Dentifricio fatto in casa
Scritto da Claudia / Pubblicato il
Salve, da un po' di tempo sto cercando di ridurre al massimo gli acquisti di prodotti dall'INCI dubbio, evitando accuratamente tutti quelli che contengano ingredienti nocivi, perturbatori endocrini, tossici, associati a cancro ecc. Ci sono anche delle app per smartphone che aiutano a leggere la lista degli ingredienti facilitando così la scelta. Al supermercato ho passato una mezzora piuttosto movimentata perché era praticamente impossibile trovare un dentifricio (per lo più di marche famose che conosciamo tutti) che non contenesse solfati, sostanze nocive o quantomeno dubbie. Ho infine trovato un dentifricio in un market bio a base di cocco e aloe che sembrava veramente di buona qualità, e con ingredienti tutti "safe", l'unica pecca è il costo, circa 7 euro, e l'imballaggio, di plastica riciclata ma pur sempre plastica, altra cosa che sto cercando di evitare. Mi sembra di capire che la cosa più importante per l'igiene dei denti sia lo spazzolamento più che il dentifricio, per cui vorrei cercare, se possibile, di fabbricarmi in casa il dentifricio così come faccio per il detersivo panni e i detergenti per la pulizia di casa, senza comprare roba chimica potenzialmente dannosa. La mia domanda è quali sono i giusti ingredienti? Si trovano tante, troppe informazioni online ma nessuna di origine medico/scientifica, ho trovato qualche ricetta che mi sembrava credibile ma vorrei chiedere qui (mi sembra la sede opportuna!) una conferma. Una ricetta che mi motivava prevede Bicarbonato di Sodio, Olio di Cocco Biologico pressato a freddo (sembra abbia buone proprietà antibatteriche) e Argilla Bentonite Verde Pura al 100% ultra ventilata (proprietà antibatteriche e antisettiche). Oppure altra ricetta: Carbone Vegetale Attivo, Olio di Cocco pressato a freddo e qualche goccia di Olio Essenziale di Menta. Oppure ancora più semplicemente basterebbe bagnare lo spazzolino in acqua miscelata con qualche goccia di olio essenziale di The Tree e poi spazzolare. Mi sono imbattuta in tantissime fonti in cui sul bicarbonato usato sui denti si dice tutto e il contrario di tutto per cui sono veramente confusa sul poterlo includere o no, anche se ovviamente non lo userei da solo ma in proporzioni ragionevoli. E sull'argilla ho trovato fonti secondo le quali sarebbe meglio evitarla se si hanno in bocca delle otturazioni che contengono determinati metalli (ma il compost usato oggi per le otturazioni da carie ne contiene?). Ovviamente ho girato queste domande al dentista da cui sono andata per una pulizia e per un'otturazione e la sua risposta incredibilmente è stata che NON NE HA IDEA e che lui va al supermercato e compra il Colgate da 2? senza nemmeno guardare la lista ingredienti. Sinceramente la sua risposta mi ha lasciato un po' basita, non era nemmeno in grado di dirmi se il bicarbonato o l'argilla facessero male, riguardo al compost mi ha detto che conteneva "quello che contengono tutti i compost", e cioè? Gli ingredienti che ho elencato (bicarbonato, argilla bentonite, olio di cocco, carbone attivo, olio essenziale di the tree/ menta) possono essere usati per fare il dentifricio in casa? Ringrazio in anticipo per le vostre risposte!
Pubblicato il 02-05-2019
Sig. Claudia la su domanda è interessante e vedo che lei ha le idee ben chiare sull'utilizzo del dentifricio. In una ricerca americana il dentifricio era uno dei mezzi per smaltire il fluoro che era tossico nocivo, per cui non si scandalizzi se trova ingredienti assurdi definiti con sigle strane. Il dentifricio quotidiano è un profumo non è un farmaco, quindi può utilizzare il profumo che vuole, personalmente mi piace la menta piperita e masticare la foglia non mi dispiace, come i semi di cardamine rendono un buon profumo, quando, poi si bacia una donna si nota che è contenta di trovare questo gusto. Ma lei potrà trovare il profumo che desidera. Eviti bicarbonato e limone. Mi saluti la Greta...
