A fine agosto mi sono state impiantate due viti nel 5 e nel 6 dell'arcata inferiore sinistra
Scritto da daniela / Pubblicato il
A fine agosto mi sono state impiantate due viti nel 5 e nel 6 dell'arcata inferiore sinistra ma solo il quinto è andato bene. Il sesto è venuto via al momento della "scopertura" e solo allora ho provato sollievo perchè, a parte la parestesia al labbro inferiore, per tre mesi ho avvertito nevralgia all'arcata superiore sinistra, dolore alla testa lato sinistro e dolore all'orecchio sinistro. Il mese scorso ho ripetuto l'intervento e di nuovo i soliti dolori che accompagnano tutte le mie giornate. Dormo male e sono esausta!Datemi un consiglio, il mio dentista dice che nel giro di qualche mese dovrebbe tornare tutto alla normalità. Martedì ho un controllo ma io vorrei che mi togliesse via la vite perchè non ce la faccio più!
Pubblicato il 28-03-2010
Cara signora Daniela... ma come ha una parestesia al labbro inferiore, su due impianti uno va male e non si fa delle domande sui perchè e per come... possibile che VOI PAZIENTI pur di avere l'impianto, passiate sopra ogni cosa?...vi fate "torturare", in silenzio?...me lo domando e lo domando a lei perchè io non lo riesco a capire ... non voglio entrare nel merito del perchè sia successo tutto questo...non è affar mio e non è la sede...ma sappia che una parestesia al labbro inferiore significa compressione o lesione del nervo alveolare inferiore che transita nel canale mandibolare evidentemente leso o reso sofferente...a questo punto se ha il secondo molare ed il primo premolare...le consiglio di fare un bel sano, sicuro, estetico, classico ponte con l'esteticissimo zirconio ceramica o anche oroporcellana a seconda della rigidità che serve e della eventuale estensione del ponte al canino e/o al terzo molare se ci fosse....OPPURE vada da un implantologo che faccia implantologia a regola d'arte....cordialmente Gustavo Petti, Implantologia, Parodontologia, Riabilitazioni orali complete in casi clinici complessi, Ortodonzia e Pedodonzia (la figlia Claudia Petti)
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Pubblicato il 28-03-2010
Sig.ra Daniela, a distanza senza Rx o TAC è difficile darle un consiglio o commentare l’operato del suo odontoiatra, martedì, descriva la sintomatologia in modo corretto senza esasperarla.
Pubblicato il 29-03-2010
Gentilissima paziente, la presenza do parestesia per tre mesi al labbro è un sintomo legato alla compressione o lesione del nervo mandibolare corrispondente, ma per darle dei consigli circa il posizionamento del nuovo impianto sarebbe opportuno inviare degli esami radiografici perchè questi possano essere visionati. Faccia presente i suoi disturbi, a volte può accadere che si abbia un fastidio transitorio certo che tre mesi senza riduzione della sintomatologia mi paiono un pò troppo. Cordialmente Dott. D. Cianci.
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Pubblicato il 29-03-2010
Prima di tutto occorre fare DIAGNOSI, quindi mi auguro che il collega abbia effettuato una Tac prima di eseguire l'intervento, per valutare la corretta distanza dell'impianto dalle sedi anatomiche di rispetto ( in questo caso il nervo alveolare inferiore). Comunque vista la sintomatologia consiglio di discutere il caso con il suo dentista e fare, ( anche se una eventualmente e'stata gia' eseguita prima dell'intervento), una nuova Tac cone bean a basso dosaggio di raggi per valutare la situazione allo stato attuale. Cordiali Saluti
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Pubblicato il 29-03-2010
Con una parestesia e dei disturbi di sensibilità al labbro l'impianto va rimosso il prima possibile. Si tratta di un errore tecnico, come le è stato spiegato bene dal dr. Petti, e qualsiasi implantologo con un minimo di conoscenza e scrupolo questo lo sa bene. Non sono accettabili le parole: "nel giro di qualche mese dovrebbe tornare tutto alla normalità". -------------------------------------------------------------- Tenga conto comunque che il dolore potrebbe avere una componente diversa da quella legata all'impianto, soprattutto quello legato all'orecchio e alla testa. Un impianto, dopo alcuni giorni, NON DEVE FARE MALE. Sovente dopo alcune ore non fa più male. ------------------------------------------------------------------- La TAC, nel suo caso, potrebbe essere utile, ma sarà il suo implantologo a decidere se effettuarla o meno. Tutto è lasciato alla sua discrezionalità e alla sua esperienza. Si tratta infatti di una indagine diagnostica di secondo livello, come indicato dalle "Linee Guida" della Società Italiana di Chirurgia Orale e approvate dal Ministero della Salute. Per la maggioranza dei casi, sempre secondo queste