Se dovessi togliere l'apparecchio tornerei come prima?
Scritto da Cesare / Pubblicato il
Buongiorno, Ho 28 anni e circa un anno e mezzo fa a causa dell'acuirsi (dopo un concerto) di un acufene bilaterale (da sempre presente), mi sono recato presso uno specialista Gnatologo per un consulto, il quale mi ha diagnosticato quanto segue: "Squilibrio mandibolo-mascellare-cranio-cervicale, da alterazione dell'occlusione e del rapporto mandibolo mascellare con sovraccarico e stato infiammatorio delle articolazioni temporo mandibolari". Mi è stata consigliata una terapia con placca di riposizionamento mandibolare neuro-mio-funzionale per il riequilibrio mandibolo-cranio-cervicale. (NB al momento in cui ho deciso di intraprendere tale terapia l'acufene era già tornato a normalizzarsi da solo) Sono seguite visite quindi neurologiche, oculistiche e posturali, ed infine esami più approfonditi come l'elettromiografia. Nel primo periodo di terapia, non ho notato grandi cambiamenti, se non occasionali sfocamenti della vista e leggere cervicalgie. Dopo circa un anno e mezzo dall'inizio della terapia con relativa placca, ho cominciato però ad avvertire sintomi sempre più invasivi e "striscianti" come: dolore al viso, mal di testa, vertigini, offuscamento della vista, sonno non ristoratore con relativa stanchezza durante tutto l'arco della giornata, sensazione di gonfiore mandibola sinistra. La mia vita negli ultimi mesi è decisamente peggiorata a livello qualitativo a causa di tutti questi sintomi. Non riesco a vivere la mia quotidianità come pochi mesi fa (sono uno sportivo e una persona molto energica). Il mio lavoro e la mia vita coniugale ne hanno risentito. Ho fatto presente i miei sintomi al dottore che mi segue, il quale sostiene che l'apparecchio si è "consumato" ed è giunto il momento di sostituirlo con uno nuovo oppure intervenire sull'arcata dentaria in maniera più invasiva per stabilizzare la terapia (uso le mie parole in questo caso, chiedo scusa ma non ricordo i termini esatti). Vi scrivo per avere un vostro parere in merito: mi sono recato da questo dottore per un semplice acufene e dopo circa un anno e mezzo di terapia, l'acufene è ancora li e in aggiunta ho dei sintomi fortemente invalidanti per la mia quotidianità. Cosa dovrei fare? Se dovessi togliere l'apparecchio, tornerei come prima? Vorrei tornare a stare come pochi mesi fa: senza uno di questi sintomi, pieno di energia, con voglia di vivere la mia vita. Grazie in anticipo a chi mi risponderà
Pubblicato il 09-05-2014
Buongiorno caro Signor Cesare. Mah, mi sembra tutto "campato in aria" come si suol dire e per parlare in modo spontaneamente semplice e sincero! La Visita Odontoiatrica e Gnatologica in particolare è un atto medico essenziale, importante, colto, professionale, complesso e completo e deve "sviscerare" tutte le patologie presenti nell'apparato stomatognatico che va valutato non estrapolandolo dall'organismo intero ma valutato nel suo contesto clinico ed anamnestico generale, oltre che locale! Non si troverebbe in questa situazione se fosse stato fatto quello che si sarebbe dovuto fare ed in ogni caso, almeno alla fine, avrebbe dovuto, curare. Come vede, spero che abbia capito perchè esprimo la mia perplessità che sottolineo ed evidenzio! E' sempre più prudente che la visiti un Dentista, meglio se Parodontologo ed in questo caso esperto anche in Gnatologia, dato che l'eventuale patologia può anche doversi ricercare nella Gnatologia dell'apparato stomatognatico con palpazione delle ATM per saggiarne e valutarne i rumori e i movimenti dei condili e palpazione dei muscoli Masseteri e Pterigoidei che sono i primi ad andare in contrattura, specialmente gli Pterigoidei, in caso di Patologia della ATM e valutare le tre disclusioni incisiva o protrusiva, laterale sin e dx o canina e massimamente retrusa coi denti posteriori a contatto o Relazione Centrica con valutazione di Over Jet ed Over Bite e delle tre curve di compensazione, di Spee e di Wilson per il piano occlusale rispettivamente sagittale e frontale. La terza curva di Compensazione da valutare e quella di Monsen. Sarebbe eventualmente, ma lo deciderebbe solo il Dentista, opportuno anche uno studio con un arco facciale di trasferimento, essenziale per rilevare i rapporti spaziali delle sue arcate con la base cranica e per il montaggio dei suoi modelli di studio su un articolatore a valore medio per studiare la gnatologia della sua bocca e la sua clinica e le sue articolazioni con angoli di spostamenti come l'angolo o movimento di Bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente! Come vede la Visita Odontoiatrica è molto più profonda e seria di quanto si pensi.Gli acufeni, sono un sintomo propriamente cocleare o dell'orecchio medio od interno! Anche una nevralgia a frigore del ganglio del nervo trigemino può essere in causa, vada anche da un bravo Neurologo! Poi