Ho effettuato l'inserimento di impianti ai denti superiori 11 e 12
Scritto da jennifer / Pubblicato il
Salve, ho effettuato l'inserimento di impianti ai denti superiori 11 e 12 esattamente 11 giorni fa, a causa di una paradontite che mi aveva causato la mobilità di questi stessi denti pus e gonfiore delle gengive. Premettendo che sono diabetica, soffro di una malattia reumatologica che si chiama connettivite indifferenziata e sono una fumatrice, anche se in questi giorni ho diminuito drasticamente il fumo facendo lavaggi con fisiologica anche dopo un tiro di sigaretta e tenuto sotto stretto controllo la glicemia, dopo l'inserimento degli impianti ho avuto un importante gonfiore e un ematoma sotto l'occhio, naturalmente non ho potuto fare cortisone, ma comunque man mano il gonfiore è sparito solo che mi è rimasta la parte del labbro destro superiore, ossia quella corrispondente agli impianti addormentata e la parte sopra al labbro dura e addormentata e da due giorni mi è riiniziato a sanguinare il naso, è normale? Ho fatto antibiotico fin quando c'era il gonfiore sotto consiglio del medico curante e seguito alla lettera la cura prescritta dal dentista e le procedure di igiene orale. La parte interna invece e i punti sembrano perfettamente rimarginati. Forse ho avuto qualche complicanza a causa del diabete per l'anestesia o qualcos'altro? Grazie in anticipo.
Pubblicato il 12-04-2019
Potrebbe avere una parziale compressione del fascio vascolo - nervoso naso - palatino, ed anche un parziale trauma del pavimento delle fosse nasali, considerando il punto di inserzione implantare (incisivi centrali superiori) rientra nella normalità post - trattamento e dovrebbe regredire progressivamente nel giro di alcune settimane. Per scrupolo, farsi controllare dal collega che l'ha operata, non è mai sbagliato.
Pubblicato il 12-04-2019
Gentile signora, i suoi sono problemi seri che vanno affrontati con competenze molto elevate. Le consiglierei di rivolgersi ad ambiente universitario poiché lei ha davvero molti fattori di rischio sull'integrazione ossea degli impianti.
Pubblicato il 12-04-2019
Se il diabete è da insulina, forse la soluzione della implantologia presenta qualche controindicazione. Certo non sembra un decorso favorevole.. Consiglierei di tornare rapidamente da chi ha fatto il lavoro e farsi controllare bene. Stia attenta che se chi ha operato non è iscritto all'ordine dei medici, o se è una clinica low cost, i guai non saranno pochi..
Pubblicato il 13-04-2019
Carissima signora, le è stata fatta una attenta anamnesi prima di optare per l'inserzione di impianti.
Da quello che ci racconta lei non è proprio una paziente ideale, direi con delle controindicazioni importanti.
Torni da chi l'ha operata e chieda spiegazioni in merito.
Non basta sciacquarsi la bocca dopo aver fumato..non si fuma e basta.
Da quello che ci racconta lei non è proprio una paziente ideale, direi con delle controindicazioni importanti.
Torni da chi l'ha operata e chieda spiegazioni in merito.
Non basta sciacquarsi la bocca dopo aver fumato..non si fuma e basta.
Pubblicato il 13-04-2019
Sig.ra Jennifer, la miglior risposta la dovrà dare l'Odontoiatra che ha eseguito questa riabilitazione, noi a distanza senza la versione del collega non possiamo ammettere nulla, in linea di massima non ha avuto problemi legati all'anestesia, qualche complicanza sembrerebbe esserci stata sul sanguinamento, che non dovrebbe essere presente. Ci tenga informati.