linee guida, è sufficiente la panoramica o, in alcuni casi, anche la semplice radiografia endorale. Lasci decidere al suo implantologo se la reputa utile. ----------------------------------------------------------------------- Il suggerimento non può che essere uno solo: rimuova l'impianto, si faccia restituire i soldi (escludendo il costo dell'impianto che è andato bene), e vada da un altro implantologo. Una volta rimosso l'impianto, consulti anche un dentista con competenze gnatologiche (potrebbe essere la stessa persona del nuovo implantologo), perchè il dolore all'orecchio e alla testa ha probabilmente origine diversa, legata ad una probabile malocclusione e/o a fenomeni di bruxismo o altre parafunzioni. ------------------------------------------------------------ A mio parere è giusta la sua scelta di effettuare implantologia al posto di un ponte tradizionale, in considerazione sopratutto della sua giovane età. "NOI PAZIENTI" (perchè anche il sottoscritto è stato un paziente implantologico) facciamo spesso una scelta di trattamento corretta, come quella implantologica, che non è assolutamente una "tortura", quando eseguita da brave e capaci mani. ------------------------------------------------------------------- Ricorra al classico ponte solo se non fosse possibile nessun'altra soluzione, trattandosi di una mutilazione irreversibile dei due (o più) denti pilastro sani, che risulterebbero fatalmente rovinati e indeboliti. Quando non esiste altra soluzione? Quando la quantità di osso disponibile, per esempio, è inferiore a 7 mm in verticale. Ma neanche questo sarebbe del tutto vero, perchè si possono fare degli innesti ossei.
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Pubblicato il 29-03-2010
Gent. sig.ra Daniela, mi associo a quanto detto precedentemente dai colleghi. Evidentemente il fallimento a carico del sesto potrebbe essere imputabile ad una indicazione non precisa (poco spessore osseo) o ad una strumentazione chirurgica non accurata (lesione del nervo mandibolare). Purtroppo, data la delicatezza anatomica della zona, la T.A.C. è essenziale in casi quantomeno dubbi; il punto è: ora che faccio? Il mio consiglio è quello di rivalutare attentamente il caso facendo le adeguate prove diagnostiche (Ortopantomografia e T.A.C. sicuramente) e riprogrammare il tutto. Due cose sono però chiare: di sicuro i sintomi DEVONO assolutamente rientrare (anche se comporta del tempo) e poi valutare bene la zona dell'impianto fallito (è probabile che in quella zona, dato il processo infiammatorio,non sia più possibile inserire un altro impianto). Le soluzioni ci sono (rigenerazione ossea in primis), bisogna solamente affidarsi a medici esperti.
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Pubblicato il 29-03-2010
Salve signora Daniela. Torni dal collega e faccia eseguire una rx endorale per visionare se l'impianto poggia sulla corticale del nervo mandibolare. Se così fosse è necessario "svitare l'impianto" di mezzo giro/ 1 giro. Comunque tutte cose che il suo dentista conosce bene. Spero siano state eseguite tutte le indagini radiografiche prima dell'inserimento dell'impianto.. e che sia stata ben curettata la precedente preparazione implantare.. e attesi i tempi biologici di riparazione ossea. Cordialmente, Gianluigi Renda
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Pubblicato il 30-03-2010
La cosa che più mi stranisce è la sua tranquilla accettazione di una parestesia non solo dopo il primo, ma anche dopo il secondo intervento. Non è normale, il dott.Formentelli ha già spiegato tutto. A me resta solo da salutarla. Cordialmente
Pubblicato il 04-04-2010
Gentile signora Daniela ho letto del suo problema e le opinioni dei colleghi che condivido. L'impianto in caso di parestesia va tolto, dopo l’intervento per l’inserimento degli impianti, normalmente i fastidi sono limitati nel tempo e sempre dovuti al trauma operatorio. Differente è la situazione per una alterazione della sensibilità della terza branca del trigemino, che nel suo caso può essere dovuta o alla troppa vicinanza dell’impianto al canale mandibolare con conseguente edema e compressione del nervo, oppure alla presenza di un canale mandibolare secondario. Questa seconda evenienza deve essere presa in considerazione, anche se la percentuale della variazione anatomica non è elevata, per il grande numero di impianti inseriti nei pazienti. Comunque nel suo caso l’impianto va tolto per non compromettere la funzionalità del nervo in modo permanente e nello stesso tempo fare una valutazione precisa di quello che è successo anche e soprattutto per poter intervenire in futuro con più sicurezza. Cordiali saluti
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