certamente , può essere in causa anche una malocclusione ascendente o discendente col coinvolgimento patologico della colonna vertebrale e della postura, ma possono essere allora tante cose che vanno tute valutate per fare una diagnosi differenziale! Se avesse Vertigini bisognerebbe fare una diagnosi differenziale tra Vertigine Soggettiva e Vertigine Oggettiva. Preciso che "soggettiva" è una vertigine in cui lei si sente ruotare ma l'ambiente circostante è fermo mentre invece oggettiva è esattamente il contrario, ossia Lei vede ruotare l'ambiente intorno a sè. Hanno due etiopatogenesi diverse. Le Oggettive sono spesso secondarie a patologie periferiche dell'orecchio medio ed interno in particolare del labirinto che è l'organo dell'equilibrio o dei patologie vertebrali cervicali o della postura e quindi anche gnatologiche e dell'apparato stomatognatico! Le soggettive invece hanno una etiopatogenesi più complessa neurologica centrale del sistema nervoso centrale cerebrale! Questo in linea di massima. E' necessario quindi visitarla per esprimersi in modo realistico ed a Lei utile. Gnatologia, occlusione e postura sono strettamente correlate Prima si valutano, diagnosticano e curano queste patologie e poi si procede con l'ortodonzia, nel caso! Parla di sbandamenti:Oltre la Gnatologia di pertinenza del Dentista Gnatologo ma anche dell'Ortodonzista, ci sono sistemi sofisticati per lo studio della postura: La Chinesiologia, la Pedana Baropodometrica dinamica computerizzata (che studia il carico della pianta dei piedi statico e dinamico), il Posturometro per determinare se c'è una asimmetria tra le due metà del dorso. Tutto questo fanno gli studiosi della Postura tra cui gli Gnatologi, gli ortodontisti, gli Ortopedici, gli Ortopedici del Rachide. Una visita osteopatica e fisiatrica alla muscolatura del bacino in particolare del M.Psoas sarebbe molto utile,perché è uno dei primi muscoli a "saltare" in una patologia lombosacrale in cui sia coinvolta la postura,sia che essa sia discendente, ossia a partenza da una malocclusione, sia che essa sia ascendente, a partenza dagli arti inferiori, appoggio della pianta dei piedi, anche o colonna lombo sacrale. Che dirle ancora: Tenga presente che la GNATOLOGIA studia la "complessità dei problemi che stanno dietro la semplice parola "malocclusione", precontatti nelle varie disclusioni delle arcate con conseguenti traumi d’occlusione ed una "malocclusione" ossia ha denti in trauma d’occlusione, (tutte situazioni che possono, deviando la colonna vertebrale, alterare la Postura. Si faccia visitare da un bravo Gnatologo. Ha Bisogno di UN ECCELLENTE GNATOLOGO e di un altrettanto ECCELLENTE Posturologo che sia anche osteopata e fisiatra e collabori con lo Gnatologo ( Questo le dico perchè è mia prassi fare così in Gnatologia!!!) Le ho spiegato perchè non entro nel merito delle terapie delle singole tre specialità, perchè senza averla visitata non è possibile, infine ci sono terapie di riabilitazione neuro muscolo-occlusale, della postura della lingua e della sua fisiopatologia e della deglutizione. Il trattamento delle disfunzioni masticatorie sia come concetto statico che soprattutto dinamico necessita un approccio diagnostico differente nelle varie patologie che ne possono essere causa! Il discorso è molto "sottile" sfuma nella filosofia delle disfunzioni neuro muscolari , occlusali e della Articolazione Temporo Mandibolare e non lo si può spiegare in due parole, tra l’altro consigliandola su cosa sia meglio, senza averla visitata clinicamente …studiandone il caso di persona. Sappia che in ogni caso tra le terapie occlusale c'è il Bite Plane, che deve essere ben realizzato da persona competente, sembra una "sciocchezza" ma non lo è anzitutto è buona regola posizionarlo sulla arcata superiore che è l'unica arcata FISSA perchè solidale con la base cranica, ma a volte va posizionato sulla arcata inferiore, dipende dalla diagnosi e da quello che vogliamo ottenere e poi devono essere studiati i piani inclinati in gradi rispetto al piano occlusale e deve essere valutato lo spessore con cui farlo, ossia di quanto deve impedire la chiusura della arcata inferiore è la mandibola che deve in continuazione cercare una chiusura che non può trovare col bite, così si riposa tutto il complesso sistema neuro muscolare e le articolazioni temporo mandibolari il cervello, per così dire, in questo modo dimentica la posizione errata patologica memoriata da esso e si può trovare anche così la nuova posizione della mandibola, quella "buona","corretta", il bite infatti può essere terapeutico sintomatico e diagnostico e, una volta trovata la nuova posizione della mandibola, si eseguono dei rilievi clinici che permettono di impostare una terapia definitiva di riequilibrio occlusale. Le lascio un Poster di una parte di visita Gnatologica con anche analisi statica. Cari saluti ed in bocca al lupo.