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Pubblicato il 02-05-2019
Cara Signora Claudia, buongiorno. Premesso e precisato che Lei si sta "affannando" per niente perché, come ribadisco più avanti, il dentifricio non ha nessuna importanza se non quella di rendere più gradevole l'igiene orale: quello che pulisce è solamente lo spazzolino, meglio a mano e professionale. Non decide certo una App o Lei che non ne ha le competenze mediche né scientifiche. Chieda spiegazioni al Dentista, nel cui programma di studi c'è lo studio dei diversi materiali che si usano in Odontoiatria in ogni sua specializzazione! lo spazzolino deve essere DURO e di setole artificiali. Dato che ho parlato di Igiene orale, spero che le farà piacere questa ulteriore spiegazione di Igiene Orale. Sappia che il miglior metodo, o almeno uno dei migliori metodi di spazzolamento è quello di Bass modificato o no, per me, a titolo personale modificato. Tuttavia, diciamo pure che il miglio metodo di spazzolamento è quello che è più efficace per quella bocca di quella persona, in questo caso Lei! Ossia è quello che le riesce più agevole, potrebbe anche crearlo lei, basta che porti via la Placca Batterica e che controlli che questo sia avvenuto veramente con le pasticche rivelatrici di placca di cui le parlo più avanti!Si ricordi solo che lo spazzolino deve essere duro e a testa piccola e lo deve cambiare ogni mese almeno! Si ricordi poi che non esistono bocche senza placca batterica. La placca batterica si forma in circa 3-4 ore e l'igiene orale domiciliare serve per controllarne la formazione non certo per eliminarla totalmente. Ecco perché la pulizia dei denti professionale dal Dentista serve sempre periodicamente. Faccia una prova: compri in farmacia le pasticchette rivelatrici di placca, ne sciolga una in bocca passando la saliva e la lingua su tutti i denti, sulla faccia esterna, interna e sopra masticante e si guardi allo specchio. Se vedrà colore su denti, colletti, gengive, lingua, quella è placca batterica! Solo se non vedesse colore significherebbe che non ci sarebbe placca. allora passi uno scovolino tipo cotonfioc nei solchi gengivali e veda se si colora perché allora la placca sarebbe lì! Faccia la prova e poi mi dica! Ricordi anche di pulire il dorso della lingua dove si annida la placca con dedicati spazzolini piatti che trova in farmacia! Usi il filo interdentale per pulire gli spazi interprossimali dalla gengiva a salire fino al punto di contatto. Il dentifricio non ha nessuna importanza se non quella di rendere più gradevole questa operazione. Ovvio che è meglio sia di Marca conosciuta per evitare "pasticci nocivi"! La cosiddetta tecnica di Bass modificata, di cui dicevo sopra è questa: si usa lo spazzolino orientato verso le gengive a 45° e va usato con movimenti di rotazione, vibrazione e verticali che terminano con un movimento circolare deciso! Ma va insegnato in sede di Igiene Orale in Studio! Si faccia consigliare e visitare da un Parodontologo e sarà il massimo! Cari saluti
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Pubblicato il 04-05-2019
Buongiorno gentile signora Claudia.
Capisco i suoi timori di usare prodotti che possano in qualche modo "contaminare" la salute , sia pure marginalmente come potrebbe fare una pasta dentifricia. Ho però l'impressione che lei sopravvaluti la cosa, considerando che le fonti di contaminazione ambientale e di esposizione a sostanze "estranee" o potenzialmente dannose sono di gran lunga più rappresentate nell'aria che respiriamo, nei vestiti che indossiamo, nei cibi che introduciamo, e persino nelle case o uffici in cui viviamo ( i mobili, gli elettrodomestici, i tablet/PC/telefonini ecc.)
Metterei invece all'ultimo posto proprio i farmaci, dentifricio compreso, per il loro ruolo, la difesa della salute, assolutamente controllatissimi. Questo vale anche per quelle paste dentifricie prodotte per scopi terapeutici ( vedi quelle contenenti clorexidina, o estratti come il triticum vulgaris ad esempio ) che hanno invero un costo sopra la media, ma assolutamente sicure.
Per le altre paste dentifricie, esse sono banalmente da considerarsi un prodotto cosmetico e fanno parte di quella categoria detta "cosmeceutica" che ha ovviamente altre finalità da quelle terapeutiche.
Lei vorrebbe farsi in casa un impasto dotato di capacità detergenti e possibilmente antisettiche.
Precisiamo subito che " detergente" significa in sostanza tensioattivo, cioè che ha capacità solvente sui grassi, riducendo l'azione filmogena della placca recente ( non organizzata o calcificata), cosa cui corrisponde visivamente un effetto schiumogeno. Nelle ricette da lei postate non c'è nessun detergente che banalmente può essere un sapone naturale, più o meno solido, da usare come base e che è di per sè un antisettico ed anche un sale! Nei dentifrici comuni si associano abrasivi che potenziano l'effetto detergente del tensioattivo, come i silicati: l'argilla più o meno micronizzata è un silicato. Occorre prestare attenzione alla granulometria di essa poiché occorre stare su dimensioni sotto i 100 microns per tenere sotto controllo l'effetto abrasivo su smalto e colletto dentari, a meno che non si cerchi un effetto energico!
