Come possono capitare cose del genere?
Scritto da Laura / Pubblicato il
A seguito di un problema gnatologico inizio trattamento ortodontico forse un pò audace che doveva essere risolutivo per allargamento arcate e aumento dimensione verticale. Dopo solo 6 mesi ho dovuto interrompere il trattamento perché la situazione era intollerabile (denti che toccavano su piastrine e fili perchè avevo entrambe le arcate montate, rialzi in composito su 6 denti dell'arcata inferiore perchè il morso era troppo profondo). Staccando l'ortodonzia esce fuori che le due arcate non corrsipondo piu ed anche dalla impronte è evidente che quella inferiore sia stata allargata molto più di quella sopra. I denti ovviamente non incastrano più, ho dolori tremendi a collo e testa. Sono stata da un bravissimo medico che mi ha visitato e fatto molti esami, pensavo di riuscire ad alleviare il tutto con un bite ma purtroppo mi ha spiegato che data la situazione il bite dovrebbe essere talmente alto che la mia bocca non lo tollererebbe e non ho dubbi su quanto afferma tanto è stato scrupoloso. Le alternative sono rimontare ortodonzia superiore o aspettare che i denti recidivino senza le contenzioni per poi rintervenire. Sono davvero molto demoralizzata, come possono capitare cose del genere?Ero in mano di uno gnatologo non di un semplice dentista...cosa mi consigliate di fare? io non credo di resistere molto perché ho anche forti dolori ai denti che non combaciano e sbattono in continuazione (ho notato che si stanno anche rompendo). Vi ringrazio per quanto vorrete dirmi
Pubblicato il 13-06-2012
Cara Signora Laura, dare un consiglio in una situazione patologica così complessa, a distanza, via web, senza visitarla, non è possibile. Mi piacerebbe sapere e sarebbe importante, se prima di iniziare la terapia, lei avesse sintomi tanto da giustificarla. Dico questo perchè, modificare la larghezza dell'arcata a 31 anni (agendo ovviamente su base dento-dentale e non dento-scheletrica e per di più modificare una dimensione verticale, non è terapia semplice e tantomeno obbligatoria! Di regola la si affronta solo se si è in presenza di sintomi dolorosi incompatibili con una vita dignitosa o una sindrome algico temporo-mandibolare severa, con contrattura dei muscoli Pterigoidei e rumori seri alle ATM! Non è detto che se una persona ha una malocclosione, una disgnazia, una diminuzione della dimensione verticale della bocca, si debba per forza intervenire. In assenza di sintomi è molto sconsigliabile! In ogni caso, quale che sia il motivo, lo Gnatologo l'avrà certamente informata sui rischi e problemi anche gravi cui sarebbe potuta andaqre incontro con la terapia siggerita! Poi sa dire era da uno Gnatologo, non da un Dentista Generico, può voler dire tutto e niente perchè come ci sono Dentisti e Dentisti, così ci sono Gnatologi e Gnatologi e questo vale per tutte le specialità! Ora le suggerisco di farsi visitare da un cetamente noto e competente e famoso Gnatologo per risolvere i suoi problemi con cui non può certo convivere! Sarei curioso di sapere se questo Gnatologo ga fatto la registrazione con arco facciale della posiuzione spaziale delle sue arcate rispetto alla base cranica e se ha misurato il movimento di bennet! tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente!Il movimento di lateralità è bene studiarlo anche clinicamente con la palpazione perché è determinato dalla contrazione dello pterigoideo esterno del lato opposto a quello verso cui si sposta la mandibola. Un dolore durante questa palpazione indica una contrattura del muscolo e quindi la presenza di una patologia articolare. Palpazione che va fatta non solo in lateralità ma anche in apertura.Solo così si può arrivare ad una corretta DIAGNOSI che porta poi ad una terapia. Perchè se non fosse stato fatto questo, mi domando come possa aver deciso di fare rialzi articolari e modellarli! A questi rialzi ci si sarebbe dovuti arrivare non solo analizzando i modelli con arco facciale di trasferimento e montati su un articolatore a valore semiindividuale o addirittura individuale (rari), ma anche costruendo con l'arco facciale e questo articolatore, un bite terapeutico-diagnostico che avesse la funzione Il bite in sostanza serve invece per far dimenticare al cervello la posizione attuale e farlo diventare una "tabula rasa" per ricercare la sua originale posizione ed arrivare così alla terapia vera e propria che può essere con semplice ma fine e complesso allo stesso tempo molaggio selettivo, protesi od ortodonzia a seconda della situazione clinica. La placca di riposizionamento fondamentalmente serve per ricercare una posizione terapeutica con corretta dimensione verticale, equilibrio della funzione muscolare dei due lati della faccia e cambiamento della posizione dei condili e dei menischi delle ATM. Ovvio che prima bisogna fare una diagnosi accurata sul fatto che si tratti di una patologia ascendente o discendente, ma questo è ovvio ed ogni Gnatologo lo sa. Ovvio ancora che placche di riposizionamento e bite vengano costruite per quel paziente e con studio su articolatore a valore medio, almeno, o meglio individuale. Tutto questo poi deve essere completato da un ceck up ortodontico completo e da una analisi cefalometrica di angoli e piani reperiti su una teleradiografia con riferimento anche a foto del profilo e di fronte! Se tutto questo fosse stato fatto, sarebbe importante saperlo! Ripeto c'è Gnatologo e Gnatologo!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 13-06-2012
Purtroppo è stata sfortunata.. Le consiglio di provare a trovare un bravo ortodontista, per vedere se si possono rimettere in ordine le cose. Quello che lei descrive è un bel danno iatrogeno. Ora bisogna stare attenti a non aggiungere altri danni. Per capire come andranno le cose, si potrà ora fidare se il dentista le farà le cefalometrie, laterale e postero anteriore: solo da queste analisi approfondite si può capire se si può risolvere. Legga bene sul mio sito cosa è la cefalometria.