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Pubblicato il 09-05-2014
Gentile Cesare, da un punto di vista generale, l'approccio al suo problema non è stato sbagliato. Manca tuttavia un elemento che non menziona. E' stata valutata la muscolatura oro-facciale (cioè della bocca e del volto)e lo stato della sua deglutizione? I sintomi che cita sono generati in genere dalla mancanza di stimolazione di un gruppo di recettori estremamente importanti che sono situati in un unico punto del palato sul quale la lingua dovrebbe schiacciarsi ad ogni atto deglutitorio ( circa 1200 volte al giorno). Questi recettori stimolano l'encefalo a produrre i neuromediatori coinvolti in tono muscolare e quindi cefalea muscolo tensiva e dolori facciali, memoria, attenzione, sonno, secrezioni ormonali. e tanto altro. L'acufene è prodotto da tre elementi che lavorano insieme. Il primo è la disfunzione della deglutizione che agisce sulla conformazione del palato, sulla posizione mandibolare e sull'ipertono dei muscoli che chiudono la bocca ( sono gli stessi che causano cefalea). Il secondo è la alterazione di pressione di aria all'interno dell'orecchio causata dal modo scorretto di ingoiare (è capace di dare acufeni anche in assenza di malposizione mandibolare. Il terzo è di natura vascolare. Se la deglutizione è scorretta per ingoiare e respirare si cambia la posizione della colonna cervicale con conseguente schiacciamento delle arterie vertebrali che portano il sangue all'orecchio e conseguente alterazione del suo funzionamento. Come vede il problema è più complesso e va trattato completamente per ottenere dei risultati confortanti e stabili. Saluti
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Pubblicato il 09-05-2014
I disturbi cranio mandibolari sono davvero una cosa molto fastidiosa, la sindrome di Costen viene definita una patologia da suicidio.. Quindi capisco bene cosa sta passando. Ne ho visti molti. E gli gnatologi sono tanti, con teorie diverse e con metodi diversi. Alla fine il byte è sempre la soluzione unica, ma bisogna vedere quale è la malocclusione di partenza perchè ci sono delle condizioni in cui non è solo il combaciamento dei denti che è alterato, ma anche altre componenti, ad esempio muscolari. Una disfunzione linguale, se associata e se viene corretta può dare un sollievo notevole. Una logopedista (oltre naturalmente il dottore) lo capisce bene e può tentare una cura con semplici esercizi. Infine consiglio anche la terapia osteopatica perchè in situazioni come la sua può dare benefici notevolissimi
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Pubblicato il 09-05-2014
Non c'è nessuna certezza, che, tolto il bite possa tornare tutto allo stato precedente, come non c'è nessuna prova che i sintomi da lei riferiti, si possano attribuire alla terapia da lei effettuata, troppo vaghi e non specifici, che fanno pensare di più ad un latente stato depressivo
Pubblicato il 09-05-2014
Sig. Cesare, chieda al suo odontoiatra se può sospendere l'utilizzo per un certo periodo in modo da poter valutare. Le ricordo che tutti gli odontoiatri anche i più semplici hanno studiato la gnatologia.
Pubblicato il 09-05-2014
La mia trentennale esperienza mi impone di consigliarle un collega esperto. La sua esperienza l'ho sentita tante volte. Non volendola subissare di dati protocolli e terapie le ricordo solamente che una placca di riposizionamento lavora per circa sei mesi dopo di che si passa alla fase di finalizzazione di cui lei non parla. Per quale motivo non mi è dato sapere. Auguri
Pubblicato il 10-05-2014
Se la qualità di vita e comunque il benessere raggiunto lo si ha solo con il bite o si cambia l'occlusione per sostituire il bite o si tiene il bite tutta la vita. Cordiali saluti
Pubblicato il 28-05-2014
Gentile Sig. Cesare, senza scendere maggiormente nei dettagli, le consiglierei di rivolgersi ad un osteopata che ha praticato la scuola AIOT (Accademia Internazionale di Osteopatia Tradizionale) di Pescara. Lei ha seguito un iter diagnostico terapeutico eccellente, ma purtroppo la mancanza di una valutazione e di un trattamento manipolativo osteopatico non consolida la validità di quanto sopra detto. Probabilmente lei è stato considerato come paziente prettamente odontoiatrico, ma a mio parere non esiste un corpo umano le cui problematiche possano essere risolte da un'unica disciplina. Pertanto le consiglierei di rivolgersi anche da un optometrista che ha frequentato la Scuola di Programma Internazionale di Sviluppo Optometrico diretta dal Prof. Mario Biondi di Macerata. Cordiali saluti.
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