Anche gli olii essenziali hanno proprietà antisettiche oltreché organolettiche. Vanno usati a dosi basse altrimenti hanno azione irritante.
Non vedo ragione di usare il cosiddetto olio di cocco, che a temperatura ambiente (23/25 gradi) è burro di cocco che se mescolato ad un tensioattivo ne annullerebbe l'efficacia detergente. Per contro un burro come dentifricio non è un buon agente di rimozione della placca che vorrei ricordare è un biofilm che nelle fasi iniziali ha una componente idrofila, non idrofoba come i grassi! Peraltro un buon olio vergine di cocco ha proprietà nutrizionali eccellenti e di grande utilità per il trofismo del sistema nervoo centrale tanto che una ricerca americana ne raccomanda l'uso quotidiano nella malattia di Alzheimer.
Per quanto riguarda il bicarbonato, va saputo usare.
Essendo un composto granulare si comporta inizialmente da abrasivo (solo inizialmente perché poi si scioglie nella saliva), ma essendo anche un sale blandamente acido con pH vicino a 7 può tamponare il pH acido della placca (e della bocca) riducendone l'azione cariogena. Per cui può usare un bicarbonato micronizzato ma scelga quello che trova in farmacia ( un tempo lo faceva la Carlo Erba ) a granulometria bassa ma come componente alcalinizzante ed astringente, insomma come componente a bassa dose.
Per quanto attiene ai suoi timori sui metalli liberati dalle vecchie otturazioni o dalle capsule metalliche questa è una vecchia storia ed attiene più ad una filosofia di vita che ad una dimostrata pericolosità. Però mi rendo conto che chi sceglie la metodologia omeopatica vada rispettato e quindi potrebbe chiedere consiglio ad un vero omeopata, meglio se laureato in medicina o farmacologia per seguirne i consigli ( tra l'altro esistono ottimi dentifrici omeopatici, molto naturali ) .
In ultimo il Fluoro. Esso è un oligoelemento ed è presente nel nostro organismo in quantità bassissime, prevalentemente nello scheletro e nei denti. Purtroppo la dieta cariogena e la bassa disponibilità nelle fonti alimentari ( i nostri cibi provengono tutti da allevamenti e coltivazioni intensive con basse quantità di nutrienti essenziali ) ne consigliano la cauta supplementazione nel dentifricio proprio per antagonizzare l'azione cariogena della nostra moderna dieta. Le dosi consigliate, nell'adulto, sono di 1450 parti per milione. Dose che è difficoltoso replicare in una pasta dentifricia casereccia. Un tempo il fluoro veniva aggiunto nell'acqua potabile, ma oggi chi la beve più?
Un modo, facendo bene i calcoli ed usando fluoruro di sodio, potrebbe essere produrre un " sapone" naturale addizionandolo alla soluzione ed usare questo detergente fluorato come ingrediente per una pasta dentifricia magari insieme all'argilla micronizzata con qualche goccia di olio essenziale e se vuole anche del bicarbonato micronizzato.
Per testare il pH finale può usare una cartina al tornasole fare in modo che il pH stia tra 7 e 9 ( al massimo ).
Se trova difficoltà ad amalgamare bene gli ingredienti un modo può essere l'addizione di glicerina che consente la coesione di ingredienti idrofili ed idrofobi, normalmente non miscibili. Tra l'altro la glicerina ha anche una blanda azione antisecchhezza, nei casi di scarsa qualità e quantità salvare.
Unica attenzione è non fare grande quantità di dentifricio poiché la stabilità nel tempo non sarebbe garantita, essendo fatto in casa senza la sterilità e precisione di una casa farmaceutica!
Buon lavoro.
Capisco i suoi timori di usare prodotti che possano in qualche modo "contaminare" la salute , sia pure marginalmente come potrebbe fare una pasta dentifricia. Ho però l'impressione che lei sopravvaluti la cosa, considerando che le fonti di contaminazione ambientale e di esposizione a sostanze "estranee" o potenzialmente dannose sono di gran lunga più rappresentate nell'aria che respiriamo, nei vestiti che indossiamo, nei cibi che introduciamo, e persino nelle case o uffici in cui viviamo ( i mobili, gli elettrodomestici, i tablet/PC/telefonini ecc.)
Metterei invece all'ultimo posto proprio i farmaci, dentifricio compreso, per il loro ruolo, la difesa della salute, assolutamente controllatissimi. Questo vale anche per quelle paste dentifricie prodotte per scopi terapeutici ( vedi quelle contenenti clorexidina, o estratti come il triticum vulgaris ad esempio ) che hanno invero un costo sopra la media, ma assolutamente sicure.