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Pubblicato il 13-06-2012
Gentile Laura, se come dice, era in mano ad un gnatologo non le resta che trovarne un'altro ancora più bravo......
Pubblicato il 13-06-2012
Cara Laura, cercherò di risponderle evitando di tediarla e confonderla con termini e teorie inconprensibili da chi non è del mestiere. A lei è capitato un danno iatrogeno assai comune e che mi capita di osservare molto spesso nella mia trentennale esperienza relativa alla cura dei danni masticatori e della patologia dell'Articolazione Temporomandibolare. Eseguire un qualsivoglia trattamento ortodontico in un paziente a rischio o addirittura che già presenta una disfunzione articolare, come nel suo caso, vuol dire produrre un irresponsabile movimento di tutti gli elementi dentari in una ipotetica posizione spaziale mandibolare di cui non si conosce affatto la reale efficacia e, molto spesso, gravemente negativa per l'intero sistema stomatognatico. A tal punto non esistono tracciati di questa o quell altra scuola che possano efficacemente risolvere il suo problema ma è assolutamente necessario eseguire degli appositi tests computerizzati in grado di analizzare la componente neuromuscolare e,sempre per il tramite di adatta strumentazione, realizzare un posizionatore denominato ortotico mandibolare (un comodo manufatto in resina trasparente che le consente una vita di relazione del tutto normale ) in grado di fornirle un rapporto mandibolo cranico che soddisfi appieno la patologia articolare ed il forte disagio occlusale. Raggiunto tale risultato, che deve essere convalidato clinicamente da un suo completo benessere e strumentalmente con la fine analisi di ogni micromovimento mandibolare e delle attività elettriche dei diversi muscoli coinvolti nella postura mandibolare, si potrà porre in atto un corretto movimento ortodontico volto al fine che le ho descritto ed alla risoluzione permanente dell'incongruo spostamento dentale che le è stato procurato. Non può permettersi ulteriori tentativi anche perchè i denti non possono subire svariate trazioni senza subire un grave danno parodontale. Cordiali auguri Michele Lasagna
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Pubblicato il 13-06-2012
Sig. Laura, perchè le avevano proposto la strada ortodontica? quali erano le indicazioni?
Pubblicato il 13-06-2012
Ma l'ortondonzia, nell'adulto, nella stragrande maggioranza dei casi è strumentale al riposizionamento mandibolare. Sono d'accordo con il dr. Lasagna, PRIMA è necessario analizzare la componente neuro muscolare ( dimensione verticale, posizione spaziale della mandibola etc), agire su quella con l'ortotico ( Bite, riposizionatore mandibolare), ricondizionarla e fisiologizzarla e DOPO stabilizzare il tutto con l'ortodonzia. Le conviene affidarsi ad uno gnatologo esperto che conosca bene l'ortodonzia; non sempre -ahimè- le due cose coincidono.
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Pubblicato il 13-06-2012
Faccio mio il pensiero del dott Passaretti. Bisogna stare attenti a non aggiungere nuovo danno al precedente. Ma anche quello del dott. Ruffoni, la situazione prima del trattamento quale era?
Pubblicato il 16-06-2012
Gentile paziente capisco il suo rammarico e mi dispiace ciò che le è capitato. Comprenderà bene che senza il conforto di un esame clinico accurato e di precisi esami diagnostico- strumentali non le posso dare suggerimenti circa le procedure terapeutiche più adeguate.Le suggerisco un consulto con un collega specialista in ortognatodonzia. Cordialmente Prof. Dott. Russo Ciro Odontoiatra Specialista in Ortognatodonzia.
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