stata consigliata dai miei Colleghi, cioè di fare le ricostruzioni e proteggerle poi con un bite da portare a vita. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 13-02-2012
Un bite per proteggere i denti e' la cosa piu' facile, oppure ricreare la sua occlusione originaria con corone ma bisogna studiare il caso
Pubblicato il 13-02-2012
Caro Signor Luca, non è che lei abbia preso una cattiva abitudine ma è un sintomo che si chiama bruxismo e che ha le sue cause o in una patologia dell'occlusione, ossia in una malocclusione con disfunzione gnatologiche o/e in una patologia delle ATM ossia Articolazioni Temporo Mandibolari e neuro-mio-funzionali dei muscoli Pterigoidei o Messeteri, in sostanza e prevalentemente. Spesso una diminuzione o alterazione in senso lato della dimensione verticale della bocca o precontatti occlusali nelle disclusioni incisive e canine e in posizione di massima retrusione sui posteriori, detta Relazione Centrica può essere alla base di questa patologia occlusale. O denti che si sono spostati per mancanza di altri prossimali o antagonisti o per cause più gravi quali la Parodontite. Ha bisogno quindi di una visita Odontoiatrica completa con sondaggio di eventuali tasche parodontali, analisi occlusale e gnatologica preferibilmente fatta con la presa di Impronte per costruire i modelli di studio e presa dell’Arco Facciale di Trasferimento i due punti di repere posteriori si ottengono inserendo i terminali dell'arco nei meati acustici esterni; il terzo punto di repere anteriore e individuato dal supporto glabellare, che definisce la posizione verticale anteriore dell'arco stesso. In questo modo si definisce il piano di riferimento asse cerniera-piano orbitale. Una forchetta a ferro di cavallo consente di mettere in rapporto l'arcata superiore con l'arco facciale. In conclusione, trasferiti in tal modo i modelli maestri su un articolatore, possiamo orientare i modelli delle arcate rispetto al cranio e studiare l'inclinazione dei tragitti condilari e dell'angolo di Bennet meglio detto movimento di Bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente!Il movimento di lateralità è bene studiarlo anche clinicamente con la palpazione perché è determinato dalla contrazione dello pterigoideo esterno del lato opposto a quello verso cui si sposta la mandibola. Un dolore durante questa palpazione indica una contrattura del muscolo e quindi la presenza di una patologia articolare. Palpazione che va fatta non solo in lateralità ma anche in apertura.Solo così si può arrivare ad una corretta DIAGNOSI che porta poi ad una terapia. Le soluzioni è ovvio che non gliele posso certo dare ora senza averla vista ma ci sono e vanno dal Molaggio Selettivo al riequilibrio occlusale al Bite Il Bite ha senso se poi porta ad una terapia risolutiva della malocclusione, o meglio della persa giusta occlusione. Le lascio una foto con diversi tipi di bite e in basso l'arco facciale di trasferimento.Il Bite Plane, che sembra una "sciocchezza" ma non lo è, anzitutto è buona regola posizionarlo sulla arcata superiore che è l'unica arcata fissa perchè solidale con la base cranica, ma a volte va posizionato sulla arcata inferiore, dipende dalla diagnosi e da quello che vogliamo ottenere, poi devono essere studiati i piani inclinati in gradi rispetto al piano occlusale e deve essere valutato lo spessore con cui farlo ,ossia di quanto deve impedire la chiusura della arcata inferiore; è la mandibola che deve in continuazione cercare una chiusura che non può trovare col bite,così si riposa tutto il complesso sistema neuro muscolare e le articolazioni temporo mandibolari e il cervello dimentica la posizione errata patologica memorizzata da esso e si può trovare così la nuova posizione della mandibola,quella corretta". Il bite plane infatti può essere terapeutico sintomatico e diagnostico ed una volta trovata la nuova posizione della mandibola si eseguono dei rilievi clinici che permettono di impostare una terapia. Questo lunghissimo discorso che spero non l’abbia tediata è per spiegarle e farle capire che le patologie dell’apparato stomatognatico (La BOCCA NEL SUO INTERO) sono complesse e richiedono CULTURA, INTELLIGENZA E CAPACITA' CLINICA OLTRE CHE TERAPEUTICA! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 13-02-2012