Pubblicato il 13-04-2019
Le suggerirei in prima istanza di eseguire delle semplici rx endorali o anche una opt da cui è possibile evidenziare se gli impianti sono stati inseriti oltre le fosse nasali da cui inevitabili complicanze
Pubblicato il 14-04-2019
Buongiorno Jennifer. Il suo complesso anamnestico non è favorevole all'implantologia per le condizioni di rischio basali, che vanno controllate con idonee terapie propedeutiche che riportino il rischio a valori dominabili.
Per esempio sospensione assoluta del fumo prima e dopo l'intervento di otto settimane, controllo glicemico stabile,
eliminazione della parodontite attiva e dei fattori di rischio parodontale. Tanto per cominciare!.
Segue una attenta programmazione protesica e solo dopo tutto ciò , fatte le analisi ematochimiche e gli accertamenti radiologici, si può programmare l'intervento di implantologia. Il discorso sulla connettivite indifferenziata invece è controverso per la difformità dei dati in letteratura e case report in merito alle risposte al trattamento implantare in soggetti affetti dalle connettiviti in genere: evidentemente la varietà clinica e la severità della patologia ( sono numerose e diverse tra loro le varie connettiviti autoimmuni, ivi compreso la forma indifferenziata ). Direi quindi di orientarsi in base alla gravità del quadro clinico ed umorale: se si trova in fase di quiescenza stabile, allora sì altrimenti no impianti.
Inoltre un'altra cosa non chiara ( ma spero non sia successo così) è se ha fatto implantologia postestrattiva immediata nonostante lo stato infettivo dei denti o se gli impianti siano stati fatti dopo adeguato periodo di tempo.
In realtà la cosa più preoccupante è il sanguinamento nasale
che fa supporre un qualche interessamento delle fosse nasali e che merita un'attenta valutazione da parte del Dentista, eventualmente con ausilio radiologico.
Le consiglio quindi di attivarsi quanto prima per dirimere il quesito diagnostico, che va sciolto con decisione vista l'evoluzione ingravescente del post-operatorio.
Cari saluti.
Per esempio sospensione assoluta del fumo prima e dopo l'intervento di otto settimane, controllo glicemico stabile,
eliminazione della parodontite attiva e dei fattori di rischio parodontale. Tanto per cominciare!.
Segue una attenta programmazione protesica e solo dopo tutto ciò , fatte le analisi ematochimiche e gli accertamenti radiologici, si può programmare l'intervento di implantologia. Il discorso sulla connettivite indifferenziata invece è controverso per la difformità dei dati in letteratura e case report in merito alle risposte al trattamento implantare in soggetti affetti dalle connettiviti in genere: evidentemente la varietà clinica e la severità della patologia ( sono numerose e diverse tra loro le varie connettiviti autoimmuni, ivi compreso la forma indifferenziata ). Direi quindi di orientarsi in base alla gravità del quadro clinico ed umorale: se si trova in fase di quiescenza stabile, allora sì altrimenti no impianti.
Inoltre un'altra cosa non chiara ( ma spero non sia successo così) è se ha fatto implantologia postestrattiva immediata nonostante lo stato infettivo dei denti o se gli impianti siano stati fatti dopo adeguato periodo di tempo.
In realtà la cosa più preoccupante è il sanguinamento nasale
che fa supporre un qualche interessamento delle fosse nasali e che merita un'attenta valutazione da parte del Dentista, eventualmente con ausilio radiologico.
Le consiglio quindi di attivarsi quanto prima per dirimere il quesito diagnostico, che va sciolto con decisione vista l'evoluzione ingravescente del post-operatorio.
Cari saluti.