Per le altre paste dentifricie, esse sono banalmente da considerarsi un prodotto cosmetico e fanno parte di quella categoria detta "cosmeceutica" che ha ovviamente altre finalità da quelle terapeutiche.
Lei vorrebbe farsi in casa un impasto dotato di capacità detergenti e possibilmente antisettiche.
Precisiamo subito che " detergente" significa in sostanza tensioattivo, cioè che ha capacità solvente sui grassi, riducendo l'azione filmogena della placca recente ( non organizzata o calcificata), cosa cui corrisponde visivamente un effetto schiumogeno. Nelle ricette da lei postate non c'è nessun detergente che banalmente può essere un sapone naturale, più o meno solido, da usare come base e che è di per sè un antisettico ed anche un sale! Nei dentifrici comuni si associano abrasivi che potenziano l'effetto detergente del tensioattivo, come i silicati: l'argilla più o meno micronizzata è un silicato. Occorre prestare attenzione alla granulometria di essa poiché occorre stare su dimensioni sotto i 100 microns per tenere sotto controllo l'effetto abrasivo su smalto e colletto dentari, a meno che non si cerchi un effetto energico!
Anche gli olii essenziali hanno proprietà antisettiche oltreché organolettiche. Vanno usati a dosi basse altrimenti hanno azione irritante.
Non vedo ragione di usare il cosiddetto olio di cocco, che a temperatura ambiente (23/25 gradi) è burro di cocco che se mescolato ad un tensioattivo ne annullerebbe l'efficacia detergente. Per contro un burro come dentifricio non è un buon agente di rimozione della placca che vorrei ricordare è un biofilm che nelle fasi iniziali ha una componente idrofila, non idrofoba come i grassi! Peraltro un buon olio vergine di cocco ha proprietà nutrizionali eccellenti e di grande utilità per il trofismo del sistema nervoo centrale tanto che una ricerca americana ne raccomanda l'uso quotidiano nella malattia di Alzheimer.
Per quanto riguarda il bicarbonato, va saputo usare.
Essendo un composto granulare si comporta inizialmente da abrasivo (solo inizialmente perché poi si scioglie nella saliva), ma essendo anche un sale blandamente acido con pH vicino a 7 può tamponare il pH acido della placca (e della bocca) riducendone l'azione cariogena. Per cui può usare un bicarbonato micronizzato ma scelga quello che trova in farmacia ( un tempo lo faceva la Carlo Erba ) a granulometria bassa ma come componente alcalinizzante ed astringente, insomma come componente a bassa dose.
Per quanto attiene ai suoi timori sui metalli liberati dalle vecchie otturazioni o dalle capsule metalliche questa è una vecchia storia ed attiene più ad una filosofia di vita che ad una dimostrata pericolosità. Però mi rendo conto che chi sceglie la metodologia omeopatica vada rispettato e quindi potrebbe chiedere consiglio ad un vero omeopata, meglio se laureato in medicina o farmacologia per seguirne i consigli ( tra l'altro esistono ottimi dentifrici omeopatici, molto naturali ) .
In ultimo il Fluoro. Esso è un oligoelemento ed è presente nel nostro organismo in quantità bassissime, prevalentemente nello scheletro e nei denti. Purtroppo la dieta cariogena e la bassa disponibilità nelle fonti alimentari ( i nostri cibi provengono tutti da allevamenti e coltivazioni intensive con basse quantità di nutrienti essenziali ) ne consigliano la cauta supplementazione nel dentifricio proprio per antagonizzare l'azione cariogena della nostra moderna dieta. Le dosi consigliate, nell'adulto, sono di 1450 parti per milione. Dose che è difficoltoso replicare in una pasta dentifricia casereccia. Un tempo il fluoro veniva aggiunto nell'acqua potabile, ma oggi chi la beve più?
Un modo, facendo bene i calcoli ed usando fluoruro di sodio, potrebbe essere produrre un " sapone" naturale addizionandolo alla soluzione ed usare questo detergente fluorato come ingrediente per una pasta dentifricia magari insieme all'argilla micronizzata con qualche goccia di olio essenziale e se vuole anche del bicarbonato micronizzato.
Per testare il pH finale può usare una cartina al tornasole fare in modo che il pH stia tra 7 e 9 ( al massimo ).
Se trova difficoltà ad amalgamare bene gli ingredienti un modo può essere l'addizione di glicerina che consente la coesione di ingredienti idrofili ed idrofobi, normalmente non miscibili. Tra l'altro la glicerina ha anche una blanda azione antisecchhezza, nei casi di scarsa qualità e quantità salvare.
Unica attenzione è non fare grande quantità di dentifricio poiché la stabilità nel tempo non sarebbe garantita, essendo fatto in casa senza la sterilità e precisione di una casa farmaceutica!
Buon lavoro.
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