Egregio Sig. Luca, la forte perdita di sostanza dei suoi elementi dentali è causata da un frequente fenomeno disfunzionale definito come BRUXISMO dovuto essenzialmente ad uno scorretto rapporto iniziale delle arcate dentali che provoca dei fenomeni iperfunzionali delle strutture muscolari che si attivano continuamente per distogliere dalla struttura dentale la porzione che ostacola il raggiungimento di una posizione mandibolare la più confortevole possibile da un punto di vista neuromuscolare. Ed è appunto nell'ambito della sfera neuromuscolare che và ricercata la soluzione del problema, attraverso dei tests ottenuti con un apposita strumentazione computerizzata (kinesiografia ed elettromiografi cranio-mandibolare) in grado di poter realizzare una situazione dentale,ovviamente dapprima in fase provvisoria e solo successivamente in fase definitiva,che sia in grado di sopprimere lo stimolo propriocettivo che innesca il fenomeno. Tali metodiche consentono nella maggior parte dei casi di poter raggiungere una situazione di equilibrio stabile che può anche consentire delle ricostruzioni definitive in ceramica senza l'utilizzo di protettori notturni.Ogni altro tipo di soluzione empirica non fa che trasferire dai denti ai diversi materiali l'usura in corso ed il rifacimento degli elementi dentali con leghe metalliche difficilmente usurabili finisce col trasferire sui tessuti di sostegno dei denti (parodonto) l'insulto traumatico provocandone la distruzione nel tempo con risultanti fenomeni di mobilità. Cordiali saluti Michele Lasagna
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Pubblicato il 13-02-2012
Gentile sig. Luca, quando c'è un problema c'è sempre una soluzione. In questo caso bisogna anzitutto fare un bite per mettere a riposo l'intero apparato, ma più oltre è necessario conoscere le cause che inducono una risposta ansiosa di questo genere, e poi provvedere con una buona protesi che ricomponga la dimensione verticale dell'articolato. Il bite è necessario per evitare ulteriori danno alla polpa dentaria ed eliminare il consumo delle superfici dure.E' anche molto necessario uno studio dell'occlusione e delle protesi che ricompongano nel tempo la funzione delle ATM. Attenzione quindi alla protesi, cordiali saluti
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Pubblicato il 13-02-2012
Sig. Luca, deve rivolgersi semplicemente a un odontoiatra, che valuterà il caso clinico; qui rischia di uscirne più confuso di quando è entrato.
Pubblicato il 14-02-2012
Gentile paziente, il bite è la sua soluzione, ma eseguito da persone competenti, magari con ausilio di apparecchiature elettroniche-scientifiche quali TENS ed ELETTROMIOGRAFIA. Distinti saluti
Pubblicato il 14-02-2012
Semplificando volutamente troppo il concetto, diciamo che sotto uno sforzo prolungato nel tempo e di adeguata intensità gli effetti possibili sono due e soltanto due: il primo è quello di cui soffre lei, e si ha quando il supporto parodontale è molto forte, le radici "tengono bene" e allora sono le corone a soffrirne, usurandosi. Il secondo è invece quando le radici "non tengono", e allora i denti cominciano a vacillare e cadono in breve tempo praticamente sani. Se può confortare, tra i due mali scelgo il suo, perchè almeno i denti restano in bocca, per quanto usurati. Va detto che il digrignare ha molteplici cause, non tutte eliminabili, e sarà il suo dentista a illustrargliele con dovizia. Quante più cause si riuscirà ad eliminare, tanto minore sarà il suo bruxare, e allora, e solo allora, sarà relativamente facile riparare ai danni da usura. Cordiali saluti.
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