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Pubblicato il 14-04-2019
Cara Signora Jennifer, buongiorno. Sono veramente molto "perplesso" per limitarmi ad un "eufemismo"! Viene fatta implantologia in una paziente con Parodontite ( a quel che dice, senza che sia stata curata la stessa Parodontite per di più diabetica (vista l'età inferiore ai 30 anni) molto probabilmente di tipo I insulinodipendente, per di più fumatrice e per di più con una connettivite indifferenziata che saprà benissimo essere una malattia autoimmune seria con cui si può certamente convivere tranquillamente ma che, insieme alle altre patologie locali e sistemiche che ha, costituiscono una controindicazione, a mio avviso, assoluta alla implantologia ed una indicazione assoluta alla doverosa terapia parodontale!Le consiglio di farsi Visitare da un Bravo Parodontologo (per un Consulto che nulla toglie al Suo Dentista Curante, ma Lei si è rivolta a noi e noi dobbiamo rispondere al meglio, nel Suo interesse e così, nel mio "piccolo", cerco di fare!). Le lascio un poster di una Parodontite con in alto terapia Parodontale Chirurgica ossea ricostruttiva con innesti ossei ed in basso Rigenerativa parodontale profonda con membrane, affinché capisca meglio! Ha bisogno di due visite cliniche strumentali, semeiologiche e anamnestiche, intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente! Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Con le Rx endorali e le prove termiche e la Visita Clinica si valuta anche la presenza di carie, necrosi endodontiche, osteolisi periapicali, stomatiti etc. !!! E' stato fatto questo? Penso proprio di no! Non si sarebbe dovuto fare implantologia prima della Visita, Diagnosi e pianificazione terapeutica parodontale e valutazione sistemica del Diabete Mellito e della Connettivite! Le tasche parodontali, tra l'altro, possono, anche se molto raramente, essere causa di infarto del miocardio (in particolare nel sesso femminile è stata dimostrata una relazione inconfutabile tra presenza di tasche parodontali e infarto del miocardio con incidenza maggiore che nel sesso maschile) e di malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza "in cavità dell'organismo comunicanti con l'esterno", in questo caso le tasche parodontali in una Parodontite DNDD ma, qualsiasi infezione di qualsiasi cavità comunicante con l'esterno, del corpo umano, può essere in causa. Cari saluti
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Pubblicato il 17-04-2019
Gentile signora,
effettivamente il suo quadro clinico presenta una serie di fattori di rischio, che però da un punto di vista prettamente teorico non sono assoluti bensì relativi. Ciò significa che possono essere modificati al fine di avere i presupposti favorevoli alla buona riuscita della implantologia: la parodontite può essere tenuta sotto controllo, idem il diabete, il fumo è una abitudine voluttuaria che può essere eliminata...la connettivite ovviamente no perchè è una patologia genetica per cui un fattore immodificabile.
Al di là della teoria, nella pratica fare impianti nella sua bocca deve essere valutato attentamente, non tanto per l'esecuzione pratica della chirurgia, quanto per assicurarsi un decorso postoperatorio corretto e una
integrazione corretta degli impianti.
La zona operata è vicina ad un fascio vascolo nervoso del canale nasopalatino, questo potrebbe spiegare la parestesia transitoria ed il gonfiore, per il resto controlli costanti dal collega per lo meno i primi due mesi che sono quelli più critici.
distinti saluti
effettivamente il suo quadro clinico presenta una serie di fattori di rischio, che però da un punto di vista prettamente teorico non sono assoluti bensì relativi. Ciò significa che possono essere modificati al fine di avere i presupposti favorevoli alla buona riuscita della implantologia: la parodontite può essere tenuta sotto controllo, idem il diabete, il fumo è una abitudine voluttuaria che può essere eliminata...la connettivite ovviamente no perchè è una patologia genetica per cui un fattore immodificabile.
Al di là della teoria, nella pratica fare impianti nella sua bocca deve essere valutato attentamente, non tanto per l'esecuzione pratica della chirurgia, quanto per assicurarsi un decorso postoperatorio corretto e una
integrazione corretta degli impianti.
La zona operata è vicina ad un fascio vascolo nervoso del canale nasopalatino, questo potrebbe spiegare la parestesia transitoria ed il gonfiore, per il resto controlli costanti dal collega per lo meno i primi due mesi che sono quelli più critici.
distinti saluti
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